Il crollo del settore lusso stordisce la borsa di Milano. Dopo circa mezzora dall’avvio degli scambi, il Ftse Mib segna un ribasso dello 0,5 per cento con Moncler e Brunello Cucinelli che registrano un rosso di oltre 2 punti percentuali e mezzo. Decisamente peggio va però ad un titolo non listato sul paniere di riferimento di Piazza Affari, Salvatore Ferragamo, che sta rimediando un rosso addirittura a doppia cifra.
Insomma per il comparto lusso è buio profondo. L’ampiezza dell’entità del calo suggerisce la necessità di analizzare i motivi alla base del sell-off. Cosa sta succedendo alle azioni del lusso? E in particolare a Ferragamo?

Prima di analizzare i motivi alla base di vendite così ampie, ricordiamo che, in generale, il crollo di un titolo o di un settore, non deve mai significare la smobilitazione. I ribassi, infatti, possono essere occasioni di acquisto a sconto oppure assist per speculare su un ulteriore ribasso. Nel primo caso parliamo di long trading mentre nel secondo di short trading. In entrambe le situazioni si può speculare con strumenti derivati come i CFD che non prevedono il possesso del sottostante. Tra i broker da usare consigliamo Eighcap che proprio di recente ha introdotto le azioni italiane del Ftse Mib (tutte e 40) tra gli asset disponibili.
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Perchè le azioni del lusso crollano: focus su Ferragamo
Avviammo la nostra disamina sul crollo del comparto lusso partendo proprio dal titolo che sta segnando il rosso peggiore: Salvatore Ferragamo. Vero è che non è quotato sul Ftse Mib, tuttavia il passivo del 18,8 per cento che la maison sta segnando fa davvero impressione. La sensazione è che proprio il sell-off su Salvatore Ferragamo abbia scatenato una sorta di effetto domino portando con sè anche le big del settore lusso quotate sul Ftse Mib (Moncler e Brunello Cucinelli).
Graficamente i prezzi di Ferragamo sono scivolati fino ad un minimo intraday a 6,11 euro. Il crollo sta ovviamente determinando un allargamento monstre sia del ribasso mensile, ora aggiornato al 18 per cento, che di quello annuo, arrivato ad oltre il 50 per cento.
Le vendite su Ferragamo sono scattate fin dal primo istante di scambi e ciò lascia intendere che questa sia stata la pessima risposta del mercato ai conti 2024 della quotata rilasciati prima dell’aperura della seduta.
E in effetti il bilancio 2024 della maison della moda è imbottito di segni negativi. Tanto per iniziare i ricavi della società si sono attestati a 1,04 miliardi di euro, registrando una contrazione del 10,5 per cento rispetto agli 1,16 miliardi del 2023 (a parità di tassi di cambio, la flessione sarebbe stata dell’8,2 per cento).
Il management di Salvatore Ferragamo ha attribuito il peggioramento della performance a diversi fattori tra cui le forti tensioni geopolitiche e le incertezza macro, il rallentamento dei mercati asiatici con un impatto particolarmente significativo in Cina e in ultimo lo scenario sfavorevole per il business Wholesale a livello globale. Il mix tra questi tre fattori ha determinato il crollo dei ricavi di Ferragamo e quindi la reazione negativa da parte del mercato.
Ovviamente con vendite negative, a risentirne sono anche tutti gli altri parametri con il margine operativo lordo (MOL) che ha subito una contrazione, passando da 251,81 milioni di euro nel 2023 a 215,22 milioni nel 2024 (-14,5 per cento) risultando essere particolarmente penalizzato dall’aumento dei costi operativi. Giù il MOL e a picco anche la la marginalità che a fine anno risultata essere scesa al 20,8 per cento.
Infine la notizia peggiore: il 2024 di Ferragamo si è chiuso con una perdita netta di 68,09 milioni di euro (esclusa la quota di terzi), a fronte di un utile di 26,06 milioni registrato nel 2023.
A rendere ancora più grave la situazione di Ferragamo è poi l’aumento del livello di debito. L’indebitamento netto della quotata è infatti salito a 503,57 milioni di euro, rispetto ai 486,65 milioni di inizio anno.
In questo contesto, i vertici della maison non hanno potuto far altro che sottolineare che le incertezze sulla domanda di beni di lusso a livello globale impongono un approccio prudente sulle aspettative di breve termine. Ferragamo, però, ha anche ribadito che è sua intenzione proseguire nel rafforzamento dell’offerta prodotto, mantenendo come priorità la crescita dei ricavi e della redditività. Un messaggio palesemente rassicurante che, però, andando a guardare all’andamento del titolo in borsa non sembra aver rassicurato proprio nessuno.
Anzi il crollo di Ferragamo sta travolgendo anche le due big del lusso, Moncler e Brunello Cucinelli.
Effetto domino sulle azioni Moncler e Cucinelli
La quotata peggiore del Ftse Mib nella prima parte della seduta è Cucinelli che, a causa delle forti vendite, porta il rosso su base mensile all’11 per cento e annulla del tutto il verde fino a poche settimane fa presente a livello annuale. Moncler, invece, già in ribasso rispetto ai prezzi di un anno fa, allarga il passivo anno su anno all’8 per cento. 3
Il fatto che il sell-off scattato da una quotata non del Ftse Mib stia travolgendo tutto il settore, big comprese, significa che i punti sollevati nella relazione annuale di Ferragamo stanno facendo paura. E in effetti, le incertezze a livello macro e geopolitico nonchè il rallentamento delle vendite sui mercati asiatici a partire dalla Cina sono problematiche di settore. Per il comparto del lusso il 2025 non sarà un anno semplice e di questo i trader che intendono posizionarsi sulle quotate devono tenere conto.
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