Il prossimo 7 febbraio, Iveco toglierà il velo dai conti del quarto trimestre 2024 ma soprattutto pubblicherà il bilancio preliminare relativo all’intero anno. L’evento rappresenta un’occasione di visibilità per la quotata che, per forza di cose, si traduce in una leva operativa per i trader.
Come si può vedere dal grafico in basso, le azioni Iveco nel corso dell’ultimo mese sono state particolarmente brillanti evidenziando un rialzo del 13 per cento. La progressione ha permesso alla quotata di migliorare la sua progressione su base mensile che è ora pari al 17 per cento.
Siamo quindi dinanzi ad un titolo che si è apprezzato sia nel breve termine che sul lungo periodo. La domanda che i trader si pongono è se trimestrale e risultati preliminari di bilancio saranno o no sufficienti per dare ulteriore spinta alle quotazioni.
Per rispondere a questo interrogativo c’è solo una cosa da fare: analizzare quelle che sono che le previsioni del consensus e poi valutare il parare degli esperti che coprono la quotata facendo riferimento agli ultimi cambi di rating e target price.
Iniziamo dal primo punto.
Le previsioni su trimestrale e conti 2024 di Unicredit
Iveco ha reso note le indicazioni di consensus sui conti relativi all’ultimo trimestre 2024 e sull’intero esercizio chiuso al 31 dicembre. Stando alle indicazioni degli analisti, la quotata dovrebbe aver chiuso il quarto trimestre con ricavi a quota 4,39 miliardi di euro e un risultato operativo adjusted che dovrebbe essersi attestato a quota 235 milioni di euro. Scendendo nelle previsioni, poi l’utile netto adjusted (esclusa la quota di terzi) viene visto dagli esperti a quota 71 milioni di euro. Infine, per quello che riguarda la posizione finanziaria netta delle attività industriali, essa viene prevista a 2,11 miliardi di euro.
Questo per quanto concerne il solo ultimo trimestre 2024. Per quanto concerne invece l’intero esercizio, gli esperti vedono i ricavi di Iveco a quota 15,12 miliardi di euro, il risultato operativo adjusted a 969 milioni di euro e l’utile netto adjusted a 488 milioni di euro.
Come specificato dalla stessa società, queste sono le stime aggiornate al 17 gennaio scorso. Si tratta quindi di indicazioni molto recenti e di conseguenza, almeno potenzialmente, molto affidabili.
I trader che volessero sfruttare queste previsioni per fare trading sulla quotata in vista dell’appuntamento del 7 febbraio prossimo, devono essere consapevoli di quello che potrebbe accadere se i conti dovessero essere peggiori delle stime di consensus. In tal caso, infatti, l’esito più probabile potrebbe essere quello di un deprezzamento del titolo a causa proprio della delusione. Viceversa, trimestrale e conti migliori delle attese della vigilia potrebbero comportare un rialzo del valore delle azioni Iveco.
A prescindere dalla reazione, per fare trading online sulle azioni Iveco in entrambe le direzioni si possono usare strumenti derivati come i CFD che permettono di speculare sia al rialzo che al ribasso senza possesso del sottostante. Proprio un broker specializzato sui CFD, eToro, ha di recente lanciato il servizio di trading nazionale che è molto utile per speculare sulle azioni italiane.
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Fin dove si possono spingere le azioni Iveco?
E adesso passiamo alla seconda parte dell’articolo: la valutazione degli analisti. Ad esprimersi nei giorni scorsi sulle azioni Iveco sono stati gli esperti di Kepler Cheuvreux. Gli analisti hanno alzato il rating a buy e portato il target price a 11,5 euro. In pratica c’è stato un doppio upgrade su entrambi i parametri che, fondamentalmente, si traduce in una valutazione di tipo bullish. Per Kepler, quindi, le azioni Iveco sono da comprare anche perchè si possono ancora apprezzare essendo presente un buon potenziale di upside rispetto a quelle che sono le attuali valutazioni.
L’ottimismo che traspare dalla valutazione di Kepler non è però condiviso da Mediobanca. Appena pochi giorni prima, infatti, erano stati gli esperti di Piazzetta Cuccia ad intervenire sul titolo confermando il rating neutral e tagliando il target price a 12,8 euro. Mediobanca si appella quindi alla prudenza anche se il prezzo obiettivo assegnato, nonostante il downgrade, è più alto rispetto a quello fissato da Kepler e quindi implica più potenziale di upside.
Sulla stessa scia di Piazzetta Cuccia, per finire, si colloca la valutazione di Morgan Stanley. La banca d’affari Usa a inizio anno aveva ribadito il rating equalweight (quindi sottopesare nel portafoglio) con target price tagliato a 12,5 euro. Anche per MS, quindi, c’è poco da essere entusiasti.
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