Il dato che riguarda l’andamento dell’inflazione e caro-bollette continua a non dare segnali rassicuranti, ed ora a confermare un quadro poco felice arriva anche il rapporto dell’Istat secondo cui la situazione continuerà ad essere difficile sotto l’aspetto dei prezzi per un periodo piuttosto lungo.

Secondo l’Istituto infatti il percorso che dovrebbe condurci verso un tasso di inflazione sotto controllo, con prezzi di beni e servizi più sostenibili, sarà più lungo del previsto, con tutto ciò che questo comporterà per famiglie e imprese italiane.

Istat avverte: percorso di rientro dall’inflazione più lungo del previsto

Il rapporto dell’Istat non lascia molti dubbi in merito al fatto che i prezzi continueranno ad essere alti ancora per lungo tempo, e così pure le bollette della luce e del gas.

“Lo scenario internazionale resta caratterizzato da un elevato grado di incertezza e da rischi al ribasso” spiegano dall’Istat, ed è per questo motivo che, visto l’andamento dell’economia italiana nel mese di febbraio 2023, i tecnici dell’Ente prevedono un “percorso di rientro dell’inflazione più lungo di quanto inizialmente previsto”.

Ma cosa dicono i numeri? Nel mese di febbraio in Italia abbiamo ancora un tasso di inflazione in aumento, per l’esattezza parliamo di un +0,3% su base mensile, e di un 9,2% su base annua. Nel complesso siamo ampiamente al di sotto del picco dell’11,6% su base annua registrato a dicembre 2022, ma questo non è neanche lontanamente sufficiente a rendere la situazione sostenibile.

Inoltre i dati dell’Istat evidenziano che il PIL italiano nel quarto trimestre 2022 ha registrato una lieve variazione congiunturale negativa del -0,1% “a sintesi del contributo positivo della domanda estera netta e di quello negativo della domanda interna” spiegano su Money.it.

Perché l’inflazione continua a restare alta in Italia?

Con un’inflazione ancora oggi così alta le famiglie italiane sono letteralmente in crisi, e questo per via del fatto che gli stipendi non hanno registrato alcun aumento.

Il rischio è che il protrarsi di una situazione di questo tipo porti le famiglie italiane al collasso, infatti nel corso del quarto trimestre del 2022 si è registrato un calo del -1,1% dei consumi finali nazionali, e questo trend è iniziato ormai oltre un anno fa.

L’Istat ha registrato un calo dei consumi delle famiglie residenti e delle Istituzioni sociali private nella misura del -1,6%. L’istituto ha evidenziato una riduzione della spesa dei nuclei familiari in tutti i tipi di acquisti, con beni durevoli e servizi che sono diminuiti rispettivamente del -1,9% e del -1,5%, mentre la spesa per beni non durevoli si è ridotta del -1,3%.

Ma perché l’inflazione continua a rimanere alta in Italia? Secondo Leonardo Becchetti, professore di economia politica di Tor Vergata “i costi per la produzione di quei beni, sostenuti nei mesi passati, sono stati elevati e dunque vengono recuperati sui prezzi finali”.

In altre parole quello che noi acquistiamo oggi è stato prodotto alle condizioni di settimane o mesi fa, e quindi risente delle precedenti condizioni. Tuttavia è evidente che il dato dell’inflazione in Italia, per via della “nostra maggior dipendenza dalle fonti fossili” si presenta peggiore di quello della media europea.

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