Il cambio EUR/USD ha chiuso la settimana dove ha iniziato, nel range di prezzo di 1,2130, e sebbene abbia ampliato il suo range settimanale, si è comunque mantenuto entro i livelli piuttosto consueti da qualche settimana a questa parte. L’attenzione degli investitori si è concentrata sui rendimenti del Tesoro statunitense, mentre quelli a lungo termine sono saliti ai massimi da un anno a questa parte. Il dollaro si è inizialmente rivalutato con i rendimenti, ma l’eccezionale correlazione è stata di breve durata, svanendo con il passare dei giorni.
Le banche centrali
L’interesse speculativo ha avuto poco spazio, in attesa di notizie su un nuovo pacchetto di stimoli negli Stati Uniti e delle novità sui progressi nella battaglia contro il coronavirus. Il mondo finanziario sembra essere entrato in una nuova fase di stanchezza da pandemia, intrappolato tra le preoccupazioni legate ai nuovi ceppi e ai ritardi nelle consegne dei vaccini, e le speranze di un ritorno economico nella seconda metà dell’anno.
L’incertezza non riguarda solo gli operatori di mercato. La Federal Reserve degli StatiUniti e la Banca Centrale Europea hanno pubblicato i verbali della loro ultima riunione questa settimana, con i policy maker di entrambi i continenti che hanno una stessa idea: un allentamento monetario eccezionale durerà a lungo, o almeno finché la pandemia continua a pesare sulle economie.
Dati macro incoraggianti
Le statistiche macroeconomiche sono state per lo più incoraggianti, ma riflettono ancora un po’ di incertezza. Il sondaggio tedesco ZEW ha indicato che il sentimento economico nel paese e nell’UE è migliorato a febbraio, anche se la valutazione della situazione attuale è crollata. Il prodotto interno lordo dell’Unione Europea è stato rivisto al rialzo a -0,6% nel quarto trimestre, mentre la fiducia dei consumatori è migliorata a -14,8 a febbraio, ancora in territorio negativo.
Gli Stati Uniti hanno pubblicato un rapporto positivo sulle vendite al dettaglio. Le vendite sono aumentate di un enorme 5,3% a gennaio, mentre i dati core è balzata al 6%. Tuttavia, i solidi numeri sono il risultato dell’ultima tornata di assegni di stimolo da 600 dollari. Le letture di febbraio probabilmente deluderanno, dato che gli aiuti statali non riescono a risolvere il problema di fondo. I dati sull’occupazione hanno deluso, e come ha notato la Fed nei suoi verbali, la crescita del settore sta rallentando negli ultimi mesi.
Infine, Markit ha pubblicato le stime preliminari dei suoi PMI di febbraio. Nella zona euro, l’attività manifatturiera ha continuato a migliorare, ma la produzione dei servizi è scesa ulteriormente in territorio di contrazione, poiché le misure restrittive hanno pesato sul settore. I dati statunitensi, invece, hanno mostrato un modesto rallentamento dell’attività manifatturiera, ma un’impennata della produzione dei servizi, con un indice salito a 58,9 da 58,3.
La prossima settimana porterà in dote gli ordini di beni durevoli statunitensi di gennaio, l’unico dato rilevante di primo livello e una revisione del PIL del quarto trimestre. La Germania pubblicherà il sondaggio IFO di febbraio sul clima economico e la lettura finale del PIL del quarto trimestre, mentre l’UE pubblicherà gli aggiornamenti sull’inflazione e sulla fiducia dei consumatori.
Analisi tecnica EUR/USD
Il cambio EUR/USD è rialzista a lungo termine e ha spazio per recuperare ulteriormente, ma deve superare il livello di resistenza di 1,2170/80. Gli indicatori tecnici continuano a peccare di forza direzionale ma si mantengono entro livelli positivi.
Oltre l’area di resistenza menzionata di 1,2170/80, il cambio ha spazio per ritestare il massimo di gennaio a 1,2349. Guadagni oltre quest’ultimo sembrano improbabili al momento. I supporti sono visti a 1,2060 e 1,1970. Un calo sotto queste soglie attirerà probabilmente dei compratori, contribuendo all’inversione di tendenza.
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