All’interno di questa nostra guida cercheremo di comprendere cos’è lo stress test e come si esegue. Prenderemo in esame proprio le banche italiane per confrontarle con quelle operanti all’interno della Comunità Europea.
Per far questo, però, si deve partire da una semplice domanda: perché è importante eseguire uno Stress Test?
Al momento non vi è un motivo univoco per il quale sottoporre le nostre banche allo stress test. Sono tanti i quesiti per cui vale la pena sottoporre allo stress test le banche italiane. Uno tra questi potrebbe essere il loro funzionamento.
Ecco il perché di questa nostra guida. Offrire a tutti i nostri lettori una spiegazione semplice e approfondita di tutto il programma di valutazione del capitale da parte della vigilanza, il quale deve come sempre dimostrare solidità patrimoniale e stabilità.
Se questo non avviene non possiamo definire il nostro sistema bancario solido rispetto ad eventuali scenari che caratterizzano alcune condizioni macroeconomiche penalizzanti.
Indice
Cos’è lo Stress Test delle banche?
Per capire bene di cosa si tratta dobbiamo partire dalle sue origini.
Lo stress test è nato negli Stati Uniti d’America all’indomani della crisi economica del 2008. Esso si considera come una valutazione della riserva di capitale che viene eseguito dalle Autorità di vigilanza bancaria.
L’obiettivo?
Determinare se gli istituti di credito (i più grandi) operanti all’interno del mercato comunitario e non, sono in ottima salute e come tale possiedono sufficiente capitale al fine di reggere ad un eventuale impatto catastrofico derivante da un contesto macroeconomico instabile e caratterizzato da incertezza e concorrenza.
Possiamo anche dire che lo stress test sulle banche italiane ed europee è stato pensato con il fine di garantire (in caso di nuove crisi) una maggiore stabilità per tutti gli istituti di credito.
La finalità che si pone lo stress test? Evitare la minaccia (da parte di una qualsiasi banca) della salute e della stabilità dei mercati finanziari Italiani ed europei.
Ecco il primo motivo dal quale ne deriva tutto un programma di valutazione del capitale da parte delle autorità di vigilanza. Questo è molto importante in quanto da esso ne dipende tutto il futuro legato alle strategie intraprese da una determinata banca.
Stress test sulle banche: campo di applicazione
Lo abbiamo anticipato nel paragrafo precedente. Lo stress test viene definito come una vera e propria analisi che sarà condotta su dei determinati istituti di credito che posseggono un patrimonio superiore ai 100 miliardi di dollari.
Rientrano in questa categoria tutti gli istituti di credito sottoposti a scenari economici sfavorevoli con l’intento di comprendere quanto il loro capitale sarà in grado resistere o meno ad un eventuale impatto derivante da eventi economici negativi. Tutte le banche ammissibili, con consolidata attività inferiore a $ 100 miliardi, possono ottenere capitali da parte del PAC (Programma di acquisto del capitale).
Tutti gli istituto di credito sono costretti a procedere ad effettuare l’analisi delle potenziali perdite a livello di:
- Bilancio d’esercizio in prestiti;
- Bilancio portafoglio titoli;
- Passività potenziale;
- Esposizione debitoria;
- Obbligazione/impegno assunto fuori dal bilancio.
Gli istituti di credito che hanno un’attività commerciali di ben oltre i 100 miliardi di dollari devono procedere anche alla stima delle perdite potenziali legate al trading.
Tutte le banche che sono sottoposte a Stress Test, sono infine anche tenute a prevedere la disponibilità delle risorse finanziarie interne con l’intento di assorbire eventuali perdite.
Stress test banche italiane ed europee: perché è importante?
Abbiamo detto che lo stress test è nato negli Stati Uniti a seguito della crisi economica del 2008. Questo stress test è stato poi adottato anche alle banche Europee.
In sostanza succede che all’interno del processo di vigilanza, tutte le autorità preposte (alla vigilanza) si riuniscono con i Top Management bancari al fine di revisionare e discutere le previsioni sulle perdite e sulle entrate monetarie che ne sono derivate dall’esercizio della propria attività commerciale.
Sulla base di queste prime discussioni l’autorità di vigilanza procede alla valutazione finale delle potenziali perdite in bilancio bancario. Effettua una stima sul giusto fabbisogno delle risorse necessarie atte ad assorbire eventuali perdite nel caso in cui si venissero a verificare le condizioni economiche più avverse e negative.
È proprio grazie allo stress test che è possibile comprendere veramente se le banche possiedono un capitale (definito tampone) che ha come scopo quello di espletare il proprio ruolo vitale nel sistema economico nazionale e comunitario.
Come “leggere” gli stress test?
Anche se un elemento molto importante per tutti lo stress test non è stato accolto nel migliore dei modi dal mercato azionario soprattutto a seguito delle ultime positive rivelazioni in merito alle banche italiane.
Dobbiamo dedurne che l’intero esercizio è inutile? Non proprio.
Gli analisti di Goldman Sachs hanno atteso i risultati prima di assegnare al comparto creditizio del nostro paese un giudizio negativo. Vi sono però delle difformità sull’intero sistema che non devono essere sottovalutate.
Si precisa che da diversi anni ormai non è più possibile “superare” gli stress test, semplicemente perché l’Eba non mette più l’asticella. Questo vuol dire che non esiste un risultato minimo da conseguire al fine di ottenere il “bollino blu” delle autorità.
Sarà forse perché le autorità preferiscono non rischiare la faccia rilasciando “certificati medici in un sanatorio”?
Il superamento della logica binaria (“pass” o “fail”) è stato pensato con l’intento di indurre il pubblico a leggere con attenzione i risultati e per comprendere anche le debolezze e i rischi dei singoli istituti senza cadere in semplificazioni.
Lo stress test è troppo blando o troppo severo?
Quando lo stress test 2018 venne lanciato nello scorso gennaio, si registrò uno scenario avverso definito come “il più severo di sempre”. Appariva molto più ampio nel 2018 che negli anni passati lo scostamento tra quello macroeconomico “di base” e la sua variante sfavorevole.
Ad esempio, nel caso specifico degli spread (tra i rendimenti a lungo termine dell’Italia e della Germania), possiamo notare come vi è uno scenario avverso che 2020 potrebbe raggiungere i 250 punti base. Ecco anche uno dei motivi per il quale i mercati non sembrano considerare decisivi gli esiti del test.
Le banche affermano che lo scenario macroeconomico può sembrare blando come invece la metodologia seguita è punitiva.
Trasparenza
Uno dei punti di forza dello stress test effettuato sugli Istituti Europei è legato alla trasparenza. Ad esempio l’Eba diffonde (per ogni banca) circa 50 mila numeri di dettaglio che consentono agli analisti di lavorare su una base informativa capillare e uniforme.
Il primo punto poco chiaro è che mancano i dati delle banche di competenza delle autorità nazionali o della Banca Centrale Europea. Questo vuol dire che al momento il mercato non può conoscere gli esiti di alcune banche di dimensioni medio-grandi. Nel dubbio che cosa si fa? Si vende!
Non vi è neanche il dettaglio delle esposizioni sovrane articolate per:
- Paese;
- scadenza;
- portafoglio contabile, ecc.
Queste avrebbero consentito una simulazione dell’effetto di ulteriori impennate dello spread.
Eba conta di intervenire su questi punti nel più breve tempo possibile.
Stress test sulle banche italiane come si compone?
Lo stress test sulle banche Italiane si compone di due parti:
- La prima parte definita come Asset Quality Review (AQR) considerata come la sezione dove sono esaminati gli asset delle banche dal punto di vista qualitativo.
- La seconda, invece, si concentra sugli Stress test veri e propri che si pongono come scopo quello di valutare il capitale economico.
Al momento gli scenari analizzati sono solo 2:
- Lo scenario base;
- Lo scenario relativo alle ipotesi (considerato come lo scenario macroeconomico più negativo).
Per l’attuazione del programma di valutazione del capitale di vigilanza, le ipotesi di base per la crescita del PIL reale e il tasso di disoccupazione si presume essere pari alla media delle proiezioni pubblicate da Consensus Forecasts, l’indagine Blue Chip, e la Survey of Professional Forecasters.
Infine, considerate anche le attuali incertezze e le instabilità legate agli scenari macroeconomici, non c’è rischio che l’economia possa rivelarsi più debole rispetto a quanto previsto dallo scenario di riferimento.
Quando le banche italiane superano lo Stress Test?
Abbiamo detto che con lo stress test analizza quanto “capitale” possiede la banca oggetto d’esame. In pratica si tratta del denaro che un istituto di credito ha accantonato per far fronte ad eventuali necessità. Esso lo potremmo anche considerare come un ammortizzatore atto ad assorbire le perdite improvvise che sono determinate da una crisi economica.
Le banche sottoposte allo stress test, possono dirsi sicure perché hanno superato lo stress test, solo nel momento in cui superano la percentuale computata considerando tutte le attività dell’istituto di credito “pesate” per il rischio.
In sostanza una banca si dice sicura nel momento in cui superare gli stress test. Questo vuol dire che l’istituto di credito deve possedere un capitale (una somma) uguale al 5,5% di tutte le attività pesate per il rischio.
Si tratta della percentuale minima necessaria per consentire a una banca di sopravvivere nel caso in cui si viene a verificare una nuova crisi finanziaria. Questo atteggiamento ha anche lo scopo di garantire e migliorare la fiducia reciproca all’interno del sistema finanziario in modo da rendere più agevoli i prestiti tra un istituto di credito e l’altro.
Stress test 2019 banche italiane ed europee
Oggi possiamo affermare che lo stress test 2019 delle 4 principali banche italiane è stato superato brillantemente. Questo vuol dire che il sistema bancario Italiano è solido.
Le banche hanno superato brillantemente gli stress test che gli sono stati somministrati da parte della BCE ed EBA e che hanno una validità annuale (2019).
le banche coinvolte sono:
- Unicredit;
- Intesa San Paolo;
- UBI;
- BPM.
Il test è stato effettuato a seguito dei precedenti eventi i quali hanno preoccupato (per diversi mesi del 2018) gli investitori. Questo lo si deve alla diminuzione di capitale. Da qui ne è derivata anche una diminuzione del proprio valore azionario.
Queste banche le possiamo anche definire come i 4 istituti di credito più grandi del sistema bancario Italiano, considerate come “banche sistemiche”, che hanno investimenti e prestiti verso e da banche italiane, europee e obbligazioni di Stato italiane ed europee.
Fra le quattro banche italiane, sia Banca Intesa, sia anche Unicredit sono apparse meglio capitalizzate rispetto a UBI Banca e Banco BPM.
In ambito europeo invece, nel caso in cui si venisse a verificare uno scenario avverso (sono state sottoposte ben 91 banche Europee allo Stress Test), si registrerebbero delle perdite per un importo di 566 miliardi di euro per le sole banche del Vecchio Continente.
Un esame non semplice potremmo dire.
Sulle 91 banche esaminate non hanno superato la prova 7 banche europee suddivise in questo modo:
- 5 casse di risparmio in Spagna;
- Hypo Real Estate tedesca;
- L’ellenica Agricultural Bank of Greece.
Le previsioni di Bankitalia vedono le nostre quattro banche italiane capaci di assorbire l’impatto di un significativo deterioramento delle attuali condizioni macroeconomiche. Nel caso di un eventuale peggioramento del contesto economico, nessuno dei quattro istituti di credito sottoposti allo stress test presenta serie preoccupazioni, anche perché il coefficiente relativo al patrimonio di base (Tier 1 ratio) scenderebbe appena di poco.
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