L’Hard Fork Bitcoin è alle porte: il 1 Agosto, questa è la data annunciata quando il Bitcoin dovrebbe dividersi in due. Oppure no? Vi è molta confusione a riguardo, come le varie proposte:

  • BIP 91
  • BIP 148
  • SegWit
  • E la più recente SegWit2x

 

Se non conoscete questa criptovaluta e non sapete che cosa sono i bitcoin o come funzionano i bitcoin, questi termini potranno suonarvi ancora più “misteriosi”. Se invece siete a conoscenza dei bitcoin, e magari li utilizzate anche oppure siete dei miners di bitcoin, forse guarderete a questi termini con un po’ di “apprensione”, consci di quello che potrebbe accadere.

Facciamo però un passo indietro: vediamo di capire come si è arrivati al rischio di una hard fork bitcoin, quali sono stati i passi compiuti, e quali i problemi incontrati per raggiungere una (forse) soluzione definitiva per scongiurare una hard fork bitcoin.

Transazioni Bitcoin e hard fork: il vero problema dei bitcoin

La criptovaluta bitcoin ne ha fatta di strada quando, nel lontano 2009, il fantomatico Satoshi Nakamoto (la cui identità è sempre rimasta anonima) ha deciso di introdurla in rete. In questi ultimi mesi è scoppiata una vera e propria guerra per i bitcoin, che rischiava di portare ad una hard fork, ovvero una “biforcazione” della blockchain dei bitcoin.

Tutto questo putiferio è nato da una semplice osservazione: i bitcoin stanno fallendo lo scopo per cui sono stati creati, ovvero sostituire le monete emesse da banche centrali e nazionali. I bitcoin erano stati progettati per permettere agli utenti di effettuare transazioni in tutta sicurezza ed anonimato, con un sistema della criptovaluta “decentralizzato”.

Infatti, la cosiddetta “blockchain”, che potremmo considerare come una sorta di archivio di tutte le transazioni effettuate finora, non è un sistema centralizzato (infatti si parla di rete bitcoin, composta da svariati server). Come invece lo è una banca centrale, per esempio la BCE (Banca Centrale Europea): è la banca che gestisce e produce la moneta.

Il problema che è stato notato da tutti può essere suddiviso in due parti:

  • I bitcoin sono troppo volatili e ormai valgono così tanto che è quasi impossibile usarli per le transazioni normali di acquisto e vendita (in data 27 Luglio 2017 un bitcoin vale $2200, anche se pochi mesi fa avevamo toccato quota $2800)
  • Le transazioni con bitcoin sono troppo lente: per fare un confronto, VISA riesce a gestire quasi 2000 transazioni al secondo, mentre la rete bitcoin solo 7 bene o male. Per velocizzarle però, gli utenti possono pagare delle commissioni.

Ciò significa che i bitcoin al giorno d’oggi vengono usati soprattutto per fare speculazione o si tende semplicemente ad accumularli, consci che il valore è destinato ad aumentare per forza di cose (il bitcoin è una moneta “finita”: vi è un numero massimo di bitcoin che può essere generato). A parte per il riciclaggio, vendita di armi, droga, e sfortunatamente, anche pedopornografia.

Tutta la comunità bitcoin si è resa conto che così non si poteva andare avanti. La soluzione si pensava di averla trovata in questo modo: puntare ad aumentare il numero delle transazioni che la rete può gestire, così da evitare i tempi di attesa biblici per le transazioni e rendere bitcoin più facile da usare.

Peccato che non tutti sono d’accordo: si sono creati quindi due fronti. Da una parte abbiamo i miners, dall’altra invece gli sviluppatori o puristi dei bitcoin. Ognuna delle due parti ha avanzato una proposta per risolvere il problema. Ma per capire le proposte è necessario capire come funziona blockchain e perché è così lenta.

Hard Fork Bitcoin: il motivo della lentezza delle transazioni

Il sistema della blockchain è molto lento nel gestire le transazioni e non riesce quindi a stare al passo con il successo dei bitcoin. Più utenti lo usano, più transazioni vengono effettuate: la blockchain non riesce a gestirle tutte rapidamente per ragioni tecniche.

Possiamo considerare la blockchain come un registro pubblico delle transazioni dove vengono registrate tutte, ma proprio tutte, le transazioni effettuate con i bitcoin dagli utenti (garantendo però l’anonimato). Scaricare tutta la blockchain sul proprio computer al giorno d’oggi richiederebbe più di 100 GB di spazio!

La blockchain viene aggiornata aggiungendo dei “blocchi”, i quali contengono le nuove transazioni in corso (e relative informazioni). Ecco spiegato come mai occupi così tanto spazio: più transazioni, più blocchi dovranno essere aggiunti.

Ma aggiungere un blocco alla blockchain è complesso e richiede circa 10 minuti. Ogni blocco, dove vengono contenute le transazioni e le relative informazioni, ha un peso limitato di un solo Megabyte. Ciò significa che viene a crearsi una vera e propria fila di blocchi, in attesa di essere validati ed aggiunti alla blockchain (e quindi concludere le transazioni presenti nel blocco).

Vi è però un modo per velocizzare le transazioni con bitcoin: pagare una commissione ai miners, ovvero coloro che mettono a disposizione della rete bitcoin server e computer che si impegnano nell’elaborare i blocchi ed aggiungerli alla blockchain. Più si paga la commissione, più priorità avrà la nostra transazione.

Il problema è che vi sono migliaia di transazioni che rimangono pendenti, a cui tocca attendere da poche decine di minuti (se hanno pagato una commissione alta) fino anche a un paio di giorni: tempi inammissibili se pensiamo che lo scopo dei bitcoin era quello di sostituire la normale moneta nelle transazioni quotidiane.

Hard Fork bitcoin o Soft Fork bitcoin: le differenze

Per i motivi sopraelencati, l’intera comunità bitcoin si è messa da tempo alla ricerca di una potenziale soluzione al problema dei bitcoin. Indipendentemente dal tipo di proposta, per rendere realtà una soluzione è necessario effettuare un aggiornamento al protocollo dei blocchi e del funzionamento della blockchain.

Un tale aggiornamento può essere fatto tramite una Soft Fork bitcoin oppure una Hard Fork bitcoin. Inoltre, quando si parla di aggiornamenti alla rete bitcoin è bene specificare il fattore compatibilità. Tutti gli utenti che operano con i bitcoin devono infatti essere compatibili con il resto del network.

Ciò significa che se per esempio un miner che genera bitcoin usa una versione del software bitcoin differente da quella della restante rete, finirebbe con il “minare” una blockchain sbagliata e non potrebbe accedere alla rete bitcoin. Ma i miner possono usare differenti versioni del software bitcoin e minare lo stesso la giusta blockchain: ciò è possibile grazie al fattore compatibilità.

Ovvero le differenti versioni dei software devono essere compatibili tra loro. Questo è anche il concetto alla base della Soft Fork bitcoin. Si ha una Soft Fork quando una versione aggiornata del protocollo è compatibile con quelle vecchie e non aggiornate: perciò le vecchie versioni del software bitcoin sarebbero in grado di riconoscere anche i blocchi nuovi generati dai miner “aggiornati”.

In caso di Soft Fork, il cambiamento non sarebbe così drastico perché solo pochi nodi della rete bitcoin dovrebbero fare l’aggiornamento. E comunque dopo una Soft Fork tutti i nodi della rete continuerebbero a riconoscere i nuovi blocchi generati dal software aggiornato come validi e la blockchain continuerebbe ad andare avanti sulla sua strada.

E poi vi è l’Hard Fork bitcoin, che come si capisce dal nome è praticamente l’opposto. Infatti, una Hard Fork è un cambiamento al protocollo che non risulterebbe compatibile con le vecchie versioni del software. In altre parole, tutti dovrebbero aggiornare il proprio software se vogliono essere in grado di riconoscere i nuovi blocchi generati.

Il rischio dell’Hard Fork numero uno è il seguente: che non tutti aggiornino il proprio software bitcoin. Ci si ritroverebbe in una situazione dove magari una parte di miner ha aggiornato e quindi genera blocchi nuovi, mentre un’altra parte prosegue ad usare il software vecchio e generare i soliti blocchi.

Si verrebbero quindi a creare due blockchain separate, i cui blocchi non possono comunicare tra loro. Questo è il rischio principale che gli utenti bitcoin non vogliono correre, perché temono in una svalutazione della criptovaluta, oltre a delle possibili perdite di bitcoin durante questo drastico cambiamento.

La proposta degli sviluppatori o puristi dei bitcoin per evitare l’Hard Fork bitcoin

I cosiddetti sviluppatori o puristi del bitcoin sarebbero i “core developers” dei bitcoin, cioè il team di sviluppo che più si è occupato di gestire i cambiamenti a livello software dei bitcoin. La loro proposta ha preso il nome di BIP 141 (Bitcoin Improvement Proposal) o SegWit, ovvero “Segregated Witness”.

Per spiegare a parole provere la proposta SegWite per bitcoin: un blocco è composto dalle transazioni, che occupano il 99% dello spazio (di 1 Megabyte), ed è composto dai metadati (solo l’1%). I core devolopers vogliono proprio agire sulla parte dedicata alle transazioni.

Nelle transazioni sono inclusi vari dati su chi invia i bitcoin e chi li deve ricevere, così come il contenuto ma anche le commissioni pagate per velocizzare la transazioni. Non solo, ben il 65% dello spazio è occupato dall’elemento firma o testimone (Witness in inglese), che permette di verificare la reale disponibilità di bitcoin nel wallet di chi invia denaro.

I core devolopers o puristi del bitcoin hanno avanzato la seguente proposta: separare la parte del Witness dal blocco delle transazioni (da qui il nome “Segregated Witness”). In tal modo il blocco si alleggerirebbe di molto, e nonostante pesi 1 solo Megabyte, potrebbe contenere molte più transazioni.

Il risultato sarebbe il seguente:

  • Un blocco conterrebbe più transazioni di adesso, quindi elaborando un blocco più transazioni verrebbero convalidate
  • Tempi di attesa ridotti rispetto a quelli attuali
  • Commissioni da pagare ai miner ridotte

Ed è proprio su questo ultimo punto che dobbiamo soffermarci. Questa soluzione sarebbe una Soft Fork Bitcoin, che funziona come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente. Ma i miner non sono d’accordo per i motivi che esporremo nel paragrafo seguente.

La proposta dei miner per evitare l’Hard Fork bitcoin

Come avevamo detto nel paragrafo precedente, i miner non hanno ben accettato la proposta dei core developers denominata SegWit. Infatti, se la dimensione del blocco rimane uguale (ovvero 1 Megabyte) ma all’interno vengono inserite più transazioni, i miner andrebbero a perdere commissioni.

Infatti, proprio a causa dell’ingente numero di transazioni da effettuare e delle piccole dimensioni dei blocchi, molte persone erano a disposte a pagare alte commissioni pur di velocizzare le proprie transazioni. Se però i blocchi diventassero più spaziosi, molta gente non avrebbe più necessita di sborsare tali commissioni, e i guadagni dei miner calerebbero drasticamente.

Inoltre, bisogna ricordare che le commissioni dei miner venivano pagate in base ai byte del blocco (BTC/Byte). Ma se il blocco rimane di dimensioni uguale, la commissione da pagare non aumenta. Anzi, diminuisce perché:

  • Più transazioni in un solo blocco, quindi meno blocchi per i miner da convalidare
  • Meno competizione tra utenti per velocizzare le proprie transazioni, quindi minor necessità di pagare commissioni alte

Sommiamo a tutto ciò il fatto che fare il mining di bitcoin al giorno d’oggi è un business che richiede sempre più costi sul lato hardware, i miner devono comunque rientrare del loro investimento in qualche modo. Ed ecco quindi che i miner si sono opposti alla proposta BIP 141 per bitcoin.

Dalla loro parte, i miner hanno proposto la BIP 91 nota anche come SegWit2x. Questa proposta comprende la SegWit dei core developers, auspicando quindi una Soft Fork. Però, la dimensione dei blocchi passerebbe da 1 Megabyte a 2 Megabyte.

Sembrerebbe quindi una sorta di via di mezzo, per accontentare anche i miner. In tal modo infatti, i miner potrebbero aumentare il loro guadagno dalle commissioni, dato che vengono pagati a BTC/Byte (e qui il numero di byte potenzialmente raddoppierebbe: da 1 Megabyte a 2 Megabyte a blocco).

Inoltre bisogna considerare il fattore concorrenza: la proposta BIP 91 costringerebbe tutti i miner ad aggiornare il proprio software, e anche hardawre (quindi server e computer), per rimanere competitivi. Ma non tutti i miner possono permettersi ciò, e quindi la competizione diminuirebbe e i miner con più risorse avrebbero accesso a profitti maggiori.

Futuro bitcoin: successo o fallimento? Hard Fork bitcoin: evento possibile?

Oggigiorno, la proposta BIP 91 o SegWit2x sembra essere stata accettata dall’intera comunità dei miner. Ciò significa che la possibilità di una Hard Fork bitcoin è stata sventata, ed il 1 Agosto sarà una data normale come tutte le altre per il mondo dei bitcoin.

Teoricamente parlando, tutto dovrebbero andare per il verso giusto e i miner dovrebbero avere tempo necessario per aggiornarsi. Durante il mese di Agosto poi, incominceranno i preparativi per far diventare realtà la proposta relativa alla SegWit, per velocizzare quindi le transazioni bitcoin.

L’Indice Bitcoin nella lista delle risorse disponibili su IQ Option

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Nonostante sia stata scongiurata una Hard Fork, non proprio tutti sono soddisfatti di come si sono evoluti gli eventi. I miner hanno infatti fatto una dimostrazione di forza vera e propria. Dopotutto, sono loro che mettono a disposizione della rete i loro server e computer, permettendo alla rete bitcoin di sopravvivere e andare avanti, giorno dopo giorno.

Si potrebbe dire quindi che la rete bitcoin stia andando lentamente a finire nelle mani di pochi, che potrebbero gestirla a loro piacimento. Nei mesi che verranno si potrà ben capire la futura evoluzione dei bitcoin e vedere come reagirà l’intera comunità a questo cambiamento, o se vi saranno ulteriori frizioni.

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