L’ultima sessione di Borsa italiana della scorsa settimana si è chiusa con un indice FTSE MIB in incremento dell’1,88%. Nella giornata l’indice ha aperto a 21.837,5 punti, sopra i massimi della seduta precedente, rafforzando poi le proprie quotazioni nel corso della sessione e chiudendo a 22.165,3 punti, vicino ai massimi di seduta.
Analisi FTSE MIB e trend
Attualmente la tendenza di breve termine dell’indice FTSE MIB è rialzista, con rafforzamento verso l’area di resistenza posta a 22.418,5 punti. Superata questa soglia di resistenza, è possibile che il principale indice di Borsa italiana possa correre verso la successiva resistenza posta a 23.178,2 punti.
Di contro, nel caso in cui dovesse prender piede un trend negativo, il primo supporto è posto a 21.685,9 punti, superato il quale si guarderebbe al supporto successivo posto a 21.152,5 punti.
Borsa appese alla trade war
Così come gli altri mercati finanziari, anche quello azionario sembra essere appeso all’evoluzione dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il tavolo delle negoziazioni sembra essersi concluso con un accordo positivo, anche se gli analisti invitano alla massima cautela, e a guardare soprattutto alla sua applicazione.
Per il momento, però, non possiamo che dare uno sguardo a quel che ha fatto (e detto) Donald Trump, con il presidente dell’amministrazione statunitense che ha parlato apertamente della conclusione della “fase uno”, rinviando a un momento successivo la chiusura di uno storico patto che chiuderebbe le numerose questioni aperte tra le due maggiori economi mondiali.
Dunque, a meno di clamorose giravolte, domani, 15 ottobre, non scatteranno più le nuove sanzioni che avrebbero colpito duramente i prodotti cinesi per un controvalore di 250 miliardi di dollari.
Come era lecito attendersi, proprio in virtù di questo maggiore ottimismo sull’evoluzione della trade war, le principali Borse europee hanno chiuso la giornata di venerdì con il segno più. Attenzione, però: Trump stesso parla solo di “fase uno”, e ha precisato che la guerra commerciale in fondo non è finita, anche se si è vicini alla risoluzione.
Dunque, considerati anche i passi indietro spesso manifestati dopo qualche apertura, bene guardare con particolare interesse a quel che potrebbe avvenire con la “fase due” e, intanto, capire se quanto stabilito con il primo step sarà applicato. Per esempio, la Cina dovrebbe impegnarsi ad acquistare prodotti agricoli e alimentari a stelle e strisce per circa 40 miliardi di dollari. Sarà così?
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