La scorsa settimana si è conclusa con una seduta sostanzialmente invariata per l’euro contro dollaro statunitense. Ma che cosa avverrà nel corso della settimana che inizia oggi? L’euro si rafforzerà o si indebolirà nei confronti della valuta verde? E quali sono gli eventi di cui bisognerebbe tenere maggiormente conto nell’analisi tecnica e in quella fondamentale?

Trend analisi tecnica  EUR/USD 17-21 giugno 2019

L’analisi tecnica del cambio euro dollaro sembra suggerire che possa esserci un deterioramento della situazione per l’euro contro dollaro statunitense, con potenziali discese del cross verso la prima area di supporto, posta a 1,117. Potrebbero però esserci dei cambiamenti nel caso in cui compaiano improvvisi rafforzamenti, tali da innescare un rialzo verso la prima resistenza posta a 1,129 e, quindi, verso la seconda a 1,141.

Ad ogni modo, sul brevissimo termine, le attese degli analisti tecnici sono quelle per una nuova flessione del cross, fino al supporto di 1,117 e, probabilmente, fino al secondo supporto più in basso, a 1,113.

Euro dollaro, cosa attendersi dalla riunione FOMC

La riunione del FOMC in programma per questa settimana dovrebbe aprire la porta a una svolta sui tassi di interesse di riferimento. E’ infatti possibile che il comunicato finale del meeting possa eliminare la stance “paziente” e possa introdurre un esplicito bias espansivo.

Peraltro, in uno scenario congiunturale ancora complessivamente positivo, il Comitato potrebbe giustificare questa svolta, come già segnalato nei discorsi recenti, con l’incremento dei rischi verso il basso, che sono legati alla politica commerciale e all’inflazione sempre al di sotto del target desiderato. Il mercato ritiene quasi imminente il taglio dei tassi di assicurazione, ma cresce in queste ore la schiera di osservatori che in realtà ritiene che questa scelta possa essere in realtà attuata intorno al mese di settembre.

Riteniamo dunque che questo meeting FOMC per il mese di giugno sia più determinante per gli sviluppi della politica monetaria nel resto di questo ciclo. Nell’ultimo mese si è aperta infatti una profonda spaccatura tra le aspettative di mercato sui tassi da una parte, e la stance “paziente” adottata dal FOMC a inizio 2019 dall’altra parte, dopo l’incremento delle tensioni sulla politica commerciale americana, e dopo la maggiore probabilità che una guerra dei dazi sfoci in un crudele gioco a tutto campo, non solo con la Cina.

È pur vero che per il momento i dati macroeconomico pubblicati e in corso di pubblicazione non hanno dato e non dovrebbero dare dei segnali così allarmanti da richiedere uno stimolo aggressivo: la ripresa economica continua a proseguire, anche se ci sono numerosi spunti di rallentamento (come per esempio quelli legati all’andamento del manifatturiero) l’inflazione probabilmente risalirà verso il 2% a fine anno. Il mercato del lavoro resta molto solido e le condizioni finanziarie sono già diventate molto più espansive rispetto ai primi mesi dell’anno.

Tuttavia, nonostante quanto sopra, l’aumento dei rischi legati alla politica commerciale USA le aspettative di inflazione sempre basse hanno spinto la Federal Reserve a segnalare un probabile cambiamento di passo alla riunione di giugno e una parziale chiusura del gap rispetto alle posizioni del mercato.

Concludiamo poi rammentando come i discorsi che nelle ultime settimane sono stati rilasciati da parte di diversi membri del FOMC hanno sostanzialmente aperto la strada per l’eliminazione dell’atteggiamento “paziente” adottato da inizio anno, come avevamo anticipato in apertura di questo breve approfondimento e, di contro, per l’introduzione di un bias espansivo esplicito. È dunque possibile che il Comitato possa indicare, nel comunicato, la disponibilità ad attuare almeno un taglio di assicurazione quest’anno (forse entro la fine dell’estate, a settembre) e probabilmente un secondo taglio a inizio 2020.

Tuttavia, si tenga conto come questa previsione è basata sostanzialmente su uno scenario centrale e principale, che prevede che non esploda una vera e propria guerra dei dazi di “tutti contro tutti”, e non solo contro la Cina, e che il Congresso sia in grado di approvare una legge di spesa per il 2020-21 moderatamente espansiva.

Purtroppo, però, stanno anche crescendo le probabilità che possa sostenersi uno scenario alternativo, in cui rialzi diffusi dei dazi, probabilmente attuati in autunno contro vaste porzioni del globo, generino un effetto di circa -0,4 / -0,5 pp sulla crescita economica degli Stati Uniti nel 2020, richiedendo un massiccio stimolo monetario, con un taglio dei tassi ogni trimestre e la potenziale predisposizione di un supporto anche attraverso la politica di bilancio.

Sebbene questo ultimo scenario sia per il momento marginale e trascurabile, le cose potrebbero cambiare nel corso di una caldissima estate…

Le nostre previsioni sul cambio EUR/USD

In sintesi, riteniamo che l’euro possa indebolirsi gradualmente nel brevissimo termine, con proiezioni inverse nel medio termine.

Il cambio EUR/USD potrebbe mantenersi nell’area 1,12 – 1,13 per tutta l’estate, ma a settembre potrebbe prendere il via un’accelerazione che potrebbe portare a 1,14 entro fine anno, e poi a 1,17 entro la prima metà del 2020.

 

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