In un’altra occasione abbiamo parlato degli principali indici azionari, di cosa sono, quali sono i principali, e come funzionano. Ora vediamo uno di questi in particolare: lo S&P 500.
Cos’è l’S&P 500?
Quando parliamo dell’S&P 500 parliamo dell’indice di Borsa più conosciuto al mondo. È composto dalle 500 società con la più alta capitalizzazione di mercato degli Stati Uniti, tuttavia occorre che, oltre al requisito della capitalizzazione di mercato, che deve essere superiore ai 13 miliardi di dollari, ne risultino soddisfatti anche altri che sono:
- Quotazione su un mercato americano e non su mercati OTC
- Maggioranza delle azioni in circolazione nelle mani degli investitori e non nelle mani degli insider
- Presenza nell’elenco per un periodo di almeno un anno
- Profitti positivi per almeno 4 trimestri consecutivi
- Almeno il 50% delle attività fisse e delle vendite deve essere realizzati negli USA
- Prezzo delle azioni superiore a 1 dollaro
- Capitalizzazione di mercato data dal prezzo delle azioni moltiplicato per il numero di azioni in circolazione.
Come tutti gli indici azionari, anche l’S&P 500 è interessato da modifiche nella sua composizione. Ad essere precisi, viene ribilanciato ogni trimestre ed è gestito da S&P Global Inc.
All’interno di questo indice, il peso di ciascuna società è proporzionale alla sua capitalizzazione di mercato. Non dimentichiamo però che il peso tiene conto solo delle azioni flottanti, quindi tutte quelle che sono in mano agli insider non vengono considerate nell’ottica di questo parametro.
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Com’è composto l’S&P 500
Per il modo in cui è strutturato, questo indice cambia con l’evolversi dell’economia Usa, e proprio per questo permette agli investitori di monitorare meglio il mercato, avendo sempre chiaro quali sono i settori che hanno maggior peso.
Volendo fare un esempio possiamo citare il fatto che fino agli anni ’90 il settore più ponderato è stato quello industriale, seguito dal settore dei beni di consumo e finanziari. Le cose poi però sono cambiate drasticamente, con il settore industriale che è sceso al quarto posto, mentre quello finanziario è salito al primo, seguito da Consumer Discretionary e Technology.
Nel 2008 circa è arrivta poi la crisi finanziaria globale, con il settore tecnologico che ha gradualmente conquistato la prima posizione, come d’altra parte fa ancora oggi. Non dimentichiamo che negli anni ’60 occupava il penultimo posto.
Le prime 10 posizioni nell’indice S&P 500 sono oggi occupate dalle seguenti società:
- Apple
- Microsoft Corporation
- Amazon.com
- NVIDIA
- Alphabet Class A (GOOGL)
- Tesla (TSLA)
- Meta Platforms Class A (META)
- Alphabet Class C (GOOG)
- Berkshire Hathaway (BRK.B)
- UnitedHealth Group (UNH)
Per quanto riguarda invece i settori che occupano le quote maggiori nell’indice S&P 500, come accennato è il settore tech a prevalere. Ma vediamo quali sono le percentuali per ciascun settore che compone questo indice azionario.
- Tecnologia dell’Informazione 28.2%
- Salute 13.5%
- Servizi Finanziari 12.3%
- Consumo Discrezionale 10.7%
- Industria 8.6%
- Servizi di Comunicazione 8.4%
- Beni di Prima Necessità 6.8%
- Energia 4.1%
- Servizi Pubblici 2.6%
- Materiali 2.5%
- Immobiliare 2.4%.
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Come investire nell’indice S&P 500
Prima di approfondire il discorso che riguarda come investire nell’indice S&P 500, occorre parlare della volatilità dell’indice stesso e di come viene misurata. Vengono utilizzati diversi indicatori che si servono delle informazioni storiche sui prezzi.
Esistono tre indicatori principali per misurare la volatilità dell’indice S&P 500, che sono:
- L’indice di Volatilità (VIX)
- Il coefficiente di correlazione incrociata (CC)
- L’indice di movimento dei prezzi computati (CPI).
Il VIX, conosciuto anche come CBOE (Chicago Board Options Exchange), è uno dei più importanti e viene utilizzato per misurare l’aspettativa di volatilità del mercato. Nasce per rifletere quelle che sono le previsioni degli investitori in relazione ai prossimi 30 giorni e per questo motivo è uno strumento di trading estremamente utile.
Questo indice viene calcolato partendo da una semplice media ponderata dei prezzi delle opzioni put e call sullo S&P 500. Si ottiene quindi un valore numeriche che offre una misura dello stato di salute dei mercati finanziari.
Ma come investire nello S&P 500? Si possono usare fondi comuni di investimento indicizzati oppure gli ETF. I trader che vogliono speculare, oppure applicare una strategia di trading o di copertura, possono anche servirsi di strumenti diversi da quelli che abbiamo appena menzionato, come i futures quotati sul CME.
Ma all’atto pratico cosa deve fare un trader che vuole investire nello S&P 500? I passaggi da seguire, per chiunque voglia iniziare a investire, sono pochi e semplici da seguire. Prima di tutto però occorre informarsi in maniera autonoma, ed entrare nel giusto mindset, in quanto gli investimenti finanziari sono attività rischiose e possono determinare la perdita dei capitali.
- Come prima cosa scegli uno dei migliori broker online per investire nei mercati finanziari. Abbiamo già stilato una lista dei migliori tra quelli autorizzati a operare in Italia, e puoi consultarla seguendo questo link.
- Apri un account e segui i vari passaggi necessari per la verifica. Per completare questo passaggio generalmente occorre inviare alcuni documenti alla piattaforma scelta, cosa che serve a verificare l’identità del trader iscritto. Per imparare ad usare gli strumenti di trading in genere è possibile sfruttare il conto demo, in modo da non rischiare i propri soldi almeno finché non si è preso dimestichezza a sufficienza.
- Seleziona lo strumento finanziario o il titolo su cui intendi investire tra quelli disponibili sulla piattaforma che hai scelto. Ricorda che le piattaforme di trading possono offrire prodotti finanziari che altre piattaforme non offrono, quindi la scelta deve essere fatta tenendo conto anche di questo aspetto.
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