Il cambio euro dollaro ha terminato la scorsa settimana con una prestazione negativa, in calo rispetto a un massimo pluriennale di 1.2011 raggiunto martedì scorso, pur mantenendosi al di sopra del precedente minimo settimanale fissato a 1.1761. Lo slancio negativo del dollaro statunitense ha iniziato a diminuire con il rilascio di dati fondamentali piuttosto incoraggianti sugli Stati Uniti, estendendosi poi senza particolari motivazioni ma, probabilmente, influenzato dal desiderio di prendere profitto in una condizione di ipervenduto.
Dal canto suo, invece, l’euro ha subito una battuta d’arresto soprattutto dopo che dalla BCE sono emerse delle dichiarazioni secondo cui l’istituto non avrebbe alcuna “mira” sul tasso di cambio, ma che il recente apprezzamento dell’euro ha un peso, considerato che ulteriori guadagni della valuta avrebbero pesato sulle esportazioni e fatto scendere i prezzi.
Il dollaro ha poi continuato a rialzarsi sul finire della settimana, nonostante dati fondamentali da calendario economico misti, con il dossier sul Nonfarm Payroll USA che per agosto segnala come il Paese abbia recuperato 1,37 milioni di posti di lavoro, leggermente al di sotto degli 1,4 milioni previsti. Tuttavia, quasi 300 mila di questi posti di lavoro erano temporanei, con la fine dei contratti prevista per la fine di settembre. Il tasso di disoccupazione è comunque migliorato, raggiungendo l’8,4%, molto meglio del precedente 10,2%, mentre il tasso di partecipazione della forza lavoro è aumentato del 61,7%.
Ad ogni modo, è evidente che anche questi fondamentali siano passati in secondo piano. In questi ultimi giorni, infatti, l’attenzione del mercato è rimasta sul coronavirus, con il numero di nuovi casi continua a crescere in modo esponenziale, anche se la media mobile globale a 7 giorni mostra che il numero di morti sta lentamente diminuendo. Ciononostante, l’UE è chiaramente colpita da una seconda ondata, molto più preoccupante di quanto non stia avvenendo altrove.
Per quanto infine attiene la settimana entrante, non ci sono molti dati da calendario macroeconomico almeno fino a giovedì, quando la BCE terrà la riunione di politica monetaria e gli Stati Uniti sveleranno più dati sull’occupazione. Venerdì, la Germania e gli Stati Uniti pubblicheranno le rispettive stime sull’inflazione di agosto.
Analisi tecnica EUR/USD
Nonostante il calo, la prospettiva a lungo termine rimane rialzista, con il calo attuale che dunque figurerebbe essere solo correttivo. Il fatto che il dollaro possa dunque trasformarsi in rialzista sarà confermato o meno la prossima settimana.
Per quanto concerne infine i livelli da tenere sotto controllo, il primo supporto è il minimo fissato la scorsa settimana a 1,1760, seguito da 1,1710. Una volta al di sotto di quest’ultimo, la coppia confermerà un calo più brusco nei giorni a venire. Sopra 1,1870, invece, il rischio si volgerà al rialzo, con le prossime resistenze e possibili obiettivi rialzisti a 1,1950 e 1,2011.
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