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FTSE MIB AFFOSSATO DALLE VENDITE GLOBALI SCATENATE DA POSSIBILE SCOPPIO CONFLITTO COMMERCIALE USA-CINA
Pesante battuta d’ arresto per l’ indice Ftse Mib, in calo di quasi 2 punti e mezzo percentuali, rispetto alla chiusura dell’ottava precedente. Il paniere dei 40 titoli a maggiore capitalizzazione ha fissato l’ ultimo scambio di Venerdì 23 Marzo, a quota 22.289 punti, tuttavia in recupero dopo il pesante calo intraday a quota 21.964 punti. Ftse Mib che non è riuscito ad andare oltre i 22.874 punti, facendo segnare un massimo a 5 sedute, inferiore ai top a 22.938 punti, registrati nel corso della precedente ottava.
LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER L’ INDICE FTSE MIB
Sulla pesante debacle dell’indice delle Blue Chips hanno influito: le incertezze legate alla politica italiana, con i lavori e gli sforzi per la formazione di un nuovo governo che sembrano ancora in alto mare; ed i timori di una vera e propria guerra commerciale tra USA e Cina dopo che le due superpotenze hanno deciso di fare muro contro muro a colpi di reciproci dazi sulle importazioni da uno dei due paese verso l’altro e viceversa.
La comunità finanziaria è preoccupata che il braccio di ferro possa allargarsi a macchia d’ olio diventando una questione internazionale. Trump annunciato nuove tasse per 60 miliardi di dollari sulle importazioni da Pechino, mentre le autorità economiche cinesi, in risposta, stanno studiando dei dazi da estendere ad oltre 120 prodotti in arrivo dagli USA. Pesanti le perdite subite dagli indice di Wall Street, tra cui spicca il quasi -6% del Dow Jones, che in 5 sedute ha lasciato sul terreno ben 1.400 punti di indice. Tesa anche la situazione politica interna agli Stati Uniti, dove Trump ha sorprendentemente sostituito il consigliere alla sicurezza nazionale, generale McMaster, con John Bolton, una figura nota come “ Falco “, poiché acceso interventista ed acerrimo critico contro l’ Iran.
Poche le indicazioni arrivate sotto l’ aspetto macro, tra cui hanno spiccato la lettura dell’ indice Zew italiano di Marzo e la rilevazione finale della produzione industriale di Gennaio. Secondo il consueto report mensile curato dallo Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, da cui deriva l’ indice Zew, la fiducia sull’ economia del nostro paese, nel mese in corso è scesa a -5,4 punti, dai 15,3 punti della precedente rilevazione di Febbraio. Giù anche il sotto-indice relativo alle condizioni attuali, in flessione a -18,7 punti, dai – 8,2 punti della precedente stima. Variazione negative anche perle aspettative di inflazione, assetatesi a 46 punti, in calo di 11,3 punti rispetto alla lettura mensile precedente. Zew italiano che si è comunque uniformato alla discesa subita dallo Zew tedesco e da quello di tutta l’ area Euro.
L’ Istituto Nazionale di Statistica ( ISTAT ) ha invece reso noto che la produzione industriale italiana, nel mese di Gennaio, ha subito una contrazione dell’1,9% su base mensile. I pronostici degli analisti erano per un calo minore, dello 0,7%, ma non tenevano conto della correzione al rialzo delle letture dei dati di Novembre e Dicembre, rispettivamente rivisti da +0,2% e +1,6% a +0,9% e +2,1%. Si chiude in positivo, invece, il trimestre Novembre-Gennaio, che ha fatto registrare un aumento dell’ 1%, rispetto alle tre mensilità precedenti. Il calo della produzione industriale italiana su base mensile è stato principalmente causato dalla forte contrazione evidenziata dal settore energetico, in flessione di ben 7 punti percentuali, mentre i comparti dei beni strumentali e dei beni intermedi hanno rispettivamente fatto registrare una discesa dell’1,6% e dell’ 1%.
Tra i titoli in maggior affanno sull’ indice Ftse Mib, è spiccato Tenaris, che in due sedute ha lasciato sul terreno oltre il 10% della propria capitalizzazione, dopo che gli USA hanno esentato la Corea del Sud, dai dazi sulle importazioni di acciaio ed alluminio. Un forte danno per il produttore di tubi italiano, poiché il paese asiatico è uno dei principali concorrenti di Tenaris per le forniture verso il Nord America.
VISIONE TECNICA DI BREVE-MEDIO PERIODO SULL’ INDICE FTSE MIB
Dopo aver fallito l’attacco alla resistenza posta in area 24.000 punti, l’indice Ftse Mib è stato vittima di pesanti prese di beneficio, che hanno fatto ripiombare il principale listino azionario milanese sui forti supporti in area 22.000 punti. Area di sostegno che aveva retto per ben tre volte, prima che due settimane fa venisse violata, complice l’appuntamento elettorale italiano. Centrati i primi target ribassisti in area 21.500-21.400 punti, sono scattate le prime ricoperture, in quanto nel recente passato proprio dai livelli appena citati, il principale indice di Piazza Affari era ripartito a razzo verso l’ alto, ritoccando i massimi dal 2015, spingendosi fino a 24.050 punti.
Il quadro rialzista in costruzione ( +49% dai minimi di Novembre 2016 a ridosso dei 16.000 punti, fino ai massimi in area 24.000 punti), dopo la battuta d’ arresto di queste ultime settimane, tuttavia non risulta compromesso, poiché la tenuta del forte supporto in area 21.500-21.400 punti continua a mantenerlo impostato al rialzo. Finche l’ indice Ftse Mib si manterrà sopra il sostegno appena segnalato in chiusura settimanale, rimane valida la pista rialzista di medio-lungo periodo con obiettivi in area 24.500-25.000 punti. Una chiusura d’ottava sotto il supporto di breve-medio ( 21.500-21.400 punti ), invece, comprometterebbe nuovamente lo scenario di medio-lungo periodo e potrebbe proiettare, velocemente, le quotazioni prima a 20.400 punti e successivamente a ridosso dei 19.500 punti.
CONSIGLI DI TRADING SULL’ INDICE FTSE MIB
Bilancio settimanale molto positivo per il nostro Trading System con sottostante l’ indice Ftse Mib, che ha centrato 6 dei 7 Target Price pronosticati dalla strategia ribassista: 2 della versione Intraday e 4 nella versione Over.
La strategia rialzista suggerisce di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 22.375 punti, Target Price attesi in area e 22.460 e 22.600 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 22.235 punti.
Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si registri una chiusura oraria o giornaliera superiore a 22.600 punti, per sfruttare possibili allunghi in area 22.650 e 22.740 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 22.290 punti in chiusura di candela oraria. Ancora una volta arricchiamo il nostro Trading System con una terza serie di operazioni sulla forza, attivate in seguito ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 22.740 punti, e che prevedono Target Price prima a 22.880 punti e successivamente a 22.965 punti, estesi a 23.020 punti; Stop Loss in caso di ritorno sotto 22.460 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di eventuale affondo in area 21.495 punti, per cercare di sfruttare possibili rimbalzi in prima battuta a 21.625 e successivamente a 21.710 punti, estesi a 21.845 punti; Stop Loss in caso di eventuali discese sotto 21.280 punti in chiusura di candela oraria o giornaliera.
La strategia ribassista, invece, consiglia di aprire posizioni Short nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 22.235 punti, con obiettivi attesi a 22.150 e 22.065 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria maggiore di 22.375 punti.
Mantenere la posizione ribassista nel caso in cui si verifichi una chiusura oraria o giornaliera minore di 22.065 punti, per cercare di anticipare possibili discese, prima a 21.930 punti e successivamente a 21.845 punti; Stop Loss in caso di ritorno oltre 22.290 punti in chiusura di candela oraria.
Ed ancora Short con la perdita di quota 21.845 punti in close orario, per sfruttare la pressione ribassista fino a 21.710 e 21.625 punti, con possibili estensioni al ribasso fino a 21.495 punti; Stop Loss in caso di close orario maggiore di 22.065 punti. Suggeriti vendite speculative in caso di allungo in area 23.020 punti, per cercare di sfruttare possibili pull-back di prezzo, prima a 22.880 punti e successivamente a 22.740 punti, estesi a 22.650 punti; Stop Loss in caso di chiusura oraria o giornaliera maggiore di 23.250 punti.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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