La scorsa settimana si è chiusa con un ribasso per l’indice principale di Borsa Italiana, con l’indice FTSE MIB che ha lasciato sul terreno lo 0,24%.
La giornata di venerdì si era aperta all’insegna della neutralità, ma poi l’indice ha proseguito in una condizione di crescente debolezza, fino a chiudere a quota 22.291,2 punti.
Analisi tecnica FTSE MIB
Attualmente il FTSE MIB si trova in una condizione di rafforzamento, con la prima area di resistenza che è posta a 22.467,3 punti, superata la quale si potrà giungere a sperimentare una seconda resistenza fissata a 22.797,4 punti.
Di contro, se dovesse prevalere un trend negativo, il primo supporto chiave è posto a 22.137,1 punti, testato positivamente il quale si potrà fare i conti con l’altro supporto posto più basso, a 21.952,5 punti.
Eventi della settimana
Anche se non è la settimana più intensa dell’anno in termini di eventi, riteniamo che nei prossimi giorni potranno esserci diversi spunti di particolare impatto sull’indice FTSE MIB.
Tralasciando per ora quanto sta accadendo in ottica Brexit, con l’accordo tra Johnson e l’UE che non è stato supportato dal previsto voto parlamentare, il quale invece ha indotto il premier britannico a chiedere un’ulteriore proroga dei termini, mettiamo nel calendario il 24 ottobre, data in cui si svolgerà l’ultima riunione del Consiglio Direttivo BCE presieduta da Mario Draghi. La riunione in programma non presenta particolari motivi di interesse, dopo che il comunicato del 12 settembre aveva escluso la possibilità che il quadro della politica monetaria potesse essere modificato ancora nei prossimi mesi.
Riteniamo che qualche impatto sul FTSE MIB possa averlo anche l’intento del governo di varare una manovra molto discussa e chiacchierata.
Di fatti, il Documento Programmatico di Bilancio approvato dal governo italiano non ha apportato particolari novità rispetto a quanto era l’impianto della manovra 2020, con espansività solamente al netto delle clausole di salvaguardia.
Ci sono comunque alcune innovazioni rispetto alla NADEF, legate al contenimento delle stime – prima troppo ottimistiche – sui ricavi da lotta all’evasione, con le altre coperture che sono soprattutto di natura fiscale.
È probabile però che l’Unione Europea non gradisca in pieno il documento e, dunque, possibili rilievi potrebbero essere previsti, considerato che il gap dello sforzo strutturale rispetto alle richieste è non trascurabile. Inoltre, rimangono piuttosto significative le clausole di salvaguardia che andranno disinnescate per gli anni dal 2021 in poi. Il sentiero di finanza pubblica è dunque stretto anche dopo il 2020.
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