PRESE DI BENEFICIO SULL’ INDICE FTSE MIB DOPO MOMENTANEO ALLUNGO OLTRE AREA 21.000 PUNTI

Marcia indietro per l’ indice Ftse Mib che dopo essersi spinto su un top intraday a circa 21.010 punti, nonché massimo dallo scorso mese di Settembre, ha fatto registrare un bilancio settimanale in calo dell’1%, a fronte di una chiusura di Venerdì 8 Marzo a circa 20.485 punti. Spread BTP-BUND sui minimi di periodo e rendimento sul decennale in calo al 2,50%, il tutto in una cornice ricca di dati macro con luci ed ombre.

LE NOTIZIE PIU’ SENSIBILI PER LE QUOTAZIONI DELL’ INDICE FTSE MIB

Nella prima parte della scorsa ottava l’ indice Ftse Mib aveva beneficiato della revisione al rialzo del Prodotto Interno Lordo italiano relativo al quarto trimestre 2018. Secondo la stima finale diffusa dall’ ISTAT il PIL del Q4 2018 si è assestato a -0,1%, in lieve miglioramento dal -0,2% della prima lettura.

La suddetta lettura finale su base annua si è invece confermata a +0,1%, come da lettura flash. Dalle pagine del report ISTAT è inoltre emerso che i consumi e gli investimenti sono rispettivamente aumentati dello 0,1% e dello 0,3%.

Bene anche le esportazioni nette ( +0,2% ), mentre a pesare sul risultato con un -0,4% hanno contribuito le scorte. Import ed Export sono hanno evidenziato un rispettivo incremento dello 0,7% e dell’1,3%. Giù il valore aggiunto in termini congiunturali per agricoltura ed industria, in calo nell’ ordine dello 1,1% e dello 0,5%%; mentre il comparto servizi ha rivelato un valore aggiunto dello 0,1%. L’ istituto nazionale di statistica, pur sottolineando la timida ripresa appena evidenziata, ha reso noto che la debolezza dell’ economia tricolore dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, poiché lo ha inoltre rivelato anche le ultime stime degli indicatori anticipatori curati dall’ OCSE.

Segnali incoraggianti sono tuttavia arrivati con la lettura dell’ indice PMI servizi del mese di Febbraio, ritornato oltre la soglia di espansione dei 50 punti, in quanto assestatosi a 50,4 punti dai 49,7 punti di Gennaio. Battute le attese degli analisti, che invece avevano indicato un’ ulteriore contrazione a 49,4 punti. L’ entusiasmo è stato tuttavia frenato dal calo dei nuovi ordini, scesi a 49,8 punti dai 50,8 punti del mese precedente, toccando il minor livello da Febbraio 2015.

In ripresa anche il PMI Composito, cresciuto a 49,6 punti dai 48,8 punti di Gennaio, nonostante il rallentamento subito dal PMI manifatturiero, crollato sul livello più basso dal 2013, a 47,7 punti. Il Purchasing Managers Index Composite, il cui risultato è la somma tra le componenti PMI di manifattura e servizi, è rimasto tuttavia sotto il livello di espansione.

L’ indicatore PMI relativo al settore costruzioni, sempre lo scorso mese, ha invece subito un calo a 50,7 punti dai 51,8 punti di Gennaio, facendo registrare la lettura più debole degli ultimi 11 mesi.

Continua ad aumentare il debito Target2 dell’ Italia, che secondo quanto emerso dai dati contenuti nel documento sugli aggregati di bilancio della Banca d’ Italia, a Febbraio, ha evidenziato un incremento del passivo a 482,836 miliardi di euro, dai 481,969 miliardi di euro della precedente stima mensile. Lo scorso mese di Agosto si era invece toccato un picco storico a 492,527 miliardi di euro.

L’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio in valore nel mese di gennaio è salito dello 0,5% dopo essere sceso dello 0,6% (rivisto da -0,7%) a dicembre. Lo rende noto Istat. Su base annua l’indice grezzo è salito dell’1,3% dal -0,8% (rivisto da -0,6%) del mese precedente. Per quanto riguarda l’indice in volume delle vendite al dettaglio, a gennaio è salito dello 0,6% su base congiunturale dopo essere sceso dello 0,7% in dicembre. Su anno ha registrato un aumento dell’1,5% dal -0,6% (rivisto da -0,5%) del mese precedente.

In sensibile crescita oltre le stime degli analisti l’ indice destagionalizzato della produzione industriale, che a Gennaio è salito dell’1,7% su base mensile, in netta controtendenza dal -0,7% di Dicembre ( corretto da -0,8% della stima flash ). In calo dell’ 1,8%, tuttavia, la media nel periodo Novembre-Gennaio, rispetto al trimestre precedente. L’indicatore destagionalizzato, lo scorso mese, ha rivelato aumenti congiunturali per tutti i comparti, con l’ aumento più marcato che ha riguardato il settore dell’ energia ( +6,4% ); mentre beni di consumo, beni intermedi e beni strumentali hanno evidenziato rispettivamente progressi pari a +2,4%,+1% e +0,3%.

I prezzi alla produzione dell’ industria, a Gennaio, sono invece rimasti invariati rispetto al mese precedente quando fecero segnare un calo dello 0,6%; mentre sono aumentati del 4,4% su base annua, rallentando rispetto al 5,2% a/a di Dicembre. I prezzi alla produzione al netto del comparto dell’ energia hanno rivelato un incremento dello 0,2% m/m ed un aumento ridotto a +0,9% a/a. Da ulteriori dettagli rilasciati dall’ Istat è inoltre emerso che i prezzi per la fabbricazione di prodotti farmaceutici e quelli relativi all’ industria tessile sono rispettivamente cresciuti del +2,0% e dell’ 1,9%; in flessione invece i prezzi alla produzione dei prodotti petroliferi raffinati, giù del -2,9%.

VISIONE TECNICA DI BREVE-MEDIO PERIODO SULL’ INDICE FTSE MIB

Il ritorno in chiusura settimanale oltre area 20.000 punti potrebbe cambiare il sentiment di breve-medio periodo dell’ indice Ftse Mib, aprendo la strada ad un ritorno verso area 21.000 punti e nella migliore delle ipotesi verso area 22.000 punti.

Il principale listino azionario milanese, soltanto lo scorso Maggio, aveva rotto al rialzo la forte resistenza tecnica rappresentata da area 24.000 punti e si era riportato su valori che non erano stati più toccati dal 2009, volando fino ad un massimo oltre area 24.500 punti. Il movimento di accumulo che si era verificato in area 22.000-22.500 punti aveva consentito al principale indice italiano di caricarsi come una molla e di schizzare verso l’alto, sfondando il forte ostacolo appena citato, che a Gennaio 2018, in prima battuta, aveva respinto verso il basso le quotazioni.

Il quadro rialzista di fondo in costruzione ( +53% ) dai minimi di Novembre 2016 a ridosso dei 16.000 punti, fino ai massimi in area 24.500 punti), con la discesa al disotto del supporto in area 21.500-21.400 punti, invece, si era decisamente deteriorato. Dopo aver rotto al ribasso anche il sostegno di medio periodo, in area 21.000-20.800 punti in chiusura settimanale, il Ftse Mib aveva mandato definitivamente in cantina la pista rialzista di medio-lungo periodo che, dopo aver centrato il primo obiettivo posto in area in area 24.500, aveva messo nel mirino anche il target successivo, individuato in area 25.000 punti. La chiusura d’ottava sotto il supporto di breve-medio ( 21.000-20.800 punti ) aveva contribuito a centrare un primo target ribassista in area 20.000 ed il successivo obiettivo in area 19.000-18.500 punti.

La successiva discesa sotto l’ importante soglia tecnica e psicologica rappresentata da area 19.000-18.500 punti aveva invece prodotto un ulteriore affondo sui minimi a due anni, a quota 17.914 punti. Sul brevissimo, il recupero oltre area 19.000 punti ha spianato la strada al recupero di area 20.500-20.800, ma tuttavia per scacciare in maniera quasi definitiva uno scenario nuovamente ribassista, si renderà necessario superare stabilmente area 21.000 punti, per poi puntare ad allungo in area 22.000-22.500 punti.

CONSIGLI DI TRADING SULL’ INDICE FTSE MIB

Ottima la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante l’ indice Ftse Mib, che ha centrato 4 dei 7 obiettivi della strategia rialzista: 2 nella versione Intraday e 2 nella versione Over; ed ha inoltre preso profitto su 3 obiettivi indicati dalla strategia ribassista: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.

La strategia rialzista prevede l’apertura diposizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oltre quota 20.625 punti in chiusura oraria, Target Price attesi in area e 20.745 e 20.820 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 20.420 punti.

Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera superiore a 20.820 punti, per sfruttare possibili allunghi in area 20.870 e 20.950 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 20.625 punti in chiusura di candela oraria. Ancora una volta arricchiamo il nostro Trading System con una terza serie di operazioni sulla forza, attivate in seguito ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 21.950 punti, e che prevedono Target Price prima a 21.010 punti e successivamente a 21.140 punti, estesi a 21.350 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 20.820 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 19.570 punti, per cercare di sfruttare possibili rimbalzi in prima battuta a 19.765 e successivamente a 19.890 punti, estesi a 20.090 punti; Stop Loss in caso di eventuali discese sotto 19.570 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, consiglia di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 20.420 punti, con obiettivi attesi a 20.340 e 20.215 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria maggiore di 20.625 punti.

Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 20.215 punti, per cercare di anticipare possibili discese, prima a 20.140 punti e successivamente a 20.090 punti; Stop Loss in caso di ritorno oltre 20.485 punti in chiusura di candela oraria. Ed ancora Short con la perdita di quota 20.090 punti in close orario, per sfruttare la pressione ribassista fino a 19.965 e 19.890 punti, con possibili estensioni al ribasso fino a 19.765 punti; Stop Loss in caso di close orario maggiore di 20.385 punti. Suggeriti vendite speculative in caso di allungo in area 21.430 punti, per cercare di sfruttare possibili pull-back di prezzo, prima a 21.085 punti e successivamente a 21.005 punti, estesi a 20.655 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria o giornaliera maggiore di 21.650 punti.

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