Indice
- 1 LA COPPIA EUR-USD RISALE DAI MINIMI PLURIMENSILI SOTTO QUOTA 1,12 GRAZIE A DELUDENTI NON-FARM PAYROLLS USA DI FEBBRAIO
- 2 LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ RILEVANTI PER LE QUOTAZIONI DEL CAMBIO EURO-DOLLARO
- 3 VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
- 4 STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
LA COPPIA EUR-USD RISALE DAI MINIMI PLURIMENSILI SOTTO QUOTA 1,12 GRAZIE A DELUDENTI NON-FARM PAYROLLS USA DI FEBBRAIO
Settimana molto complicata per il cross EUR-USD sia sotto l’aspetto tecnico che dal punto di vista macro. Per quanto riguarda l’ AT, la coppia è riuscita a momentaneamente a raddrizzare una situazione che stava per farsi veramente pericolosa, dopo che le quotazioni avevano rotto il supporto statico che passa in area 1,12, per la prima volta da Giugno 2017, scivolando su un minimo intraday a quota 1,1176.
La performance delle ultime 5 sedute ha tuttavia evidenziato un calo di quasi l’1,2%, ma fortunatamente l’ ultimo scambio settimanale è stato registrato a quota 1,1244, pertanto al di sopra dell’ importante sostegno citato in precedenza. Il sentiment tecnico sia sui time-frame di brevissimo che di breve-medio periodo rimane nonostante ciò ancora improntato nettamente al ribasso.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ RILEVANTI PER LE QUOTAZIONI DEL CAMBIO EURO-DOLLARO
Come da titolo iniziale, il recupero delle quotazioni dai minimi da Giugno 2017, sotto area 1,12, è stato sostenuto dal rallentamento fatto registrare dal saldo dei nuovi occupati nel settore non agricolo statunitense, che nel mese di Febbraio ha evidenziato un incremento di sole 20 mila unità. Un vero e proprio crollo per la cosiddette Non Farm Payrolls nello scorso mese, dopo che a Gennaio era stato evidenziato un valore pari a +311 mila unità, corretto al rialzo dalle +304 mila unità della prima lettura. Decisamente disattese anche le aspettative degli analisti, che invece avevano indicato risultato pari a +180 mila unità.
In frenata anche il salario medio orario, cresciuto dello 0,1% su base mensile, ma meno del +0,4% di Gennaio, mentre gli analisti si aspettavano un aumento dello 0,3%. Su base annua, la suddetta lettura ha invece mostrato un progresso del 3,2% ( come da attese ), ma rallentando rispetto al +3,3% della stima mensile precedente ( rivista da +3,2% ). Buone indicazioni per il tasso di disoccupazione, che sempre a Febbraio è sceso al 3,8% dal 4% di Gennaio.
La stima sulle Non-Farm Payrolls, come ormai prassi, è arrivata dopo il job report diffuso da Automatic Data Processing ( ADP ), secondo cui il numero degli occupati nei settori privati USA , lo scorso mese, si era assestato a +183 mila unità, evidenziando in questo caso una riduzione meno marcata rispetto alle +213 mila unità del precedente saldo mensile. Le attese degli analisti, in questo caso, erano per un aumento di 190 mila unità. Automatic Data Processing è una società statunitense leader nel campo delle ricerche in ambito amministrativo, il suo report copre il 20% delle buste paga nei settori privati non agricoli statunitensi, su un campione di circa 500 mila aziende.
La forte discesa della coppia Euro-Dollaro è stata invece principalmente alimentata dal netto taglio delle stime BCE sul PIL dell’ Eurozona. L’ istituto centrale europeo ha infatti rivisto decisamente al ribasso le attese sul Prodotto Interno Lordo relativo al 2019 ed al 2020, che sono stati rispettivamente corretti a +1,1% da +1,7% dell’ ultima stima di Dicembre, ed a +1,6% da +1,7% dell’indicazione precedente. Confermato all’1,5%, invece, il PIL atteso al 2021. Il numero 1 della BCE, Mario Draghi, nel corso della conferenza post-meeting ha inoltre reso noto che i tassi d’ interesse rimarranno fermi per tutto il 2019, mentre in precedenza era stato indicato un possibile incremento alla fine della prossima estate. La Banca Centrale Europea ha tuttavia ribadito che l’ economia dell’ Eurozona non sta andando incontro ad una recessione, ma ad un rallentamento della crescita, causato principalmente da tensioni commerciali globali, che stanno pesando sulla produzione industriale e sull’ export.
Draghi ha inoltre annunciato una nuova serie di operazioni di rifinanziamento a lungo termine ( TLTRO III ), a cadenza trimestrale, a partire da Settembre 2019 fino a Marzo 2021, ciascuna con scadenza a due anni.
È invece arrivata a fine ottava la lettura finale del PIL del quarto trimestre 2018 dell’ Eurozona, diffusa da Eurostat. L’istituto di statistica europeo ha rivelato un aumento dello 0,2% su base trimestrale ( Q3 2018 +0,1% ) ed un progresso dell’1,1% su base annua, mentre la stima preliminare aveva indicato un aumento dello 0,2% sul trimestre precedente ed un incremento dell’1,2% su base annua.
Euro giù sul dollaro, nonostante la risalita del morale degli investitori nell’ Area Euro, nel mese in corso, che si è portato, secondo la stima dell’ indice Sentix, a -2,2 punti, recuperando terreno rispetto ai -3,7 punti dello scorso mese. Lettura migliore degli analisti, che invece avevano stimato un valore pari a -3,1 punti. La stima sul Sentiment di fiducia ha beneficiato della ripresa delle aspettative sulla crescita economica in Asia, che potrebbe avere risvolti positivi anche per l’ andamento economico nel Vecchio Continente.
Deciso balzo in avanti per le vendite al dettaglio nell’ Eurozona nel mese di Gennaio, aumentate dell’1,3%, in netto miglioramento dal -1,4% del mese precedente, a sua volta corretto al rialzo da -1,6% della prima lettura ( attese +1,2% ). Le vendite al dettaglio su base annua hanno invece evidenziato un aumento del 2,2%, oltre il +1,9% indicato dal consensus.
IHS Markit ha rivelato che la stima finale dell’indice PMI servizi dell’ Area Euro si è assestata a 52,8 punti, in miglioramento dai 52,3 punti della prima lettura. I nuovi ordini hanno evidenziato un aumento a 51,4 punti dai 50 ,1 punti del mese precedente. La rilevazione dell’ indicatore PMI Composito ( Pmi Manifatturiero più PMI Servizi ) si è invece portata a 51,9 punti dai 51,4 punti della stima flash e dai 51 punti di Gennaio.
Eurostat ha invece reso noto che i prezzi alla produzione nell’ Unione Europea, a Gennaio, sono aumentati dello 0,4%, invertendo rotta dalla flessione dello 0,8% di Dicembre. Le attese degli analisti, invece, erano per un incremento più modesto, pari a+0,3%. Su base annua, i prezzi alla produzione hanno invece rivelato un aumento del 3%, come da precedente stima mensile, ma oltre il +2,9% atteso dagli analisti.
Negli USA , invece, ha stupito l’ ottima lettura dell’ indice ISM non Manifatturiero di febbraio, salito a 64,7 punti da 59,7 punti della precedente stima mensile. Gli analisti, invece, avevano indicato un modesto miglioramento, a 59,9 punti.
Fitta di dati la settimana per il mercato immobiliare USA, dove le spese per le costruzioni nel mese di Dicembre, sono scese dello 0,6% su base mensile, deludendo le attese, che invece avevano pronosticato un aumento dello 0,2%. La suddetta stima, per intero 2018, ha invece evidenziato un incremento del 4,1%, rivelandosi tuttavia il più basso dal 2011. In netta frenata le spese nell’edilizia residenziale privata, in crescita del 3,3% rispetto al 2017, ma in netto rallentamento dopo il +10% fatto registrare consecutivamente negli ultimi sei anni.
Le vendite di case nuove, a Dicembre, hanno fatto registrare un aumento del 3,7% su base mensile, ma al di sotto del +9,1% della lettura di Novembre ( rivista in calo da +16,9% della comunicazione flash ). Le attese degli analisti, invece davano una contrazione dell’ 8,7%.
Incremento dell’1,4% per i permessi edilizi negli USA nel mese di Gennaio, in aumento dal +0,3% della precedente stima di Dicembre, mentre gli analisti avevano pronosticato una contrazione del 2,9%. Sempre a Gennaio, il saldo delle nuove costruzioni abitative ha rivelato un aumento del 18,6%, in forte recupero dopo il -14% della precedente lettura mensile. Battute le attese degli analisti, che invece avevano indicato un rialzo limitato a +10,9%.
Le nuove richieste di mutui ipotecari, secondo la consueta stima elaborata dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ) nella settimana terminata l’1 Marzo, sono scese del 2,5%, in netto calo rispetto al +5,3% della precedente lettura mensile. Le richieste di rifinanziamento sono invece scese del 2,02%, mentre il saldo delle nuove domande ha rivelato una flessione del 2,63%. I tassi sui mutui trentennali si sono invece portati al 4,67%, mostrando un lieve incremento del 4,65%, rispetto alla precedente stima mensile.
Lieve revisione al ribasso per la lettura finale dell’ indice PMI Servizi USA di Febbraio, assestatosi a 56 punti, dai 56,2 punti della stima preliminare. Tuttavia, quello appena evidenziato è stato un deciso aumento rispetto ai 54,2 punti di Gennaio. In modesto rallentamento rispetto a quanto pronosticato dagli analisti, il Purchasing Managers Index Composite, portatosi a 55,5 punti, rispetto 55,8 punti attesi corrispondenti anche alla rivelazione mensile precedente.
Non fruttano i risultati attesi i dazi promossi dall’ amministrazione Trump contro le importazioni cinesi, in quanto la bilancia commerciale a stelle e strisce, nel mese di Dicembre ha evidenziato un ulteriore aumento del deficit, assestandosi a -59,8 miliardi di dollari, in crescita del 18,8% rispetto ai -50,3 miliardi di dollari di Novembre. Gli analisti si aspettavano un disavanzo di 57,9 miliardi di dollari. Il risultato dell’ intero 2018 ha invece mostrato un passivo di ben 552,3 miliardi di dollari rispetto al bilancio dei 12 mesi del 2017, evidenziando il peggior risultato degli ultimi 10 anni.
Segnali moderatamente positivi sono arrivati dalla lettura del Beige Book diffuso dalla Federal Reserve. L’ indicatore che misura l’andamento dell’ economia nei principali distretti statunitensi, nelle ultime 8 settimane, ha fatto registrare un lieve aumento del tasso di crescita in 10 dei 12 distretti sotto esame, mentre in 2 distretti è stata rilevata una crescita piatta. Da una lettura più approfondita è inoltre emersa una moderata pressione rialzista sui prezzi, quale effetto dei dazi doganali; ma anche un incoraggiante rafforzamento della fiducia delle aziende manifatturiere, frutto dei minor timori per il rallentamento economico globale. In molti distretti è inoltre emerso un rallentamento delle vendite al dettaglio, causate principalmente dalle pessime condizioni metereologiche.
Il Dipartimento per il Lavoro ha invece rivelato che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nella settimana che si è conclusa il 2 Marzo, sono scese di 3 mila unità, assestandosi a +223 mila unità dalle +226 mila unità della precedente ottava ( rivista da +225 mila unità della lettura flash ). Gli analisti, invece, avevano indicato un saldo pari a +225 mila unità. La media mobile mensile, indicatore più preciso rispetto alle singole letture settimanali, in quanto meno soggetto a volatilità, ha invece subito un calo di 3 mila unità, portandosi a 226.250 unità. Il totale dei richiedenti sussidio, invece, si è assestato a 1,755 milioni di unità, in flessione di 50 mila unità rispetto alla precedente stima settimanale.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che staziona ancora al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo, dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.
La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto.
In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, la discesa sotto area 1,14, in chiusura weekly, ha già causato un affondo sotto area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto sui 5 dei 7 target price pronosticati dalla strategia ribassista: 2 nella versione Intraday e 3 nella versione Over.
La visione rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1272 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1298 e 1,1342; Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1228. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1342, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1368 e successivamente a 1,1412; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1298 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1412, per tentare di prendere profitto in area 1,1438 e 1,1482, estesa a quota 1,1553; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1342 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,0995, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1021 e 1,1063, estesi ad 1,1132; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,095 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
La strategia ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1228; Target Price attesi in prima battuta a 1,1201 e successivamente a 1,1158; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1272 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1158 per sfruttare possibili cali in area 1,1132 e 1,1089; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1244 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1089 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1063 e 1,1021, estesi a 1,0995; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1132 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1553 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1482 e 1,1438, estesi a quota 1,1368; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,16 in chiusura di candela oraria o daily.
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