Anche le azioni Generali si allineano al vento negativo che soffia su Borsa Italiana e, a metà mattinata, evidenziano un ribasso di un punto percentuale a quota 31,7 euro. Tutto sommato va anche bene al titolo del Leone di Trieste visto e considerato che invece il Ftse Mib di punti percentuali ne sta perdendo oltre 2. Il punto è che ci si poteva attendere un andamento del tutto diverso dal colosso assicurativo per la seduta di oggi alla luce dei due potenziali driver positivi che si sono palesati sul mercato ossia la salita di Caltagirone ad oltre l’8 per cento del capitale della compagine e l’aggiornamento sul piano di acquisto di azioni proprie.

Esamineremo entrambe queste notizie price sensitive nei prossimi paragrafi. Prima di procedere, però, vogliamo tranquillizzare i lettori perchè il ribasso di Generali è tutto all’infuori di un dramma e questo non solo alla luce della prestazione nettamente peggiore del paniere di riferimento, ma anche perchè, come si può subito vedere dal grafico in basso, la performance di Generali su base mensile e annua resta saldamente in verde. Rispetto ad un mese fa, infatti, i prezzi sono più alti del 3 per cento mentre anno su anno il rialzo è del 45 per cento.
Titolo quindi in forma e sul quale si può ora investire anche attraverso strumenti derivati come i CFD grazie al broker Eightcap che di recente ha aperto la sua già molto ampia e conveniente proposta anche alle azioni del Ftse Mib.
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Caltagirone sale nel capitale di Generali Assicurazioni
Stando ad alcuni rumors di stampa, l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone avrebbe incrementato la sua partecipazione nella compagnia assicurativa di Trieste, comprando un ulteriore 1 per cento del capitale e portando così la sua quota complessiva all’8 per cento.
Sempre seguendo i rumors, gli acquisti sarebbero stati effettuati attraverso contratti put e call, sottoscritti con Banca Finnat e finanziati da Deutsche Bank. Per Caltagirone l’investimento totale ammonterebbe a 500 milioni di euro, a cui sono poi da aggiungere altri 15 milioni di euro tra commissioni e tasse.
La mossa di Caltagirone si va ad inserire in una più ampia strategia che punta a a rafforzare il peso nella governance del gruppo assicurativo, in vista dell’importante assemblea degli azionisti di Generali che si terrà nelle prossime settimane. Proprio in occasione dell’assise dell’azionariato saranno definiti i principali equilibri all’interno del capitale del Leone di Trieste. Due i fronti che si sono andati a cementificare negli ultimi mesi
- da un lato Mediobanca con il supporto degli investitori istituzionali e con una quota in crescita verso il 10 per cento del capitale. Obiettivo del polo riunito attorno a Piazzetta Cuccia è la riconferma di Sironi e Donnet.
- dall’altro c’è proprio Caltagirone, alleato con Delfin con una quota complessiva del 19 per cento (9 per cento diretto più il 10 per cento della holding). Il polo riunito attorno al costruttore deve ancora decidere se presentare una propria lista con un piano industriale alternativo o puntare su una lista corta con sei consiglieri, mirando alla maggioranza nel consiglio di amministrazione.
In questo contesto in cui tutto si potrebbe svolgere sul filo del rasoio, l’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato dalla quota detenuta da Unicredit. La banca guidata da Orcel con il suo 5,229 per cento del capitale potrebbe giocare un ruolo decisivo nel determinare l’esito della sfida sulla governance del Leone di Trieste.
Non è necessario essere dei grandi esperti di finanza per capire che l’assemblea degli azionisti di Generali sarà fondamentale per il futuro della compagnia, con possibili ripercussioni sul piano strategico e industriale del gruppo assicurativo ma anche con possibili conseguenze sull’andamento del titolo in borsa. Ecco perchè ci si attendeva che proprio le indiscrezioni di stampa sul possibile leggero aumento della quota in mano a Caltagirone potessero impattare positivamente sul titolo.
Novità anche sul buy-back di Generali
La seconda notizia price-sensitive di Generali riguarda il piano di acquisto di azioni proprie della quotata.
Generali ha comunicato di aver proseguito il proprio programma di buyback a supporto del Long Term Incentive Plan 2024-2026 e di aver comprato nel periodo compreso tra il 24 e il 28 febbraio 2025, un numero totale di azioni pari a 990.618 unità. L’operazione è stata effettuata ad un prezzo medio ponderato di 31,33 euro, per un controvalore complessivo di 31,03 milioni di euro.
A seguito proprio di questi acquisti, al 28 febbraio 2025, Generali e le sue controllate detengono complessivamente 54.673.071 azioni proprie, pari al 3,48 per cento del capitale sociale.
L’aggiornamento del buy-back era atteso e rientra nella strategia della compagnia assicuratrici volta a rafforzare la remunerazione degli azionisti e incentivare il management attraverso piani di incentivazione a lungo termine.
Di solito il buy-back ha impatto positivo sul titolo interessato ma, guardando all’andamento di Generali in borsa, non sembra essere questo il caso.
Sulle azioni Generali non ci sono stati recenti aggiornamenti da parte degli analisti. Tuttavia a fine febbraio erano stati gli esperti di Deutsche Bank a confermare il rating hold con prezzo obiettivo rivisto al rialzo a 29 euro. Il target price più basso delle stesse attuali quotazioni del Leone non solo implica l’assenza di ogni upside potenziale ma, affiancato alla raccomandazione hold, potrebbe essere il segnale che la corsa della quotata (ricordiamo +45 per cento anno su anno) sia giunta al termine. In tal caso i trader sarebbero avvisati.
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Francesco
on 5 Marzo 2025lRefuso: la banca UnicreditNON È PIÙ DIRETTA DA MUSTIER, ma da Orcel
Enzo L.
on 5 Marzo 2025Buongiorno Francesco, grazie per avermelo fatto notare. Ho provveduto a correggere. Non so come mai ma sono rimasto sempre molto “legato” a Mustier e quindi mi viene sempre considerarlo il CEO. Grazie ancora