Fare trading con le materie prime è un’iniziativa alla portata di tutti coloro che abbiano intenzione di sperimentare il piacere di diversificare i propri investimenti con le commodities. Dall’investimento sull’oro / petrolio o sull’argento a quello sul grano e sul caffè, passando per altre risorse energetiche, oggi giorno è possibile effettuare trading su (quasi) qualsiasi asset, andando così a soddisfare il proprio desiderio di personalizzazione del portafoglio di investimenti. Ma cosa bisogna assolutamente sapere prima di investire in materie prime?
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E siamo sicuri che sia una buona scelta? E ancora, conviene investire in materie prime o investire in azioni? Cerchiamo di saperne un po’ di più, con qualche valido spunto.
Investire nelle materie prime: un investimento a portata di mano
Fino a non troppi anni fa, gli strumenti finanziari che avevano come protagonista una materia prima erano di quasi esclusivo beneficio di grandi investitori o di imprese, la cui principale attività economica era necessariamente legata al prezzo della correlata materia prima. Facevano eccezione (ma non troppo!) alcuni metalli preziosi. Il risultato era che fare del trading sulle commodity era quasi impossibile o, comunque, non conveniente sotto il profilo economico e gestionale. Il perché è abbastanza semplice: in passato le materie prime erano infatti negoziate solo fisicamente o per mezzo di contratti futures complessi e difficilmente interpretabili dal singolo risparmiatore. Insomma, un contesto non certo favorevole per poter garantire una piacevole espansione di questo comparto.
Oggi le cose sono tuttavia molto diverse. Negli anni si sono infatti diffusi strumenti finanziari “standardizzati” che hanno come sottostante il prezzo di una materia prima e che possono essere comunemente scambiati sui mercati regolamentati (come gli ETC). In sintesi, grazie all’attività di broker sempre più qualificati e di facile accesso, oggi è possibile investire nelle materie prime con la stessa facilità con la quale si potrebbe acquistare un’azione o un’obbligazione, con costi di negoziazione di gestione estremamente bassi. Attenzione, però: il fatto che gli strumenti finanziari con sottostante le materie prime siano negoziabili con grande facilità, non equivale ad affermare che riuscirete ad avere successo con altrettanta semplicità. A proposito, da cosa dipende il buon esito del propriotrading?
Strutturare il proprio portafoglio
Il segreto per poter gestire un trading di successo consiste nella strutturazione corretta del proprio portafoglio con le materie prime (e non delle materie prime!). In altri termini, se volete investire in materie prime, dovreste avere la naturale accortezza di fare di effettuare tali impieghi solo dopo un’attenta visione (e revisione) della vostra strategia di investimento. Fate pertanto in modo che, in relazione al vostro livello di rischio e al vostro orizzonte temporale, l’approdo al trading con le materie prime non sia casuale, bensì il frutto ragionato di una strategia più ampia.
Per far ciò, cercate di tenere a mente tre concetti chiave: il rendimento (e la sua relazione con il rischio), la diversificazione degli asset presenti nel portafoglio, la loro de-correlazione. In parole meno criptiche, cercate di capire che una delle caratteristiche di questi strumenti è quella che il loro andamento non sia strettamente dipendente da quello dei mercati azionari e obbligazionari: questa caratteristica vi permetterà di ridurre il livello di rischio complessivo di un portafoglio, inserendo con attenzione qualche materia prima. Inoltre, tenete sempre conto che l’andamento dei prezzi delle materie prime è sempre caratterizzato da una volatilità notevole, e che pertanto in un periodo relativamente breve si può avere la possibilità di ottenere un rendimento molto interessante, o di una perdita altrettanto rilevante. Insomma, investire nelle materie prime non è un gioco, e non è necessariamente più o meno rischioso del trading in azioni o in obbligazioni.
Investire nelle materie prime: studiare cosa si compra
Per le motivazioni di cui sopra – e non solo! – è fondamentale cercare di studiare cosa si compra, e capire cosa potete negoziare. Dietro all’andamento del prezzo di una materia prima non c’è un unico elemento di rilievo, bensì alcuni complessi, integrati e sinergici, meccanismi di domanda e offerta. Cercate pertanto di chiedervi, per singola commodity, quali sono i settori che la utilizzano maggiormente e come stanno andando, quali sono i Paesi che ne sono i principali produttori e consumatori e che cosa potrebbe accadere in essi, quali sono i player che ne possono influenzare maggiormente il prezzo, e così via. Investire nelle materie prime senza le opportune consapevolezze equivale a un gioco d’azzardo: potrebbe andarvi bene, ma ci sono le stesse probabilità che possa andarvi male e, alla fine, le sconfitte pregiudicherebbero la soddisfazione che potreste trarre da tale comparto finanziario.
Non concentrare il rischio
Una delle principali regole di strutturazione di ogni portafoglio è quella della diversificazione del rischio. Un concetto basilare e sempre presente, che vale anche (e soprattutto!) per le materie prime: evitate pertanto di concentrare il rischio, perché come le materie prime hanno un trend potenzialmente molto volatile, e il cui andamento sfavorevole potrebbe pregiudicare l’intero rendimento del vostro portafoglio. Meglio invece riservare alle materie prime una quota minoritaria del vostro portafoglio complessivo, strutturando tale quota in maniera diversificata (scegliendo più materie prime, potenzialmente meno correlate tra di loro).
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Trading puro e semplice
In aggiunta a ciò, ricordate che contrariamente a quanto avviene con le azioni e con le obbligazioni (e non solo), l’unico termine di rendimento per le materie prime è la differenza tra il loro prezzo di acquisto e il loro prezzo di vendita. Non vi sono pertanto cedole, dividendi e altri elementi che dovreste cercare di tenere a mente per poter calcolare l’effettiva redditività (o perdita).
Insomma, al fine di rispondere a una parte dei quesiti posti in apertura, non possiamo che concludere questo nostro odierno approfondimento ricordandovi che gli strumenti finanziari che sono legati alle materie prime non sono necessariamente più rischiosi, o meno rischiosi, delle azioni e delle obbligazioni. Non sono nemmeno più convenienti o meno convenienti, più utili o meno utili. Piuttosto, cercate di trattare l’investimento in commodity come un qualsiasi trading, da utilizzarsi in un’ottica complessiva di diversificazione del portafoglio, evitando di cadere nelle frequenti tentazioni di compiere passi più lunghi delle vostre gambe.
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