Il Dow Jones è un indice di Borsa in grado di misurare l’andamento di 30 titoli azionari quotati sul mercato regolamentato di New York (New York Stock Exchange o, più brevemente, NYSE). Si tratta di un indice particolarmente significativo sullo stato di salute di tale piazza finanziaria, considerato che da soli, questi 30 titoli sono comunque in grado di pesare per circa un quarto del valore totale dei titoli quotati. Ne consegue che l’andamento del Dow Jones è certamente un buon indicatore della prestazione del mercato statunitense nel suo complesso.
Indice
Cos’è l’indice Dow Jones e cosa significa
Chiarito brevemente, in tale introduzione, che cosa sia l’indice Dow Jones, possiamo certamente compiere qualche passo di approfondimento nel tentativo di comprendere non solamente che cosa significhi e quali siano le sue utilità, bensì anche come si sia “formato” nel corso degli anni.
In tal senso, bene ricordare come le origini del Dow Jones siano molto remote nel tempo. Era infatti il 1884, quando tre giornalisti americani (Charles Dow, Edward Jones e Charles Bergstresser) scelsero di creare il suddetto indice presso la propria società (la Dow Jones and Company), un’azienda attiva tutt’oggi. Da quel momento in poi, come tra breve vedremo, non sono state certamente poche le variazioni formali e sostanziali dell’indice.
Quotazione Dow Jones: grafico in tempo reale
Dow Jones composizione: quali aziende ne fanno parte
Fanno parte del Dow Jones le 30 imprese industriali statunitensi più “redditizie” del mercato, senza tenere invece conto della capitalizzazione (ovvero del peso delle società coinvolte), come invece accade nella strutturazione di altri indici. Si tenga anche in valutazione che non sempre l’indice Dow Jones è stato rappresentato da 30 azioni: originariamente la sua composizione prevedeva 12 società del settore industriale e, di queste, solamente la General Electric fa parte dell’indice attuale, sebbene in maniera non continuativa (uscì nel 1898 per poi rientrarvi nel 1899, e ancora uscì nel 1901 per potervi rientrare nel 1907). Ne deriva che nessuna azienda è sempre stata all’interno del paniere di titoli del Dow Jones.
Peraltro, proprio il limitato “recinto” del paniere delle società incluse nell’indice ha di fatto determinato una graduale perdita di importanza dello stesso, che è stato “superato” nella preferenza di valutazione sintetica da altri concorrenti. Naturalmente, il fatto che il Dow Jones abbia parzialmente perso la sua popolarità non ha certamente determinato una assoluta dimenticanza da parte degli analisti e degli investitori, che ancora oggi lo apprezzano per la sua sinteticità interpretativa.
Attualmente, l’indice è composto dai seguenti titoli:
- MMM 3M
- Alphabet (Google)
- Amazon
- Amgen
- AAPL Apple
- BA Boeing
- CAT Caterpillar
- CVX Chevron
- CSCO Cisco
- KO Coca-Cola
- GS Goldman Sachs
- HD Home Depot
- Honeywell
- IBM IBM
- INTC Intel
- JNJ Johnson & Johnson
- JPM JPMorgan Chase
- MCD McDonald’s
- MRK Merck&Co
- MSFT Microsoft
- NKE Nike
- PG Procter & Gamble
- Salesforce.com
- Tesla
- UNH UnitedHealth
- VZ Verizon
- V Visa
- WMT Wal-Mart
- DIS Walt Disney Company
Come si calcola l’indice Dow Jones?
Tornando al meccanismo di calcolo dell’indice, ribadiamo come il suo valore – contrariamente a quanto avviene con altri indici che tendono conto esclusivamente della capitalizzazione delle società coinvolte – soppesi il prezzo dei 30 principali titoli di Wall Street.
Per poter calcolare il Dow Jones vengono sommati i prezzi di tutte le 30 azioni, da dividere poi per il divisore Dow, che viene nel tempo adeguato per poter tenere efficacemente in considerazione i cambi di composizione delle azioni, gli aumenti di capitale e le altre operazioni straordinarie, in maniera tale che tali interventi non alterino il valore dell’indice.
Per quanto concerne il divisore, inizialmente il Dow era composto dal numero delle società componenti, mentre attualmente il valore – in seguito a numerosi aggiustamenti che si sono succeduti negli anni – ha assunto un numero inferiore a 1 (con la conseguenza che il valore dell’indice è oggi maggiore della somma dei suoi componenti).
Da quanto sopra possiamo trarre una semplice riflessione: l’indice Dow Jones era – ma non è più – una media dei prezzi delle azioni. L’abitudine a trattare l’indice come una media svanì nel 1928, quando il Dow fu allargato da 20 (in precedenza 12) a 30 titoli, con introduzione di un coefficiente aggiustato ogni volta che un componente veniva frazionato, affinché l’indice tornasse coerente con quello che era in precedenza. Il frazionamento ha ridotto negli anni il peso del divisore, tanto che – come abbiamo già anticipato – il 27 maggio 1986 è sceso sotto l’unità, dove è rimasto fino ad oggi (pertanto, considerato che il divisore è inferiore a 1, possiamo in realtà parlare di “moltiplicatore”).
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L’indice racchiude le 30 aziende più “redditizie” quotate negli Stati Uniti d’America.
I componenti variano, nell’articolo puoi trovare l’elenco aggiornato al 2021.
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