INDICE FTSE MIB INDEBOLITO DA BRUSCA IMPENNATA DELLO SPREAD:SALVO IL SUPPORTO IN AREA 21.400-21.500 PUNTI
L’ indice Ftse Mib riesce a salvarsi in “zona cesarini “, evitando una chiusura settimanale sotto l’ importante supporto individuato in area 21.500-21.400 punti, più volte indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul principale listino azionario di Piazza Affari.
La seduta di venerdì 3 Agosto si è infatti conclusa con un rialzo dello 0,80%, a 21.586 punti, in recupero dai minimi a 5 sedute, toccati a quota 21.322 punti. E’ tuttavia stata un’ ottava anomala sotto l’aspetto tecnico per l’ indice Ftse Mib, che nel corso delle prime due sessioni si era riportata sui massimi a sei settimane, spingendosi fino ad un top a 22.245 punti, circa, per poi innescare la classica figura ribassista di doppio massimo di breve, che ha scatenato una perdita di quasi 1.000 punti di indice.
Settimana difficile anche per il BTP decennale il cui rendimento, sulla scadenza dieci anni, ha infranto la soglia del 3%, per poi chiudere al 2,90%, a causa dell’ improvvisa impennata dello Spread tra BTP e BUND, schizzato fino ad un massimo di 255 pb. Tra le singole storie delle azioni che hanno zavorrato il paniere dei 40 titoli a maggiore capitalizzazione della borsa milanese, si segnala la performance negativa di Enel e Banca Intesa Sanpaolo, in forte calo dopo la diffusione dei conti semestrali.
LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER L’ INDICE FTSE MIB
Dal punto di vista macroeconomico l’ indice Ftse Mib, ad inizio ottava, ha invertito rotta dopo la forte battuta d’ arresto evidenziata dall’indice PMI manifatturiero del mese di Luglio, in discesa a 51,5 punti, sui livelli più bassi da Ottobre 2016. A Giugno il suddetto il Purchasing Managers Index si era rivelato a 53,3 punti e le attese degli analisti per lo scorso mese erano per un lieve calo a 53,1 punti.
L’ISTAT ha invece reso noto che la crescita italiana nel secondo trimestre di quest’ anno ha mostrato un aumento dello 0,2%, come da attese. Su base annua il PIL ha invece evidenziato un +1%, in lieve calo rispetto alle aspettative del mercato. Confermate le stime di Prodotto Interno Lordo per l’ intero 2018, comprese tra +1,2% e +1,3%
Lettura in salita per l’ indice NIC dei prezzi al consumo del mese di Luglio, che secondo la stima dell’ Istituto Nazionale di Statistica ha fatto registrare un progresso dello 0,3% su base mensile e dell’1,5% su base annua. Per l’ inflazione italiana si è trattato del livello più alto dall’ Aprile del 2017. Superati i pronostici degli analisti, che invece avevano indicato +0,2% su base mensile e +1,4% anno su anno. La crescita dei prezzi al consumo appena evidenziata è stata principalmente sostenuta dal balzo dei prezzi dei beni energetici, in aumento del 5,3%, invertendo decisamente rotta dopo il calo dell’1,2% del mese di Giugno. Hanno invece frenato i prezzi nel settore trasporti, in aumento del +1,7%, ma in calo dal +2,5% della precedente stima mensile. L’inflazione di fondo, calcolata al netto delle componenti legate al settore energia ed a quello degli alimentari freschi è invece passata a +0,7% da +0,8% di Giugno, mentre la versione filtrata dei soli beni energetici è passata da +1% a +0,9%. L’ inflazione acquisita per l’intero 2018, ovvero il valore calcolato nel caso in cui i prossimi trimestri dovessero mostrare un aumento nullo, si è invece portata all’1,2% per quanto riguarda l’ indice generale ed a +0,8% per quanto concerne la componente di fondo.
Sempre a Luglio, invece l’indice armonizzato IPCA ha fatto registrare un calo dell’1,4% su mese, mentre su base annua è cresciuto dell’1,9% ( consensus -1,8% m/m, +1,4% a/a ), registrando il massimo da Aprile 2017. Il maggior aumento dell’ indice IPCA rispetto al NIC è stato frutto del deciso progresso dei prezzi di Abbigliamento e Calzature, che dal +0,1% di Giugno hanno evidenziato un aumento del 3,5%, grazie all’ anticipazione dell’ inizio dei saldi estivi. Tuttavia, il settore ha Abbigliamento e Calzature ha mostrato un calo dei prezzi del 19,1% ,ma meno del -21,7% del 2017.
Secondo le stime ISTAT il tasso di disoccupazione in Italia, nel mese di Giugno, è cresciuto dello 0,2%, portandosi al 10,9%, mentre le attese degli analisti erano per un aumento dello 0,8%.
Peggiora anche la disoccupazione giovanile, che sempre a Giugno è aumentata dello 0,5% assestandosi al 32,6%. Dai dettagli rilasciati dell’ Istituto di Statistica è inoltre emerso che le persone in cerca di occupazione sono aumentate di 60 mila unità ( +2% ), facendo salire il numero dei disoccupati a 2,866 milioni di unità. Su base annua, la lettura ha tuttavia evidenziato un lieve calo, rimanendo sui livelli della fine del 2012. Per quanto riguarda la voce “ disoccupazione giovanile “ il valore degli under25 in cerca di lavoro ( 32,6% ) continua a mantenersi nettamente sotto i, 43,5% del Marzo del 2014, ma ancora abbastanza distante dal minimo al 19,5% toccato a Febbraio 2007. Lieve inversione di tendenza anche la stima degli occupati, che dopo tre mesi consecutivi di crescita ha evidenziato una contrazione dello 0,2%, pari a -49 mila unità. Il numero degli occupati dipendenti permanenti è sceso di 56 mila unità, mentre quello relativo agli indipendenti è sceso di 9 mila unità. I dipendenti a termine sono invece aumenti di 16 mila unità, aggiornando il record storico, portandosi a 3,105 milioni di unità. Da un’ indagine condotta dal Centro Studi Impresa Lavoro è purtroppo emerso che la produttività del lavoro in Italia, dal 2010 è aumentata soltanto dello 0,14% annuo. Un dato peggiore soltanto al -1,09% della Grecia.
Indice Ftse Mib in ripresa sui titoli di coda settimanali grazie al rialzo fatto registrare dalla produzione industriale italiana, che a Giugno ( lettura finale ), ha messo a segno un aumento dello 0,5% su Maggio e dell’1,7% su base annua. Battute le attese degli analisti, che invece avevano indicato un aumento più contenuto, pari a +0,4% m/m e +1,5% a/a.
L’ottava macro in Italia si è conclusa con il rallentamento evidenziato dalle vendite al dettaglio, che sempre secondo la stima di Giugno hanno mostrato una flessione dello 0,2% rispetto alla precedente lettura mensile ( +1,1% ). Disattesi i pronostici degli analisti, che invece si aspettavano un aumento dello 0,1%. Dai dettagli diffusi dall’ ISTAT è emerso che la flessione è stata principalmente causata dal calo delle vendite dei beni alimentari.
Battuta di arresto delle vendite al dettaglio in Italia che a giugno hanno segnato una flessione dello 0,2% rispetto a maggio, quando erano salite dell’1,1%. Deluse le attese degli analisti che avevano previsto un aumento dello 0,1 per cento. La flessione, ha precisato l’Istat, è dovuta al calo delle vendite dei beni alimentari. La stima di Giugno su base annua ha invece evidenziato un aumento dell’ 1,5%.
L’indice Ftse Mib dopo aver rotto al rialzo la forte resistenza tecnica rappresentata da area 24.000 punti, si era riportato su valori che non erano stati più toccati dal 2009, volando fino ad un massimo oltre area 24.500 punti. Il movimento di accumulo che si era verificato in area 22.000-22.500 punti aveva consentito al principale indice italiano di caricarsi come una molla e di schizzare verso l’alto, sfondando il forte ostacolo appena citato, che lo scorso Gennaio, in prima battuta, aveva respinto verso il basso le quotazioni.
Il quadro rialzista di fondo in costruzione ( +53% ) dai minimi di Novembre 2016 a ridosso dei 16.000 punti, fino ai massimi in area 24.500 punti), dopo la battuta d’ arresto subita nelle ultime settimane e la discesa verso il forte supporto in area 21.500-21.400 punti risulta essersi indebolito. Tuttavia, finche le quotazioni si manterranno sopra il sostegno appena segnalato in chiusura settimanale, rimane valida la pista rialzista di medio-lungo periodo che, dopo aver centrato il primo obiettivo posto in area in area 24.500, potrebbe mettere nel mirino anche il target successivo, individuato in area 25.000 punti. Una chiusura d’ottava sotto il supporto di breve-medio ( 21.500-21.400 punti ), invece, comprometterebbe nuovamente lo scenario di medio-lungo periodo e potrebbe proiettare, velocemente, le quotazioni prima a 20.400 punti e successivamente a ridosso dei 19.500 punti.
CONSIGLI DI TRADING SULL’ INDICE FTSE MIB
Ottima la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante l’ indice Ftse Mib, che centrato3 target price della strategia Long: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over; nonché ben 5 obiettivi indicati dalla strategia Short: 2 nella versione Intraday e 3 nella versione Over.
Lo scenario rialzista suggerisce l’ apertura di operazioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 21.635 punti, Target Price attesi in area e 21.720 e 21.770 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 21.500 punti. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera superiore a 21.770 punti, per sfruttare possibili allunghi in area 21.900 e 21.995 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 21.580 punti in chiusura di candela oraria. Ancora una volta arricchiamo il nostro Trading System con una terza serie di operazioni sulla forza, attivate in seguito ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 21.995 punti, e che prevedono Target Price prima a 22.120 punti e successivamente a 22.340 punti, estesi a 22.560 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 21.770 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 20.605 punti, per cercare di sfruttare possibili rimbalzi in prima battuta a 20.815 e successivamente a 20.945 punti, estesi a 21.235 punti; Stop Loss in caso di eventuali discese sotto 20.400 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, suggerisce l’ apertura di posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 21.500 punti, con obiettivi attesi a 21.420 e 21.370 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria maggiore di 21.635 punti. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 21.370 punti, per cercare di anticipare possibili discese, prima a 21.235 punti e successivamente a 21.025 punti; Stop Loss in caso di ritorno oltre 21.585 punti in chiusura di candela oraria. Ed ancora Short con la perdita di quota 21.025 punti in close orario, per sfruttare la pressione ribassista fino a 20.945 e 20.815 punti, con possibili estensioni al ribasso fino a 20.605 punti; Stop Loss in caso di close orario maggiore di 21.235 punti. Suggeriti vendite speculative in caso di allungo in area 22.560 punti, per cercare di sfruttare possibili pull-back di prezzo, prima a 22.340 punti e successivamente a 22.120 punti, estesi a 21.995 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria o giornaliera maggiore di 22.800 punti.
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