Appuntamento inedito con le nostre analisi di Borsa Italiana, considerato che inedito è anche lo scenario nel quale ci troviamo a dover effettuare le consuete valutazioni.
Mentre scriviamo, infatti, sui mercati finanziari italiani è in atto una sorta di tempesta perfetta. Da una parte preoccupa la continua espansione del coronavirus in Italia e in Europa. Dall’altra parte preoccupa la guerra sul petrolio, che è stata inaugurata dalla mancata intesa tra l’Opec e la Russia per un potenziale taglio alla produzione del greggio, finalizzato a sostenere il prezzo del barile.
E così, il lunedì che si accinge ad esaurirsi su Piazza Affari è di quelli da ricordare… in negativo. La Borsa milanese apre infatti negativamente, e peggiora con il passare delle ore, aggiornando i minimi di giornata a -11,5%, con lo spread tra i titoli di Stato italiano e gli equivalenti decennali tedeschi che ha superato la soglia dei 220 punti base, contro i 180 punti della chiusura dello scorso venerdì (rendimento dei titoli a 10 anni oltre l’1,3%).
Tornando al FTSE MIB, evidenziamo come dei 40 titoli che compongono oggi il listino principale di Borsa Italiana, numerosi siano i ribassi in doppia cifra percentuale, con le società petrolifere come Eni e Saipem che cedono più di 20 punti percentuali. Nel resto d’Europa, i segni meno abbondano, anche pesanti: Francoforte, Londra e Parigi perdono circa l’80%.
E adesso? La Consob ha fatto sapere che per il momento non è in programma un arresto alle contrattazioni, dal momento che non sono stati rilevati segnali di attacchi speculativi, salvo che non si voglia attribuire a tale termine – si legge in una nota della Commissione – la reazione degli operatori alle incertezze sul futuro, generate dagli effetti del coronavirus sull’economia.
Ma dove riporre i propri investimenti in un clima di così elevata incertezza?
Gli investitori sembrano averlo capito subito, e hanno evidentemente preso d’assalto i c.d. beni rifugio, categorie di investimenti che gli operatori considerano di rilievo in tempi difficili di avversione al rischio. E così, crollano i rendimenti dei titoli di debito USA, con i Treasury a 10 anni che calano allo 0,5% per la prima volta nella loro storia, e con i Treasury a 30 anni che scendono sotto l’1%, anche in questo caso per la prima volta nella storia.
L’oro, il safe haven per eccellenza, nella notte supera quota 1.700 dollari l’oncia, e si porta ai massimi dal 2012, per poi ritrattare parzialmente. m
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