C’è il rischio che l’intelligenza artificiale si possa rivelare una bolla? Come tutti i fenomeni legati al tech che, ad un certo punto, vengono presentati come gli strumenti di grandi rivoluzioni, anche l’intelligenza artificiale anima il dibattito tra gli analisti. Il mondo degli esperti è fondamentalmente diviso in due categorie: da un lato c’è chi ritiene che l’intelligenza artificiale sia destinata a perfezionarsi sempre di più mentre dall’altro c’è chi mette in guardia dal rischio bolla.

I precedenti storici, in effetti, alimentano l’incertezza. Senza andare troppo lontano nel tempo è sufficiente ricordare la vicenda del “metaverso”. Neppure due anni fa, non c’era colosso tech che non scommetteva sulla rivoluzione che il metaverso avrebbe apportato. I big del settore entrarono in competizione indirizzando una pioggia di investimenti in direzione del metaverso. Come andò a finire è storia nota: a parte l’integralismo “suicida” di Meta, oggi le grandi compagnie tech hanno tutte profondamente rivisto al ribasso (se non annullato) il piani di investimento sul metaverso.

E proprio in questo contesto che in tanti si chiudono se l’intelligenza artificiale di cui oggi si parla così tanto non sia destinata ad avere lo stesso destino del metaverso magari dopo alcuni anni boom. C’è questo rischio?

grafica con il volto di una donna e i loghi di varie aziende tech intorno

Per rispondere a questa domanda è necessario fare dei passi indietro. Vero è che oggi parole come “intelligenza artificiale”, “ChatGPT“, “OpenAI” sono sulla bocca di tutti, tuttavia c’è stato un lungo periodo di incubazione durante il quale l’argomento era più che che altro di nicchia.

Basi e sviluppo dell’intelligenza artificiale

Tecnicamente l’intelligenza artificiale si basa sulla creazione di modelli matematici e di algoritmi che consentono di elaborare grandi quantità di dati in modo autonomo, per ottenere risultati di elevata precisione e affidabilità. L’obiettivo principale dell’intelligenza artificiale è quello di creare macchine e servizi che possano agire in modo intelligente e autonomo, apprendendo e migliorando continuamente le proprie prestazioni nel corso del tempo.

Non tutti lo sanno ma ci sono molte aree dell’intelligenza artificiale: dal machine learning (apprendimento automatico) al deep learning (apprendimento profondo); dal computer vision (visione artificiale) al natural language processing (elaborazione del linguaggio naturale) fino alla robotica, solo per citarne alcune.

Anche se oggi si tende a dimenticarlo era intelligenza artificiale già il servizi Siri presente sugli smartphone che offriva (e offre) i più disparati ausili.

Grazie ad uno sviluppo continuo, oggi l’AI è usata in molte applicazioni pratiche, come ad esempio la guida autonoma, l’assistenza sanitaria, la finanza, la produzione e tanti altri settori.

L’irruzione della tematica nel dibattito è avvenuta grazie al lancio dell’ultima generazione di intelligenza artificiale, quella generativa. Tool come ChatGPT. ma anche come Dall-E, riescono a creare immagini, testi, stringhe di codice o video a partire da istruzioni verbali. Questa intelligenza artificiale è in grado di migliorare continuamente riuscendo a fornire risposte più precise.

Questo è un punto cruciale che ridimensiona l’ipotesi che il fenomeno dell’intelligenza artificiale possa essere una bolla. Nei prossimi paragrafi spiegheremo quali sono le ragioni alla base di questo ottimismo. Prima però non fa male un cenno alle più importanti bolle della storia.

Le principali bolle finanziarie della storia

Per rispondere alla domanda se l’intelligenza artificiale rischia di essere una bolla finanziaria è bene anzitutto definire con precisione cosa si intende per bolla. Tanto per iniziare una bolla finanziaria è decisamente di più rispetto a quello che può essere un bluff ossia un fenomeno annunciato rivoluzionarie e poi rivelatosi quasi insignificante.

Tecnicamente una bolla finanziaria si verifica quando il prezzo di un determinato asset aumenta rapidamente e in modo sproporzionato rispetto al suo valore intrinseco o ai suoi fondamentali economici. Questo aumento di prezzo è spesso alimentato da un’ampia partecipazione del pubblico o degli investitori, che si aspettano che il prezzo continui a salire in modo esponenziale.

Tuttavia, quando la bolla raggiunge il suo apice, l’euforia degli investitori inizia a diminuire e la domanda per l’asset diminuisce, portando a una rapida diminuzione dei prezzi. Questa correzione può essere violenta e può portare a perdite significative per gli investitori che hanno comprato l’asset quando i prezzi erano al loro apice.

Le bolle finanziarie sono spesso causate da una combinazione di fattori, come bassi tassi di interesse, disponibilità di credito facile, eccesso di liquidità sul mercato eccessiva speculazione e altre cause. La storia ci ha dimostrato che le bolle finanziarie possono avere effetti significativi sull’economia e sulla società nel suo insieme.

Le più importanti bolle finanziarie nella storia sono state:

  1. Bolla dei tulipani (1636-1637): i prezzi dei bulbi di tulipano aumentarono in modo esponenziale fino a raggiungere livelli astronomici. Tuttavia, quando la domanda diminuì, i prezzi crollarono rapidamente, causando enormi perdite agli investitori.
  2. Bolla del Mar del Sud (1720): si verificò in Gran Bretagna, quando la Compagnia del Mar del Sud fu creata per rilevare il debito nazionale e scambiare i diritti commerciali con la Spagna e l’America Latina. Tuttavia, i prezzi delle azioni aumentarono rapidamente, causando una massiccia speculazione. Quando la bolla esplose, gli investitori persero enormi quantità di denaro.
  3. Bolla ferroviaria (1840-1870): durante il XIX secolo, ci fu una rapida espansione della rete ferroviaria in tutto il mondo, che portò a una massiccia speculazione in titoli ferroviari.
  4. Bolla delle dot-com (1997-2000): durante la fine degli anni ’90, ci fu una massiccia speculazione nelle aziende internet, molte delle quali non avevano ancora generato profitti. I prezzi delle azioni delle società tecnologiche aumentarono rapidamente, ma quando la bolla esplose, molte di queste società fallirono
  5. Crisi dei mutui subprime (2007-2008): causata dalla crisi nel mercato immobiliare degli Stati Uniti, può essere considerata una bolla atipica.

Questo è ciò che dice la storia. Ad oggi noi non sappiamo de l’AI possa essere o no una bolla ma sappiamo che sull’intelligenza artificiale si stanno spostando grossi capitali. Questo è un passaggio che può essere propedeutico a una bolla o a un fenomeno realmente rivoluzionari.

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Le dimensioni del mercato dell’intelligenza artificiale

Il mercato dell’IA è in forte crescita. Secondo i dati di Fortune Business Insights, adesso vale 500 miliardi di dollari e nel 20230 dovrebbe valere 1.597,1 miliardi. Inoltre, secondo il report IBM “Global AI Adoption Index 2022”, ben il 34 per cento delle aziende, userebbe l’AI nei propri processi e un ulteriore 42 per cento è pronto a farlo. Tutti questi dati definisco un trend ben preciso: l’intelligenza artificiale si amplierà sempre di più coinvolgendo sempre più settori.

Secondo la Cathie Wood, ceo di ARK Invest, l’intelligenza artificiale potrebbe avere anche un ruolo nel combattere l’inflazione grazie alla sua capacità di tagliare i costi che gravano poi sul servizio/prodotto finale.

Quale sarà il futuro dell’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale ha il suo campo di espansione nel futuro. Cosa c’è da attendersi a tal riguardo?

Sicuramente il futuro dell’AI dipenderà dalle innovazioni tecniche, dallo sviluppo delle conoscenze e dalle politiche di regolamentazione. Ci si può attendere un aumento dell’uso dell’intelligenza artificiale n molte applicazioni pratiche, come il riconoscimento vocale, l’elaborazione del linguaggio naturale, la guida autonoma e la robotica. Al tempo stesso l’AI sarà anche integrata in molte altre tecnologie, come la blockchain, l’Internet delle cose e la realtà aumentata.

Contemporaneamente l’AI continuerà ad evolversi per diventare sempre più sofisticata. Si prevede che le reti neurali profonde, i sistemi di apprendimento automatico e la robotica andranno incontro a ulteriori sviluppi, consentendo all’AI di svolgere compiti sempre più complessi e sofisticati.

E infine è plausibile che possano esserci nuove sfide per la regolamentazione e l’etica dell’intelligenza artificiale. Le questioni sulla privacy, la responsabilità, la sicurezza e l’equità diverranno sempre più centrali.

Il fatto che colossi come Google, Microsoft e Baidu si stiano focalizzando sull’AI non farà altro che aumentare l’interesse globale verso questo fenomeno.

Il rischio che l’intelligenza artificiale possa essere una bolla è quindi molto basso.

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