PER L’ INDICE FTSE MIB TOCCATA E FUGA DAI TOP A TRE MESI IN AREA 20.000 PUNTI
Ottava a due velocità per l’ indice Ftse Mib, che dopo una prima parte ben intonata, che ha portato il principale listino azionario a ritestare area 20.000 punti per la prima volta dallo scorso Ottobre, ha terminato la settimana con una performance a 5 sedute in calo di quasi di circa l’1,30%, a fronte di una chiusura a quota 19.352 punti ( -0,65% ).
Indice Ftse Mib che aveva toccato un massimo a circa 20.010 punti, con gli acquisti che hanno interessato i titoli del settore finanziario, che loro volta sono stati trainati dai risultati trimestrali ( Q4 2018 ) ed annuali ( intero 2018 ) delle big Intesa SanPaolo ed Unicredit. La marcia indietro successiva, invece, è stata principalmente causata dalle pessime letture macro che hanno contribuito a far impennare lo Spread BTP-BUND vicino alla soglia dei 300 punti ed il rendimento sulle obbligazioni decennali sulla soglia del 3%.
LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER L’ INDICE FTSE MIB
Ftse Mib pesantemente penalizzato dalla revisione al ribasso delle stime sulla crescita italiana, da parte della Commissione Europea, che ha tagliato le attese sui PIL tricolore del 2019 a +0,2% dal +1,2% della precedente valutazione e quelle del 2020 a +0,8% da +1,3%. Il netto colpo di forbici è stato motivato con le incertezze legate alla manovra economica varata dal governo Lega-M5S, ritenuta insufficiente per creare crescita.
Vendite sul listino delle Blue Chips anche in seguito alla diffusione del dato relativo alle vendite al dettaglio del mese di Dicembre, in calo secondo l’ISTAT dello 0,7% su base mensile. Su base annua, invece, la suddetta lettura ha rivelato una variazione in calo dello 0,6% in termini di valore e dello 0,5% in volume. Il calo di Dicembre ha colpito quasi omogeneamente quasi tutti i settori: beni alimentari ( – 0,6% in valore e -0,7% in volume ) e per quelli non alimentari ( -0,7% in valore e in volume ). Unica eccezione, in forte aumento tra le varie categorie, le vendite al dettaglio nel settore del commercio elettronico, in crescita del 12,1%.
Segna ulteriormente il passo la stima preliminare dell’indice Nic dei prezzi al consumo di Gennaio, che secondo il rapporto diffuso dall’ Istituto Nazionale di Statistica ha fatto registrare un modesto aumento su base mensile, pari a +0,1% ed un progresso dello 0,9% su base annua, scendendo sui valori più bassi dal Aprile dello scorso anno. L’ inflazione di fondo, filtrata dei prezzi di beni legati all’ energia e dei prezzi degli alimentari freschi, ha invece rallentato a +0,5% da+0,6% della precedente stima mensile. L’inflazione acquisita per l’ indice generale, ovvero in presenza di un’ eventuale crescita zero nel corso dei successivi mesi del 2019, si è assestata allo 0,1%; mentre quella di fondo ha evidenziato una contrazione dello 0,3%.
L’ indice dei prezzi al consumo armonizzato, IPCA, sempre nello stesso periodo in esame, ha invece rivelato un calo dell’1,7% su base mensile. Il maggior rallentamento è stato favorito dai saldi invernali di abbigliamento e calzature, di cui, invece, l’ indice Nazionale dell’ intera Collettività ( NIC ) non ne tiene conto.
Su base annua, l’ indicatore IPCA ha invece mostrato un aumento dello 0,9%,frenando tuttavia rispetto all’ 1,2% della precedente stima. Sia la lettura tendenziale che congiunturale dell’ indice dei prezzi al consumo armonizzato sono state lievemente migliori delle indicazioni degli analisti, che invece si aspettavano, rispettivamente +0,8% e -1,9%.
Sentiment debole sul Ftse Mib anche a causa delle brutte letture dell’ indice PMI servizi e dell’ indicatore Composito di Gennaio, scesi entrambi sotto la soglia che indica contrazione economica. Il Purchasing Managers Index relativo al settore servizi, secondo la stima diffusa da Markit, si è infatti assestato a 49,7 punti, in flessione dai 50,5 punti della prima stima, mentre gli analisti avevano pronosticato un valore pari a 50 punti. L’ indice PMI Composito ha invece subito un rallentamento a 48,8 punti, peggiorando rispetto ai 50 punti della prima comunicazione. Deluse anche in questo caso le aspettative del consensu, pari a 49,4 punti.
Battuta d’arresto anche per l’ indicatore PMI relativo al settore delle costruzioni, che sempre a Gennaio, ha frenato a 51,8 punti dai 52,8 punti di Dicembre, facendo rilevare la minor espansione dallo scorso mese di Maggio. Nonostante il rallentamento per il suddetto indicatore si è trattata della decima espansione mensile consecutiva. Dai settagli diffusi da Markit si è saputo che il minor aumento delle attività nel settore edile è stato principalmente causato dal rallentamento della produzione e dei nuovi ordini.
Indice Ftse Mib che a fine ottava ha decisamente accelerato al ribasso dopo la debole lettura del dato relativo alla produzione industriale italiana, che a Dicembre, ha evidenziato un calo dello 0,80% su base mensile, deludendo nettamente le attese degli analisti, che invece avevano pronosticato un incremento dello 0,4%. Continua pertanto il rallentamento già evidenziato nella lettura di Novembre ( -1,4% ). Sui tre mesi, il livello della produzione ha fatto registrare una contrazione dell’1,1%,rispettoal precedente risultato trimestrale.
Peggiora ancora di più, invece, la produzione industriale su base annua, ovvero rispetto a Dicembre 2017, crollata del 5,5%, facendo peggio delle attese, che invece indicavano un calo del 3%. La flessione ha riguardato quasi tutti i comparti di attività economica, ma quelle più rilevanti hanno riguardato il settore dell’ industria del legno, della carta e della stampa ( -13% ); il cmparto delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori ( -11,1% ) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi ( -7,9% ).
Ulteriori segnali di debolezza per l’ economia italiana sono arrivati con la stima dell’ indicatore anticipatore elaborata dall’ Istat, secondo cui a Gennaio per l’attività economica in Italia si prospettano ancora periodi di rallentamento.
L’ Istituto Nazionale di Statistica, in via preliminare, ha inoltre rivelato che il tasso di disoccupazione italiana nel 2018 è sceso al 10,6%, assestandosi sui livelli più bassi dal 2012. La discesa r rispetto al 2017 è stata pari a -0,7 punti percentuali, ma si è ancora abbastanza lontani dal tasso del 6,7% del 2007. La stima finale, in vista del dato statistico dell’ultimo trimestre dello scorso anno, sarà comunicata a metà Marzo. Il tasso di crescita dell’ occupazione media annua , nel 2018 si è assestato allo 0,9%, grazie ad oltre 200 mila nuovi occupati. Il tasso di occupazione, pertanto, è salito al 58,5%, in crescita di 0,6 punti percentuali rispetto al 57,9% del 2017. Il tasso di inattività è invece calato dello 0,2%, portandosi al 34,3%.
VISIONE TECNICA DI BREVE-MEDIO PERIODO SULL’ INDICE FTSE MIB
L’indice Ftse Mib, soltanto lo scorso Maggio, aveva rotto al rialzo la forte resistenza tecnica rappresentata da area 24.000 punti e si era riportato su valori che non erano stati più toccati dal 2009, volando fino ad un massimo oltre area 24.500 punti. Il movimento di accumulo che si era verificato in area 22.000-22.500 punti aveva consentito al principale indice italiano di caricarsi come una molla e di schizzare verso l’alto, sfondando il forte ostacolo appena citato, che a Gennaio 2018, in prima battuta, aveva respinto verso il basso le quotazioni.
Il quadro rialzista di fondo in costruzione ( +53% ) dai minimi di Novembre 2016 a ridosso dei 16.000 punti, fino ai massimi in area 24.500 punti), con la discesa al disotto del supporto in area 21.500-21.400 punti, invece, si era decisamente deteriorato. Dopo aver rotto al ribasso anche il sostegno di medio periodo, in area 21.000-20.800 punti in chiusura settimanale, il Ftse Mib aveva mandato definitivamente in cantina la pista rialzista di medio-lungo periodo che, dopo aver centrato il primo obiettivo posto in area in area 24.500, aveva messo nel mirino anche il target successivo, individuato in area 25.000 punti. La chiusura d’ottava sotto il supporto di breve-medio ( 21.000-20.800 punti ) aveva contribuito a centrare un primo target ribassista in area 20.000 ed il successivo obiettivo in area 19.000-18.500 punti.
La successiva discesa sotto l’ importante soglia tecnica e psicologica rappresentata da area 19.000-18.500 punti ha prodotto un ulteriore affondo sui minimi a due anni, a quota 17.914 punti. Sul brevissimo, finché le quotazioni stazioneranno sopra quota 19.000 punti potrebbero contribuire a favorire un ulteriore recupero verso area 20.000-20.200 punti e nella migliore delle ipotesi il ritorno verso area 20.500-20.600 punti.
Lo scenario di breve-medio potrà ritornare positivo soltanto in caso di stabile recupero oltre quota 21.000 punti, per poi puntare ad allungo in area 22.500 punti.
CONSIGLI DI TRADING SULL’ INDICE FTSE MIB
Buono il bilancio settimanale realizzato dal nostro trading system con sottostante l’ indice Ftse Mib, che ha centrato 4 target price pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday e 2 nella versione Over, nonché tre obiettivi della strategia Short: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over.
Lo scenario rialzista prevede l’apertura diposizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oltre quota 19.425 punti in chiusura oraria, Target Price attesi in area e 19.495 e 19.545 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 19.230 punti. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera superiore a 19.545 punti, per sfruttare possibili allunghi in area 19.620 e 19.740 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 19.350 punti in chiusura di candela oraria. Ancora una volta arricchiamo il nostro Trading System con una terza serie di operazioni sulla forza, attivate in seguito ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 19.740 punti, e che prevedono Target Price prima a 19.815 punti e successivamente a 19.935 punti, estesi a 20.130 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 19.620 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 18.470 punti, per cercare di sfruttare possibili rimbalzi in prima battuta a 18.655 e successivamente a 18.845 punti, estesi a 18.960 punti; Stop Loss in caso di eventuali discese sotto 18.285 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, consiglia di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 19.230 punti, con obiettivi attesi a 19.155 e 19.035 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria maggiore di 19.425 punti. Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 19.035 punti, per cercare di anticipare possibili discese, prima a 18.960 punti e successivamente a 18.845 punti; Stop Loss in caso di ritorno oltre 19.270 punti in chiusura di candela oraria. Ed ancora Short con la perdita di quota 18.845 punti in close orario, per sfruttare la pressione ribassista fino a 18.770 e 18.655 punti, con possibili estensioni al ribasso fino a 18.470 punti; Stop Loss in caso di close orario maggiore di 19.035 punti. Suggeriti vendite speculative in caso di allungo in area 20.130 punti, per cercare di sfruttare possibili pull-back di prezzo, prima a 19.935 punti e successivamente a 19.815 punti, estesi a 19.740 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria o giornaliera maggiore di 20.335 punti.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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