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CROSS EUR-USD VOLATILE DOPO SCONTATO RIALZO DEI TASSI USA: PESA TAGLIO ATTESE MANOVRE RIALZI E PIL USA 2019
Settimana volatile per la coppia EUR-USD, che dopo un perentorio recupero sui top a 5 settimane, su un picco intraday a quota 1,1487, ha innescato la marcia indietro, chiudendo l’ ottava prenatalizia in calo dello 0,66% a quota 1,137. La performance delle ultime 5 sedute ha tuttavia evidenziato un rialzo di quasi lo 0,6%.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO
L’attenzione dei trader sul mercato del Forex è stata principalmente rivolta verso il meeting della Federal Reserve, in cui come, come da attese, l’ istituto centrale statunitense ha alzato i tassi d’ interesse di 25 punti base. Quanto emerso dalla riunione della FED ha tuttavia mandato letteralmente al tappeto il biglietto verde, poiché la banca centrale guidata dal governatore Jerome Powell ha abbassato le previsione sulle manovre al rialzo previste per il 2019, portandole a da tre a due. Corrette al ribasso anche le stime sul USA 2019, portato al 2,3% dal 2,5% della previsione precedente.
Lieve sforbiciata anche per il tasso d’ inflazione atteso per il prossimo anno, limato all’ 1,9% dal 2%. Previsto stabile al 3,5%, come da precedente stima, invece, il tasso di disoccupazione. Powell ha inoltre cercato di rassicurare i mercati, affermando che la volatilità che sta colpendo gli indici di Wall Street al momento non è preoccupante.
Euro giù in avvio di ottava dopo l’ inatteso rallentamento della bilancia commerciale destagionalizzata dell’ Eurozona, che nel mese di Ottobre ha evidenziato un surplus di 12,5 miliardi di euro, in frenata dai 13 miliardi di euro della stima definitiva di Ottobre ( corretta da +13,4 miliardi di euro della stima preliminare ). I pronostici degli analisti, invece, avevano espresso un aumento dell’ avanzo a 14 miliardi di euro.
Euro che ha inoltre subito l’ effetto negativo scaturito con la debole lettura dell’indice IFO tedesco del mese di Dicembre. L’ indicatore che rileva la misura degli imprenditori tedeschi, lo scorso mese, si è infatti assestato a 101 punti, in calo dai 102 punti di Novembre. Le attese del mercato erano per una minor contrazione, a 101,7 punti.
Cross EUR-USD sostenuto dalle buone indicazioni arrivate con la lettura delle partite correnti dei 19 Paesi dell’ area Euro, che ad Ottobre ha evidenziato un surplus a 23 miliardi di euro, in crescita dai 18 miliardi di euro della precedente stima mensile. Secondo i dati diffusi dalla BCE, il rapporto Surplus/PIL nell’ Eurozona si è portato al 3%, in lieve flessione dal +3,1% su base annua della precedente rilevazione di Settembre. Secondo le proiezioni della Banca Centrale Europea, tuttavia, il rapporto tra avanzo e Prodotto Interno Lordo dovrebbe scendere al 2,7% nel 2019, por poi sgonfiarsi ulteriormente al 2,5% entro il 2021.
Segno “ meno “ per la fiducia dei consumatori della zona euro, che nel mese di Dicembre è crollata a -6,2 punti, scendendo ai minimi a quasi due anni. Netta la battuta d’arresto rispetto ai -3,9 punti di Novembre. Lettura in calo anche per il dato relativo all’ Unione Europea, giù a -5,9 punti dai -3,7 punti della precedente rivelazione mensile. In questo caso si è trattato di un livello che non veniva toccato da Novembre 2016 ( -5,9 punti ).
Oltreoceano, invece, la carrellata di dati macro ha avuto inizio con la lettura in deciso calo fatta registrare dall’ indice Empire State di New York nel mese di Dicembre, assestatosi a 10,90 punti, in decisa discesa dai 23,30 punti di Novembre. Il consensus degli analisti, per l’ indicatore che misura l’andamento del comparto manifatturiero newyorkese, invece, indicava un calo più contenuto, a 20,10 punti.
Lunga la sfilza di letture macro che ha riguardato il settore immobiliare. L’indice NAHB, indicatore sullo stato di fiducia dei costruttori immobiliaristi negli USA, a Dicembre, ha subito una flessione a 56 punti, in frenata dai 60 punti di Novembre. Ribaltati i pronostici degli analisti, che invece si aspettavano una lieve salita a 61 punti. Migliora invece l’ andamento dei nuovi cantieri avviati, che a Novembre sono aumentati del 3,2%, portandosi a 1,256 milioni di unità, in crescita da 1,217 milioni di unità della stima di Ottobre. Battuta, nonostante il calo, le indicazioni degli analisti, che invece avevano pronosticato una crescita più moderata, a 1,225 milioni di unità.
Tornano a scendere le nuove richieste di mutui ipotecari, in calo del 5,8% nell’ottava che si è conclusa il 14 Dicembre, peggiorando rispetto al +1,6% della precedente lettura settimanale, diffusa a cura della Mortgage Bankers Association ( MBA ).
Continua ad aumentare il deficit delle partite correnti negli Stati Uniti, che secondo quanto reso noto dal Bureau of Economic Analysis ( BEA ) è cresciuto a 124,8 miliardi di dollari, in ascesa dai 101,2 miliardi di dollari della precedente stima. Gli analisti, invece, avevano indicato un aumento a 124,3 miliardi di dollari.
Oro in ascesa e dollaro in calo dopo la flessione registrata dal Philadelphia FED Index. L’indicatore che misura la fiducia commerciale dei produttori nel distretto federale della città Pennsylvania, nel mese in corso, si è infatti assestato a 9,4 punti, dai 12,9 punti della precedente stima mensile. Nettamente deluse le attese degli analisti, che invece si aspettavano un miglioramento a 15 punti. Il cosiddetto Philly FED Index ha una rilevanza molto importante a livello macro, in quanto rivela l’andamento del settore manifatturiero del terzo distretto federale per grandezza negli USA. Il valore che ne consegue è frutto di un’ indagine condotta dalla locale FED a cui i partecipanti danno la loro valutazione in merito ai cambiamenti rispetto alla precedente stima e forniscono le previsioni per i successivi sei mesi. Un risultato sopra la soglia zero è indice di espansione del comparto manifatturiero mentre una valore inferiore a zero è sinonimo di contrazione.
Il saldo settimanale delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nell’ ottava terminata il 15 Dicembre, si è portato a 214 mila unità, in aumento rispetto alle 206 mila unità della precedente ottava, mentre il consensus era per un aumento a 219 mila unità. La media delle ultime quattro settimane, dato più affidabile poiché meno volatile rispetto alle singole letture settimanali, si è assestata a 222.000 unità, in calo di 2.750 unità rispetto all’ ottava precedente. Il Dipartimento per il Lavoro ha inoltre reso noto che il totale dei richiedenti indennizzo, all’ 8 Dicembre, è salito a 1,688 milioni di unità, in aumento rispetto a 1,661 milioni di unità della settimana precedente. Gli analisti, invece, avevano indicato un valore pari a 1,665 milioni di unità.
Il Leading Index del Conference Board USA, nel mese di Novembre ha evidenziato un incremento dello 0,2%, in salita rispetto al +0,1% della precedente stima e rispetto alle attese degli analisti, che invece, avevano pronosticato una rivelazione invariata.
La lettura finale dell’ indice della fiducia dei consumatori del mese di Dicembre, diffusa dall’ Università del Michigan si è portata a 98,3 punti, in aumento dai 97,5 punti della stima flash e dai 97,4 punti delle indicazioni degli analisti.
Delude le attese, la stima sul reddito personale di Novembre, in progresso dello 0,2% su base mensile, ma in calo rispetto al +0,3% atteso dal mercato ed a fronte del +0,5% di Ottobre. Di poco oltre le aspettative, invece, le spese per i consumi personali, in crescita dello 0,4% su base mensile, a dispetto di un aumento dello 0,3% pronosticato dagli analisti. La lettura ha tuttavia evidenziato una frenata rispetto al +0,8% della precedente rilevazione, a sua volta corretta al rialzo da +0,6% della stima flash. Le due suddette letture diffuse dal Dipartimento per il Commercio USA sono due indicatori seguiti con molta attenzione dalla FED, in quanto contribuiscono direttamente sulla formazione del Prodotto Interno Lordo statunitense.
PIL USA che nella terza ed ultima lettura del terzo trimestre si è assestato a +3,4% annualizzato rispetto ai tre mesi precedenti, mentre la seconda lettura aveva infatti rivelato un valore pari a +3,5%. Molto evidente il rallentamento rispetto al +4,2% della stima finale del secondo trimestre. La frenata della crescita è stata principalmente causata dal calo dei consumi e dell’ export.
L’ ottava si è chiusa con la stima degli ordinativi di beni durevoli, che nel mese di Novembre sono aumentati dello 0,8%, in deciso aumento rispetto al -4,3% della rivelazione di Ottobre. Le indicazioni degli analisti erano per un maggior incremento, pari a +1,3%.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Come indicato nel corso delle precedenti sessioni di analisi tecnica sul cross EUR-USD, la perdita dell’ importante supporto che passa in area 1,16, ha nuovamente compromesso il quadro tecnico della coppia di valute più scambiata sul mercato del Forex. La chiusura settimanale sotto tale livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la seconda parte del 2017 ed i primi tre mesi del 2018. Dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.
La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo si sono scaricati dall’ ipercomprato e tendono all’ ipervenduto. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, soltanto il recupero di area 1,14 , in chiusura weekly, scongiurare il ritorno in area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha centrato i 2 obiettivi della strategia Long Intrday ed i 2 target della strategia Long Over.
La strategia rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1385 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1411 e 1,1455; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1341.
Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1455, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1482 e successivamente a 1,1526; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,137 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1526, per tentare di prendere profitto in area 1,1553 e 1,1597, estesa ad 1,167; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1455 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,11, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1132 e 1,1175, estesi ad 1,125; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,105 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
La strategia ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1341; Target Price attesi in prima battuta a 1,1315 e successivamente a 1,1271; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1385 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1271 per sfruttare possibili cali in area 1,125 e 1,1201; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1341 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1201 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1175 e 1,1132, estesi ad 1,11; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1271 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,167 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1597 e 1,1553, estesi a 1,1482; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,172 in chiusura di candela oraria o daily.
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