L’indice FTSE MIB di Borsa Italiana ha chiuso la giornata di venerdì 1 novembre con un rialzo piuttosto deciso, archiviando così la sessione con un buon + 1,06% rispetto ai valori precedenti. L’apertura di giornata è stata in linea con la chiusura di giovedì, con rafforzamento intervenuto nel corso della giornata, e chiusura a ridotto dei massimi.

Analisi tecnica

Allo stato odierno, lo scenario di breve termine del FTSE MIB conferma di essere sostanzialmente rialzista, con target a 23.030,4 punti in qualità di più vicina resistenza. In caso di superamento di tale soglia con buoni volumi, è possibile che l’indice possa puntare verso la seconda resistenza, posta a 23.318,6 punti.

Di contro, nel caso in cui dovesse prevalere un trend decrescente, il primo supporto viene intercettato a quota 22.742,2 punti, superato il quale si aprirebbero le porte per il raggiungimento del supporto chiave posto più sotto a quota 22.550 punti.

Una panoramica sull’economia italiana

L’occasione è naturalmente utile per cercare di compiere una panoramica sull’economia italiana, con i nuovi dati, unitamente a quanto accadrà con la legge di Bilancio, che finiranno con l’influenzare quanto accadrà anche in Borsa.

Ebbene, cominciando con il dato più importante, nel 3° trimestre, il PIL è cresciuto di 0,1% t/t, in linea con i tre trimestri precedenti, e contro attese di una stagnazione. La variazione annua è salita a +0,3% da +0,1% precedenti, con dati sono stati superiori alle attese. Il dettaglio delle componenti sarà diffuso il prossimo 29 novembre. In ogni caso, la crescita acquisita per il 2019 è ora pari a 0,2% (in caso di stagnazione nel trimestre finale dell’anno).

Sono sicuramente meno incoraggianti i dati sull’occupazione a settembre: il tasso di disoccupazione è infatti salito più del previsto, a 9,9% da 9,6% di agosto. Gli occupati sono scesi di 32 mila unità, il massimo da luglio dello scorso anno, ed è cresciuta solo l’occupazione temporanea. Si è dunque fermata a luglio la creazione di posti di lavoro, ma l’occupazione rimane comunque più dinamica del PIL (+1% nel 3° trimestre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018, contro il +0,3% del PIL).

Cala la fiducia dei consumatori, dopo l’aumento di settembre, mentre il morale delle imprese ha visto un inatteso recupero. Nel complesso, i dati sono stati superiori alle attese. Brevemente, l’indice composito sul morale delle aziende diffuso dall’Istat è salito a 99 punti a ottobre, da 98,6 punti a settembre, con il manifatturiero che ha visto l’indice di fiducia delle imprese aumentare per la prima volta negli ultimi 5 mesi, a 99,6 punti, contro i 99 punti di settembre.

Proseguiamo poi in questa carrellata di dati parlando delle retribuzioni contrattuali, aumentate di +0,1% m/m a settembre, in linea con la media dei 12 mesi precedenti. Su base annua le paghe orarie risultano in crescita di 0,8%, in accelerazione di un decimo rispetto ai tre mesi precedenti.

Infine, i prezzi alla produzione sono tornati ad aumentare su base congiunturale a settembre, pur lievemente (+0,1% m/m), dopo il calo dei tre mesi precedenti. Su base annua, i prezzi sono però calati ulteriormente, a -1,7% da -1,4% di agosto, per un nuovo minimo da oltre tre anni.

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