La valuta statunitense continua a rimanere su quotazioni piuttosto deboli nei confronti della propria controparte europea, mentre Wall Street estende la sua flessione, poi replicata dalle piazze finanziarie del vecchio Continente, nonostante il presidente americano Donald Trump abbia affermato che potrebbe ritardare o bloccare le ultime tariffe annunciate sulla Cina, per un totale di 300 miliardi di dollari di beni import colpiti a partire al prossimo mese. Gli altri dati macro  hanno invece aggiunto poco di nuovo a quello che il mercato già sapeva, rendendo il contesto ancora più prudente e suscettibile di novità.

Ma come si evolverà il cambio euro dollaro questa settimana? Quali sono le principali previsioni EUR/USD per i prossimi giorni? Che cosa è bene attendersi dal cross?

Analisi fondamentale EUR/USD 5-9 agosto 2019

Per gli appassionati di analisi tecnica EUR/USD, la scorsa è stata una settimana piuttosto impegnativa, che è diventata ancora più intensa per colpa (o merito, a seconda di come la pensiate) del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La Casa Bianca ha infatti turbato i mercati finanziari annunciando una tariffa del 10% su circa 300 miliardi di dollari di merci cinesi importate, ovvero su tutte le altre che finora erano state risparmiate dai dazi. Se la minaccia dovesse andare in porto, starebbe a significare che, in pratica, tutto il commercio con la Cina verrebbe sottoposto a dazi, con ciò che avverrebbe, come ovvia conseguenza, in ottica globale.

Ebbene, tale sorprendente scelta ha innescato un sell-off nei mercati azionari e ha spinto i rendimenti obbligazionari statunitensi sempre più in basso – pesando così sul biglietto verde contro alcune altre valute. La coppia EUR/USD è uscita dai minimi, ma non è riuscita a recuperare il precedente minimo del 2019 di 1,1101.

Il quadro potrebbe tuttavia cambiare se i mercati azionari dovessero prolungare la loro caduta. Il dollaro USA è una valuta rifugio che può attirare la domanda. Lo yen giapponese – altra moneta di riferimento in tempi di difficoltà – sta già guadagnando terreno. Insomma, niente lascia intendere che il biglietto verde non possa essere il prossimo safe haven attivato dagli investitori con conseguente pressione sulla coppia EUR/USD.

Secondo i dossier degli analisti, Trump e i suoi consiglieri di gabinetto senior hanno preso la decisione dopo che le delegazioni commerciali statunitensi sono tornate dai primi colloqui diretti con le loro controparti cinesi a Pechino. Il presidente ha detto che i negoziati non si stanno muovendo abbastanza velocemente e che il presidente cinese Xi Jinping ha infranto la sua promessa di acquistare prodotti agricoli statunitensi.

Tuttavia, alcuni trader ritengono che il momento della decisione coincida non certo casualmente con il giorno successivo alla riunione del FOMC, con il braccio di politica monetaria della Fed forse troppo prudente nelle sue mosse (o, almeno, prudente rispetto a quanto avesse gradito Trump). Il presidente della Fed Jerome Powell ha peraltro sottolineato come le proprie mosse dipendano anche dalle turbolenze commerciali, e che se le tensioni dovessero peggiorare, la Fed sarà pronta a compiere altre mosse. Insomma, una deduzione che ha messo sul piatto d’argento la leva della guerra commerciali nelle mani di Trump, che turbando i mercati in questo modo ha praticamente comunicato in maniera ancora più esplicita alla Fed che dovrà muoversi con maggiore incisività per indebolire il dollaro, suo obiettivo ultimo.

In altri termini, il sospetto legittimo è che Trump voglia forzare la mano della Fed affinché il comitato di politica monetaria possa effettuare presto ulteriori tagli. Dopo l’annuncio dei dazi, peraltro, ora i mercati obbligazionari riflettono una possibilità quasi certa di un taglio dei tassi nella prossima riunione della Fed a metà del mese di settembre.

È altresì palese che ora l’attenzione degli analisti si sposterà in maniera equilibrata tra ciò che dirà e farà Trump, e le analisi fondamentali, soprattutto dopo aver digerito gli ultimi dati derivanti dall’US Non-Farm Payrolls. Il PMI americano ISM Manufacturing di giovedì scorso, dopo aver ottenuto un punteggio di 51,2 punti per il mese di luglio – al di sotto delle stime, è stato compensato al buon rapporto sull’occupazione nel settore privato ADP del precedente giorno, pari a 156 mila unità, oltre le aspettative.

Analisi tecnica EUR/USD 5-9 agosto 2019

L’indice di forza relativa sul grafico a quattro ore è salito al di sopra di quota 30, uscendo così dalle condizioni di ipervenduto e tenendo conto delle nuove flessioni già avvenute. La coppia valutaria continua a fare trading al di sotto delle medie mobili semplici a 50, 100 e 200 giorni.

A questo punto, riteniamo che il primo supporto possa instaurarsi a quota 1.10790, il minimo giornaliero, mentre il secondo supporto critico sarà a 1.1027. Qualora dovesse accendersi un trend ribassista piuttosto forte, le linee di supporto successive, da valutarsi, saranno poste a 1.0960 e 1.0900.

Di contro, nell’ipotesi di rimbalzo, riteniamo che la prima resistenza sia sperimentabile a quota 1.1101, e una volta superato tale livello, a quota 1.1160. In caso di accelerazione rialzista, gli obiettivi verranno invece posti nelle resistenze di 1.1190 prima e di 1.1240 poi.

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