Seconda ottava consecutiva con il segno meno per il cambio Euro-Dollaro, che ha lasciato sul terreno quasi 1 punto percentuale, concludendo gli scambi settimanali a quota 1,1774, in lieve ripresa dai minimi a 5 sedute, toccati a quota 1,1728. Le quotazioni sono state respinte dalla resistenza posta in area 1,19, non riuscendo ad andare oltre un massimo fatto segnare a quota 1,189.
Partenza settimanale con il piede sull’ acceleratore per Dollaro nei confronti delle principali valute mondiali, dopo che il Senato USA con una risicata maggioranza di 51 voti favorevoli e 49 contrari, ha dato il via libera alla riforma fiscale, che adesso dopo una convergenza di vedute tra Camera ed appunto il Senato, dovrebbe diventare legge per la fine del mese di Gennaio e l’inizio di Febbraio 2018.
Il biglietto verde ha tratto beneficio del significativo passo avanti del piano fiscale Trump, poiché è stato previsto che il taglio delle tasse contribuirà a far aumentare il PIL USA di almeno lo 0,3% nel prossimo anno, un fattore che potrebbe indurre la Federal Reserve a riconfermare i tre rialzi dei tassi d’ interesse inizialmente previsti per il 2018. Un rialzo nel corso del meeting di Martedì 12 e Mercoledì 13 Dicembre, invece, è scontato ormai quasi all’ 100%.
Dollaro che ha recuperato ulteriore terreno nei confronti dell’ Euro, facendo scivolare il cross EUR-USD sui minimi della settimana, dopo la buona lettura del dato sulle Non-Farm Payrolls.
Secondo il consueto report mensile curato dal Dipartimento per il lavoro USA, il saldo delle buste paga nei settori non agricoli USA, nel mese di Novembre, ha infatti evidenziato un aumento di +228 mila unità, dalle 244 mila unità della rilevazione precedente, attestandosi oltre le circa 200 mila unità attese dal mercato.
La forza del biglietto verde si è attenuata dopo aver appreso della lenta crescita crescita delle retribuzioni orarie, in aumento del 2,5% dal + 2,4% della precedente stime mensile, ma sotto le indicazioni degli analisti, che invece si aspettavano una lettura in crescita di 0,3 punti, a +2,7%.
I compensi orari consistono in un termometro tenuto molto in considerazione dalla banca centrale americana, poiché una crescita oltre il 3% di stimola la crescita dell’ inflazione. Il tasso di disoccupazione si è invece confermato stabile, sui minimi degli ultimi 17 anni, attestandosi al 4,1%, in linea con quanto atteso dagli analisti.
Le anticipazioni sul saldo delle buste paga nei settori privati statunitensi, fornite dalla società ADP, invece, aveva reso noto che nel mese di Novembre, le relative Payrolls sono aumentate di 190 mila unità, in calo dalle 235 mila unità della rilevazione mensile precedente , ma lievemente sopra le 185 mila unità, pronosticate dagli analisti.
Rimasta pressoché stabile la consueta rilevazione settimanale del numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, curata dal Dipartimento per il Lavoro Statunitense. Nella settimana terminata il 2 Dicembre, infatti, il saldo è sceso di 2 mila unità a 236 mila unità. Le attese degli analisti invece erano per una lieve risalita a 240 mila unità, dalle 238 mila unità della precedente lettura settimanale.
Il numero delle richieste continue di sussidio, nell’ ottava che si è conclusa il 25 Novembre, invece, è sceso a 1,908 milioni di unità, da 1,960 milioni di unità della settimana precedente. Battuti i pronostici degli analisti, che invece, si aspettavano un calo più contenuto a 1,919 milioni di unità. La media mensile, invece, si è assestata a 241.500 unità, in calo di 750 unità rispetto ad una settimana fa. La media a quattro settimane consiste in un termometro più preciso per misurare il sentiment del mercato del lavoro, in quanto meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali.
Occupazione a parte, la settima macro statunitense ha fatto registrare una serie di dati abbastanza sottotono, in primis la debole lettura degli ordini di beni durevoli USA, che nel mese di Ottobre sono scesi dello 0,1% rispetto alla forte dato di Settembre quando, invece, era stato evidenziato un deciso aumento dell’ 1,7% .Le attese degli analisti erano comunque per una discesa più ampia, dello 0,4%.
Giù anche la rilevazione dell’ indice ISM dei direttori d’acquisto degli Usa per il settore dei servizi, che a Novembre si è attestato a 57,4 punti, in calo dai 60,1 punti di Ottobre, portandosi anche al di sotto dei 59 punti attesi dagli analisti. In discesa anche la lettura definitiva dell’ indice PMI servizi statunitense del mese di Novembre, corretto al ribasso a 54 punti, contro i 54,7 punti della stima preliminare. Anche in questo caso sono state disattese le indicazioni degli analisti, che invece avevano pronosticato una revisione pari a 55,7 punti.
Non si arresta nemmeno il trend negativo della bilancia commerciale statunitense che, secondo quanto reso noto dal Dipartimento del Commercio USA, nel mese di Ottobre, ha evidenziato un deficit tra export ed import in aumento a -48,7 miliardi di dollari, dai -43,5 miliardi di dollari di settembre, attestandosi anche oltre i -47,5 miliardi di dollari indicati dal consensus degli analisti.
Notizie migliori sono arrivate dal mercato immobiliare che ha visto il ritorno alla crescita del saldo settimanale delle nuove richieste di mutui ipotecari. Secondo quanto elaborato dalla Mortgage Bankers Association (MBA) nella settimana che si è conclusa l’ 1 Dicembre, i mutui ipotecari negli USA sono aumentati del 4,7%, dopo il calo del 3,1% fatto registrare nella precedente rilevazione settimanale.
Ad Ottobre le scorte all’ingrosso negli Stati Uniti, stando a quanto reso noto dal Dipartimento per il Commercio USA, hanno subito una contrazione dello 0,5%, poco più dello 0,4% anticipato dalla rilevazione preliminare.
Biglietto verde giù e moneta unica europea in ripresa dopo che l’ indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi, a cura dell’ Università del Michigan, nella lettura preliminare del mese in corso, ha evidenziato una discesa a 96,8 punti, dai 98,5 punti della precedente rilevazione mensile. I pronostici degli analisti, invece, erano per un lieve aumento a 99 punti.
La settimana macro sul fronte europeo, invece, ha visto la revisione al rialzo del PIL del terzo trimestre dell’ Eurozona, che secondo quanto reso noto da EUROSTAT si è attestato in crescita al 2,6%, dal 2,5% della stima preliminare. Il sentiment economico sull’ area Euro è stata macchiata dalle indicazioni arrivate dalla società di ricerche Sentix, secondo cui la fiducia degli investitori nel mese di Dicembre è scesa più delle attese, dopo che nella precedente rilevazione mensile era balzata sui top degli ultimi 10 anni.
Nel mese di Ottobre i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,4%, in lieve calo rispetto al +0,5% del mese di Settembre, ma tuttavia superiore al +0,3% atteso dagli analisti. Eurostat ha inoltre comunicato che il dato su base annua ha registrato un aumento del 2,5%, contro il 2,8% della rilevazione mensile precedente. Le attese del mercato erano per un aumento lievemente maggiore, pari a +2,6%.
In calo anche le vendite al dettaglio, che nel mese di Ottobre sono diminuite dell’1,1% contro il + 0,8% di Settembre. Deluse le aspettative degli analisti che invece avevano pronosticato una discesa più contenuta, pari a -0,7%. La lettura su base annua ( Ottobre 2016 ),ha invece evidenziato un calo dello 0,4%.
Stima finale a 56,2 punti, che ha confermato la lettura preliminare, per il Purchasing Managers Index dell’ eurozona, di Novembre. Si rammenta che l’ indice PMI viene elaborato da un’ indagine condotta tenendo delle aspettative attuali e future dei direttori d’ acquisto delle principali aziende, in questo caso, dell’ area Euro.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance settimanale fatta registrare dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha centrato ben 4 Target Price pronosticati dalla strategia ribassista: 2 nella versione Intraday e 2 nella versione Over.
La strategia Long consiglia di attivare posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1813; Target Price individuati in area 1,1842 ed 1,187; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1751. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,187, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,1915 ed 1,1943; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1813 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1943, per tentare di prendere profitto in area 1,1971 ed 1,2017, estesa ad 1,2092; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1847 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1482, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1552 ed 1,1596, estesa ad 1,1624; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,14 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
La strategia Short, invece, consiglia di aprire posizioni ribassiste, nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria minore di 1,1751; Target Price attesi in prima battuta a 1,1724 e successivamente a 1,1696; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1813 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1696 per sfruttare possibili cali in area 1,1669 ed 1,1624; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1774 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1624 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1596 ed 1,1552, estesi a 1,1482; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1724 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2092 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,2017 ed 1,1971, estesa a 1,1943; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,2212 in chiusura di candela oraria o daily.
Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,14 – 1,145, fissando il Target Price in area 1,16 -1,165. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,125 in chiusura di candela giornaliera.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Il quadro grafico di breve periodo sulla coppia EUR-USD continua ancora a zoppicare, essendosi il cross riportato nuovamente sotto quota 1,18 in chiusura settimanale, facendo diminuire, per adesso, le probabilità di una veloce risalita in area 1,20.
La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,08 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,12 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sui massimi ad oltre 30 mesi, abbondantemente sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).
In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,12 ha generato l’ allungo verso area 1,16-1,18. Al ribasso, quindi, area 1,14 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,12 in un primo momento e successivamente in area 1,10. Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,15.
La fuoriuscita dal range sembrava aver gettato le basi per ulteriori rialzi con obiettivi in area 1,22. Fino a pochissimo tempo fa, comprare sui minimi ( 1,05 ) e vendere sui massimi ( 1,15 ) aveva un senso, ed in più occasioni aveva dato ottimi frutti. Adesso, essendo stata rotta al rialzo la parte alta della congestione, per le operazioni contro-trend si consiglia di operare con estrema cautela, in quanto la corsa della moneta unica europea sul medio-lungo periodo dopo aver raggiunto e superato area 1,20, resistenza di lungo periodo, potrebbe essere proiettata verso l’ostacolo successivo posto a quota 1,22 estesa ad area 1,24.
Tesi che potrebbe essere stata avvalorata dal pull-back, con tenuta, in area 1,165-1,16, effettuato per scaricare gli oscillatori di breve dall’ ipercomprato. Una chiusura settimanale sotto il forte supporto appena evidenziato potrebbe comunque aprire le porte ad ulteriori discese con target finale in area 1,14-1,13.
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