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CAMBIO EURO-DOLLARO SUI MINIMI A 3 MESI: RIMBALZO DEL BIGLIETTO VERDE GUIDATO DA BUONI DATI MACRO ARRIVATI DAGLI USA
Bilancio settimanale in rosso per il cross EUR-USD che ha lasciato sul terreno l’1,3%, facendo registrare una chiusura di ottava a quota 1,2131, reagendo parzialmente, dal minimo a 5 sedute toccato a quota 1,2056. Dal punto di vista tecnico, il rapporto di cambio tra la moneta unica europea ed il biglietto verde e scivolato sui valori più bassi degli ultimi tre mesi, deteriorando il quadro grafico di breve-medio periodo.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO
L’ attenzione di investitori e trader che operano sul cross EUR-USD è stata catalizzata dal meeting della Banca Centrale Europea, nel corso del quale, come largamente atteso, l’ istituto di Francoforte ha lasciato stabile a zero il tasso di rifinanziamento principale, confermando a -0,40% quello sui depositi; fermi allo 0,25% i prestiti overnight. A pesare principalmente sul rapporto di cambio tra la moneta unica europea ed il dollaro sono state le affermazioni del governatore della BCE, Mario Draghi, che ha confermato tassi bassi anche sul lungo periodo, anche oltre la scadenza del QE. Programma di Quantitative Easing che fino alla scadenza del 30 Settembre continuerà al ritmo di 30 miliardi di acquisti mensili. A preoccupare il board operativo dell’ istituto centrale europeo, il rallentamento della crescita economica nell’area Euro, evidenziata dalle ultime letture macro. Uno stop che per adesso, a detta di Draghi, viene catalogato come fisiologico, dopo due anni di crescita sostenuta.
L’ ottava macro europea si è aperta con la debole lettura dell’ indice PMI Manifatturiero dell’ Eurozona, che pur mantenendosi abbondantemente sopra la soglia che indica espansione ha evidenziato un rallentamento, portandosi sui minimi degli ultimi 14 mesi. L’istituto di ricerca economico-finanziaria Markit ha infatti reso noto che il Purchasing Managers Index dell’ area Euro, ad Aprile, si è assestato a 56 punti, in flessione dai 56,6 punti di Marzo. Variazione lievemente positiva, invece, per l’ indice PMI Servizi, che sempre nella stima preliminare di Aprile ha mostrato un aumento a 55 punti, dai 54,9 punti della precedente stima mensile. La lettura poco esaltante delle PMI dell’ Eurozona, quindi, senza dubbio, contribuirà a giustificare la strategia accomodante della BCE, emersa nella riunione dello scorso 24 Aprile.
Ulteriori segnali di rallentamento sono stati evidenziati con la deludente lettura dell’ indice IFO tedesco. Il termometro che misura la fiducia delle aziende in Germania, ad Aprile, in via preliminare, ha fatto registrare una flessione a 102,1 punti, in discesa dai 103,3 punti di Marzo. Lettura inferiore alle attese degli analisti, che invece avevano pronosticato un calo meno accentuato, a 102,8 punti. Frenata anche per l’ indicatore delle aspettative di business, sceso a 98,7 punti, dai 100 punti della rilevazione di Marzo, mentre i pronostici degli analisti erano per un calo più moderato, a 99,5 punti. Scende anche la valutazione della situazione attuale, assestatasi a 105,7 punti, dai 106,6 punti della precedente stima mensile. Deluse anche in questo caso le aspettative degli analisti, che indicavano un calo a 106 punti.
Cross EUR-USD indebolito anche dai risultati dell’ indagine condotta dalla Banca Centrale Europea tra i cosiddetti professional forecaster, da cui è emerso le aspettative di crescita dell’ inflazione nell’area Euro sono destinate a rallentare sia sul breve che sul medio periodo.
L’ analisi, punto di riferimento per le strategie di politica monetaria intraprese dalla BCE, che ha coinvolto 58 soggetti previsori, ha confermato l’atteggiamento prudente promosso dall’ istituto centrale europeo. L’ inflazione attese per l’ anno prossimo e per il 2020 è stata infatti rivista al ribasso di un decimo di punto, per entrambe le annate, passando rispettivamente all’1,6% dall’1,7% ed all’1,7% dall’ 1,8% delle indicazioni di tre mesi fa. Soltanto per il 2022, i prezzi al consumo dell’ Eurozona, previsti all’1,9%, si avvicineranno al 2% auspicato da Francoforte. Migliorate, invece, le proiezioni di crescita, con il PIL dell’ Eurozona del 2018 e 2019, rivisto al rialzo di un decimo di punto, rispettivamente al 2,4% ed al 2%.
La debolezza della coppia Euro-Dollaro è stata accentuata dalla buona lettura degli indici PMI statunitensi, che hanno supportato le quotazioni del biglietto verde. Il consueto report diffuso dalla società di ricerche ed analisi economico-finanziarie Markit, ha infatti reso noto che il Purchasing Managers Index manifatturiero, in via preliminare nel mese di Aprile ha evidenziato un aumento a 56,5 punti, dai 55,6 punti della lettura finale di Marzo. In crescita anche la stima flash del PMI Servizi, che sempre ad Aprile è salita a 54,4 punti, in progresso dai 54 punti della precedente lettura mensile. Variazione positiva anche per il PMI Composite, elaborato attraverso la media dei settori Manifatturiero e Servizi, in salita a 54,8 punti, dai 54,2 punti di Marzo.
Frenata mensile per l’ indicatore CFNAI redatto dalla Federal Reserve di Chicago, che a Marzo si è assestato a +0,10 punti, in calo dai +0,98 punti di Febbraio. Il suddetto indice, elaborato attraverso la media ponderata di 85 diversi indicatori, rileva le attività nazionali e le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti. Nonostante il deciso rallentamento, rispetto alla precedente stima mensile, il dato di Marzo, collocandosi sopra lo zero, indica ancora espansione.
Dollaro giù a favore dell’Euro, dopo che la Federal Reserve di Richmond ha reso noto che il cosiddetto Richmond Fed Index, nel mese di Marzo è crollato a -3 punti, dai 15 punti del mese di Febbraio. Stravolte le attese degli analisti, che invece avevano indicato una lettura in crescita a 16 punti.
Ancora ben intonato il mercato immobiliare statunitense, che ha sfornato principalmente dei dati superiori alle aspettative del mercato. Le vendite di case esistenti, a Marzo, hanno evidenziato un aumento dell’1,1%, assestandosi a 5,6 milioni di unità. Battute le indicazioni degli analisti, che invece non si spingevano oltre 5,5 milioni di unità. Oltre le attese anche le vendite di case nuove, che sempre nel mese di marzo sono balzate a 694 mila unità, contro le 667 mila unità vendute a Febbraio, ed a dispetto delle 625 mila unità previste dal consens. Continuano a crescere i prezzi delle abitazioni negli USA. Secondo la stima finale elaborata dalla Federal Housing Finance Agency, il cosiddetto indice FHFA, nella lettura finale di Febbraio, ha mostrato un incremento dello 0,6% su base mensile, mentre i pronostici degli analisti non andavano oltre il +0,5%. Segno “ più “ anche per l’ indice S&P/Case-Shiller, indicatore dei prezzi nelle 20 principali città degli USA, che sempre a Febbraio, nella stima finale, ha fatto registrare un progresso del 6,8%, a dispetto del +6,4% della lettura flash e del +6,4% indicato dagli analisti. Unica voce un po’ fuori dal coro, il rallentamento subito dalle nuove richieste settimanali di mutui ipotecari, che secondo quanto indicato dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nell’ ottava terminata il 21 Aprile, sono scese dello 0,2%, frenando rispetto al +4,9% della precedente rilevazione.
Dollaro che ha continuato a consolidare nei confronti della moneta unica europea, in seguito all’ aumento dell’ indice che misura il sentiment dei consumatori statunitensi, che stando a quanto diffuso dal Conference Board, ad Aprile, è aumentato a 128,7 punti dai 127 punti della precedente stima mensile. I pronostici degli analisti, invece, erano per una flessione a 126 punti.
Cross EUR-USD frenato dalla forte discesa del saldo settimanale delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione negli USA, che nell’ ottava terminata il 21 Aprile, sono calate sul livello più basso toccato dal 1969, assestandosi a 209 mila unità, in netta flessione rispetto alle 233 mila unità della precedente lettura settimanale. Nettamente battuti i pronostici degli analisti, che invece si aspettavano una lieve discesa a 230 mila unità. Dai dettagli emersi dal report diffuso dal Dipartimento per il Lavoro statunitense è inoltre emerso che, al 14 Aprile, il totale delle richieste di sussidio è diminuito a 1,837 milioni di unità, in calo da 1,866 milioni di unità della precedente lettura. In frenata anche la media mobile mensile, termometro meno volatile e quindi più veritiero rispetto alle singole rilevazioni settimanali, assestatasi a 229.250 unità, dopo il calo di 2.250 unità rispetto alla stima dell’ ottava precedente.
Cambio Euro-Dollaro nuovamente nella morsa delle vendite, dopo il balzo evidenziato dalla lettura preliminare degli ordinativi di beni durevoli, che nel mese di Marzo hanno fatto registrare un progresso del 2,6%, mentre le indicazioni degli analisti non superavano il+1,6%. Corretto al rialzo il dato mensile di febbraio, passato da +3% a +3,5%.
Le scorte all’ ingrosso di Marzo, stando alla lettura flash diffusa dal Dipartimento per il Commercio sono cresciute meno delle attese degli analisti, mostrando un +0,5%, mentre il consnsus era per un +0,6%.
L’ ottava macro statunitense ha visto il cross EUR-USD chiudere lievemente positivo, dopo la diffusione della prima lettura del PIL USA del primo trimestre. La crescita statunitense nei primi tre mesi dell’ anno ha fatto registrare un progresso del 2,3%, a dispetto del +2% atteso dagli analisti. Si è tuttavia trattata di una lettura contrastata, poiché nettamente inferiore al +4% evidenziato dal Prodotto Interno Lordo dell’ ultimo trimestre 2017.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, nonostante le fisiologiche prese di beneficio, consolida sopra l’ ex resistenza divenuta supporto, in area 1,20, facendo pertanto diminuire le probabilità di assistere ad un ritorno in area 1,16-1,165, supporto di medio periodo di fondamentale importanza. La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ). In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 ha generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al ribasso, quindi, area 1,18 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,16 in un primo momento e successivamente in area 1,14. Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,16. La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22 e successivamente prendere profitto verso l’ obiettivo finale posto in area 1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo cercano di scaricarsi dall’ ipercomprato. Per il proseguo del rialzo, dopo il salutare pull-back in area 1,22, sarebbe opportuno continuare a consolidare sopra quest’ ultimo livello o mal che vada non cedere sotto area 1,20, poiché le quotazioni potrebbero avvitarsi ulteriormente verso il basso, in area 1,8-1,16.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia Euro-Dollaro che ha centrato ben 5 dei 7 obiettivi pronosticati dalla strategia ribassista: 2 nella versione Intraday e 3 nella versione Over.
Lo scenario consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,2159; Target Price individuati in area 1,2187 ed 1,2234; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,2083. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,2234, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,2263 ed 1,2301; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,2159 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,2301, per tentare di prendere profitto in area 1,2339 ed 1,2386, estesa ad 1,2462; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,2234 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1788, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1861 ed 1,1935, estesi ad 1,2009; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,17 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,2083; Target Price attesi in prima battuta a 1,2055 e successivamente a 1,2009; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,2159 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,2009 per sfruttare possibili cali in area 1,198 ed 1,1935; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,2083 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1935 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1907 ed 1,1861, estesi ad 1,1788; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,2009 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2462 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,2386 ed 1,2339, estesi a 1,2263; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,254 in chiusura di candela oraria o daily.
Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,18, fissando il Target Price in area 1,20-1,205. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,165 in chiusura di candela giornaliera.
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