I digital certificates sono una tipologia di certificati sia a capitale protetto sia a capitale condizionatamente protetto. Nel primo caso significa che in caso di prestazione negativa del sottostante l’investitore otterrebbe indietro tutta la somma inizialmente investita, meno ovviamente i premi da pagare alla banca per mantenere aperta la posizione finanziaria. Nel secondo caso la salvaguardia del capitale investito si verifica solo se determinate condizioni sussistono, che andremo a vedere nel corso di questo articolo.
La durata media dei digital certificates varia dai 3 ai 6 anni. La tipologia a capitale protetto è dedicata a chi ha una bassissima propensione al rischio, mentre l’altra categoria è indicata per chi è disposto a correre un rischio leggermente più alto.
Le particolarità di questa tipologia di certificati sono essenzialmente due. La prima è la possibilità di investire sia long (al rialzo) sia short (al ribasso) sul sottostante indicato. La seconda peculiarità è proprio il livello digital. Con i digital certificates si può indicare una soglia che se fosse raggiunta in una determinata data di rilevazione porterebbe l’investitore ad avere un profitto prestabilito.
Andiamo con cautela e cerchiamo di spiegare al meglio cosa sono i digital certificates e come funzionano. Ci aiuteremo con un esempio totalmente inventato, ma verosimile ed efficace per la comprensione del certificato.
Se non sapete cosa sono i certificates o volete approfondire l’argomento prima di proseguire vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento qui >>> Cosa sono i certificates e come funzionano? [Guida alle tipologie]
Digital certificates: terminologia
Per avere una maggiore comprensione dei digital certificates è necessario spiegare quali sono i termini relativi a questa categoria di certificati. Ci rendiamo conto che il prodotto può essere di difficile comprensione per chi non è dentro il mondo della finanza e per questa ragione cercheremo di essere più chiari e semplici possibili.
- Sottostante: asset finanziario legato al certificato.
- Strike: prezzo dell’asset finanziario (sottostante) nel momento in cui si sottoscrive il certificato.
- Multiplo: quantità del sottostante presente nel digital certificate.
- Long/short: come accade anche per i CFD o i futures. Long è un investimento al rialzo, short è al ribasso del valore del sottostante.
- Livello di barriera: sotto questo limite il certificato long è da considerarsi negativo. In caso invece di certificato short la prestazione negativa partirebbe sopra il limite di barriera. Il limite di barriera è presente solo nei digital certificates a capitale condizionatamente protetto. Non presente nei certificati a capitale protetto.
- Livello digital: livello imposto in fase di sottoscrizione. Qualora raggiunto nelle date di osservazione intermedie e finale l’investitore otterrebbe un guadagno. Tale guadagno è l’importo digital.
- Data di osservazione intermedia: giorno in cui si osserva l’andamento del valore del sottostante collegato al certificato. Se il livello digital è stato raggiunto l’investitore ottiene l’importo digital.
- Data di osservazione finale: giorno in cui scade il certificato. Come per quelle intermedie, anche qui si considera l’eventualità di una riscossione dell’importo digital.
Possiamo notare che il vantaggio principale di questa categoria di certificati è senza dubbio la possibilità di avere il capitale investito protetto. Nel caso di digital certificates a capitale condizionatamente protetto il vantaggio consisterebbe nella presenza del livello di barriera, che di fatto consente all’investitore di trasformare una prestazione leggermente negativa in positiva.
L’importo digital è un fattore molto interessante perché porta l’investitore ad ottenere un guadagno extra nelle date di osservazione intermedie. Esso si concretizzerebbe nelle date intermedie anche se alla data di osservazione finale la performance generale dovesse essere negativa.
Digital certificates: esempio
Per capirne il funzionamento ricorreremo a un esempio inventato da noi, dunque le quotazioni che si susseguiranno non dovranno essere considerate veritiere, ma solo utili ai fini della comprensione dei digital certificates.
Il risparmiatore sottoscrive presso la sua banca il certificato digital long con sottostante il cambio euro dollaro. La durata del certificato sarà di 4 anni e l’investimento è pari a 10.000€. Nel momento della sottoscrizione EUR/USD si trova a 1,23, mentre il livello digital è concordato a 1,27 e il raggiungimento di tale livello viene osservato ogni 2 anni e in tal caso il premio sarebbe di 1.000€.
Dopo due anni se il cambio euro dollaro dovesse aver raggiunto quota 1,27 l’investitore otterrebbe 1.000€ di premio per aver raggiunto il livello digital, in caso contrario non accadrebbe nulla.
Dopo altri due anni, dunque al termine del certificato, potremmo avere tre ipotesi:
- Il sottostante ha raggiunto nuovamente quota 1,27 attestandosi lì nella data di scadenza con una crescita del 3,25% nei 4 anni. Oltre ai 1.000€ del premio verrà riconosciuta la performance positiva del cambio euro dollaro e dunque il risparmiatore otterrebbe indietro 10.325€ (10.000+325).
- Il cambio EUR/USD non raggiunge quota 1,27, ma si attesta a 1,24, ottenendo una performance positiva dello 0,81%. All’investitore tornerebbero 10.081€.
- Il cambio euro dollaro giunge a quota 1,20, il risparmiatore non otterrebbe nessun premio e avrebbe indietro il capitale investito, ovvero 10.000€.
L’esempio riportato è riferito ai digital certificates a capitale protetto. Qualora l’investitore avesse optato per un certificato a capitale condizionatamente protetto vi sarebbe stato il livello di barriera, che se superato avrebbe escluso la possibilità della salvaguardia della somma investita.
In fase di sottoscrizione con la banca saprete con certezza di che categoria appartiene il certificato e vi esortiamo a chiedere più lumi possibili all’istituto bancario a cui vi rivolgete.
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