Il cambio euro dollaro EUR/USD ha superato quota 1.1100 proprio nei momenti in cui il presidente dell’amministrazione USA Trump, per l’ennesima volta, annunciava ulteriori misure contro la Cina. L’inquilino della Casa Bianca ha inoltre invitato le aziende nazionali a cercare alternative alle importazioni cinesi, preferendo gli acquisti di prodotti e materie prime nazionali. Come se non fosse sufficiente, poco prima aveva criticato la mancanza di azione di Powell, sottolineandone la timidezza nei confronti dei tagli dei tassi e arrivando addirittura a etichettarlo come “nemico”.
Insomma, un quadro non certo edificante, dinanzi al quale cercheremo di formulare qualche ipotesi di strategia basata sull’analisi tecnica e fondamentale sul cambio euro dollaro 26 – 30 agosto 2019.
Analisi tecnica EUR/USD 26 – 30 agosto 2019
Da un punto di vista tecnico, la coppia euro dollaro si è ora spostata sul punto di confermare una rottura ribassista nei confronti del supporto posto vicino alla regione 1.1060, al di sotto della quale lo slancio al ribasso potrebbe estendersi verso il nuovo supporto psicologico, più importante, a quota 1.10 con un supporto intermedio vicino ai minimi annuali – intorno a 1.1025. Tuttavia, appare chiaro che il cross coppia potrebbe scivolare ulteriormente verso un supporto caratterizzato da una linea di tendenza discendente che si estende da dicembre 2018 – attualmente vicino alla regione 1.0970.
È anche vero che in caso di notizie avverse rispetto all’attuale trend, ogni tentativo di recupero potrebbe infrangersi verso una resistenza vicino a 1.1100, e successivamente a 1.1115. Una corsa sostenuta oltre la barriera menzionata potrebbe innescare un comportamento a breve termine di copertura e, dunque, contribuire a portare la coppia verso quota 1.1175-80, anche se è probabile che qualsiasi successivo movimento rialzista rimanga limitato vicino a livelli appena al di sopra della cifra di 1.1200.
Analisi fondamentale EUR/USD 26 – 30 agosto 2019
La lettura positiva di alcuni dati macroeconomici europei non è stata granché utile, controbilanciata da alcuni deludenti dati fondamentali statunitensi e dalle ultime critiche del presidente americano Donald Trump sulla politica monetaria della Federal Reserve.
Nel frattempo, una buona ripresa dei rendimenti dei Treasury bond statunitensi ha aiutato il biglietto verde a riprendere un trend discretamente positivo durante la sessione asiatica di venerdì scorso, in chiusura di settimana, ed ha esercitato una nuova pressione al ribasso sulla major. In assenza della pubblica di importanti dati economici sul mercato, il focus principale rimarrà sul discorso previsto dal presidente della Fed Jerome Powell al Jackson Hole Symposium.
Dato che un altro taglio dei tassi nella riunione di settembre è oramai particolarmente quotato tra gli analisti, i commenti di Powell saranno esaminati attentamente per scoprire se la Fed sia o meno pronta a farlo, confermando così le impressioni in emersione. Se Powell si asterrà dal segnalare una politica aggressiva di allentamento della politica aggressiva, è più probabile che il dollaro potrà percorrere con maggiore vigore la recente traiettoria ribassista della coppia.
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