Il cambio euro dollaro viaggia al di sopra di quota 1,1050 tra i dati ottimisti delle esportazioni tedesche, che hanno controbilanciato il deterioramento dell’umore sorto venerdì, con il cambio EUR/USD calato bruscamente in un contesto di crescita dei salari non agricoli degli Stati Uniti e di debole produzione industriale tedesca.
Analisi tecnica cambio euro dollaro
La coppia euro dollaro è calata sotto la media mobile semplice a 200 sul grafico a quattro ore. Tuttavia, il cambio si mantiene al di sopra delle medie mobili semplici a 50 e a 100, che convergono intorno a 1.1050. Nel complesso, il quadro tecnico sembra essere peggiorato, con il supporto chiave che attende a quota 1.1030, ovvero il limite massimo di euro/dollaro alla fine di novembre. Successivamente, l’ulteriore supporto chiave è a quota 1.0980, che è il minimo di novembre. Più in basso, 1.0940 e 1.0905 sono altri supporti intermedi da tenere a mente, fino ad arrivare a quello più importante, a 1.0879.
Di contro, sul fronte delle resistenze, la prima soglia di rilievo attende a 1.1065, e successivamente a 1.11. Ancora oltre, se spinto da buoni volumi di trading, il cambio sarà atteso da resistenze a quota 1.1115 e, ancora a 1.1130.
Analisi fondamentale cambio euro dollaro
I dati sui salari non agricoli statunitensi hanno superato le aspettative, con un avanzamento di 266.000 posti di lavoro a novembre. Sebbene la crescita mensile dei salari sia stata inferiore alle aspettative con lo 0,2%, i salari sono aumentati del 3,1% su base annua, battendo anche in questo caso le stime degli analisti. Inoltre, anche il Consumer Sentiment Index dell’Università del Michigan per il mese di dicembre ha superato le previsioni con un punteggio di 99,2 punti.
Di contro, venerdì scorso in Europa si è dovuta fronteggiare la delusione dei dati tedeschi, con la Germania che nel mese di ottobre ha registrato un crollo dell’1,7% della produzione industriale, molto peggio di quanto ci si aspettasse (un lieve aumento). Alla debolezza del dato si è aggiunto un calo degli ordini di fabbrica della più grande economia europea. L’euro/dollaro è sceso così da oltre 1,11 a circa 1,1050, ma questo non significa che si stia per aprire uno scenario ribassista per l’euro.
In particolare, è molto probabile che i mercati si concentreranno sugli eventi più significativi della settimana – la decisione dei tassi della Federal Reserve di mercoledì e quella della Banca Centrale Europea di giovedì. Entrambe le banche centrali sono in procinto di lasciare invariate le loro politiche, ma i loro commenti sull’economia potrebbero turbare gli equilibri di mercato, con gli investitori che cercheranno suggerimenti per la politica monetaria nel 2020.
Guerra commerciale USA – Cina
Un altro evento significativo si profila sui mercati, ed è la scadenza imposta dagli Stati Uniti per l’avvio di nuovi dazi nei confronti della Cina (il 15 dicembre).
Pechino è ancora ottimista di riparare gli squilibri ma, intanto, sta fornendo chiare indicazioni alle proprie imprese di ridurre la loro dipendenza da hardware e software, accelerando così il processo di distacco dagli Stati Uniti. La seconda economia più grande del mondo sta soffrendo gli effetti della guerra commerciale con Washington, con i dati della bilancia commerciale cinese hanno mostrato un deciso calo delle esportazioni, soprattutto con gli Stati Uniti.
Dunque, saranno i commenti di entrambe le parti in causa a poter muovere con decisione il cambio euro dollaro. L’ottimismo sul raggiungimento di un accordo può aumentare il sentiment del rischio, pesando sul dollaro USA e spingendo la coppia valutaria più in alto. Il pessimismo per una rottura delle trattative potrebbe invece far scendere la coppia EUR/USD…
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