I mercati aprono la settimana con un discreto ottimismo, supportato da alcuni incerti segnali di rallentamento dell’offensiva russa in Ucraina. Ecco dunque che FTSE MIB e altri listini aprono in rialzo, sebbene la prestazione sia appesantita da alcuni segnali contrastanti in ambito geopolitico: la Germania ha infatti annunciato la volontà di dotarsi di uno scudo antimissile, mentre gli USA hanno evocato, attraverso il presidente Biden, la possibile rimozione di Putin al potere.
Come se non bastasse, arrivano anche delle cattive notizie dalla Cina, con un nuovo lockdown della città di Shanghai, chiusa per contrastare l’Omicron 2.
Al termine della mattinata, comunque, il saldo è fortemente positivo: FTSE MIB sale dell’1,76%, superando così Londra (0,39%), Francoforte (1,54%) e Parigi (1%). Tra i titoli più in vista di Piazza Affari troviamo sicuramente TIM, dopo l’offerta avanzata dal fondo CVC per una parte dei servizi legati alle imprese.
Azioni Eni: no al gas in rubli
Nella giornata di oggi tiene banco anche la dichiarazione di Eni, che ha affermato che non pagherà il gas russo in rubli. A sostenerlo è l’amministratore delegato della società, Claudio Descalzi, in un panel a Dubai, stando a quanto riportato da Bloomberg.
“Eni non ha rubli; i contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini” – ha affermato il top manager, per poi invitare l’Europa a guardare all’Africa per disporre di più forniture di gas. “La richiesta della Russia di esportare il suo gas naturale essere pagato in rubli è un problema per i mercati energetici perché sta causando volatilità nei prezzi ed è molto difficile pagare quella valuta” – ha ancora aggiunto Descalzi prima di chiosare sottolineando come “l’Europa non ha proprie risorse energetiche e non ha sufficiente capacità di rigassificazione del Gnl per soddisfare la richiesta”.
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