L’indice FTSE MIB di Borsa Italiana ha chiuso la scorsa settimana con una sessione molto negativa, con il principale indice di Piazza Affari che ha chiuso la giornata in calo dell’1,85%. L’avvio della sessione è stato piuttosto debole per l’indice, che ha aperto a 20.154,8 punti, sotto i minimi della sessione precedente, per poi indebolirsi nel corso di tutta la giornata, limando ulteriormente i prezzi.
Attualmente, con una visione di medio termine, lo scenario tecnico sul FTSE MIB sembra favorire una ripresa. Gli indicatori di breve periodo evidenziano invece una frenata della fase di accelerazione. Per il momento, la prima resistenza per l’indice è posta a 20.507,4 punti, superata la quale si potrebbero aprire le porte per un test al livello chiave successivo, posto a 21.155,5 punti. Di contro, nel caso in cui dovesse prevalere un trend ribassista, dovrebbe essere sperimentato un primo livello tecnico a 19.859,2 punti, e un secondo livello tecnico di 19.643,2 punti.
Per quanto attiene le previsioni della settimana, molto dipenderà dal modo con cui si evolveranno le due determinanti chiave di questo periodo, ovvero le tensioni sull’asse Stati Uniti – Cina e la pandemia da coronavirus.
Per il primo punto, le tensioni sono in crescita, con Pechino che ha ordinato la chiusura del consolato americano di Chengdu, nella parte sud occidentale del Paese, come risposta diretta alla chiusura di Washington del consolato cinese di Houston, in Texas. Per quanto riguarda invece il secondo punto, legato alla pandemia da coronavirus, purtroppo le buone notizie su alcuni vaccini (almeno quattro) in fase sperimentale “tre” non sono bastate a scongiurare il pessimismo e l’incertezza degli investitori, preoccupati dal crescente alimentarsi di nuovi focolai in tutto il mondo.
Sul fronte dei dati macro, in settimana usciranno alcune interessanti stime sulla produzione interna lorda in entrambe le sponde dell’Atlantico e, dagli USA, arriverà anche un meeting Fed che non dovrebbe apportare modifiche alla politica monetaria. L’impressione è che nei prossimi giorni continuerà a prevalere l’effetto delle due determinanti di cui sopra, senza però dimenticare – almeno secondariamente – l’impatto dei dati macro che riguardano il nostro Paese e l’Europa.
In tal senso, ricordiamo che venerdì l’Istat ha segnalato un miglioramento della fiducia per le imprese a luglio contro un calo di quella dei consumatori. Per il Centro Studi di Confindustria si può inoltre prevedere una risalita del Pil nel terzo trimestre, anche se non mancano i segnali di debolezza.
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