Il cambio euro dollaro si è stabilizzato su quota 1.0950, dopo uscite deludenti sul fronte macro nordamericano: gli ordinativi di beni durevoli negli Stati Uniti sono stati inferiori alle aspettative in totale, mentre gli altri dati sono stati piuttosto contrastanti.

Analisi tecnica cambio euro dollaro

Sul grafico giornaliero, la valuta comune è scambiata in un trend ribassista al di sotto delle principali medie mobili semplici giornaliere. Nel grafico a quattro ore, EUR/USD ha superato la resistenza di 1.0935 dopo i dati deludenti degli Stati Uniti. La prossima resistenza principale al rialzo è al livello di 1.0980. Il supporto è visto ai livelli di prezzo di 1,0935 e 1,0914.

Sul grafico a 30 minuti, il cambio euro dollaro è scambiato tra i 100 e i 200 SMA, suggerendo una correzione verso l’alto nel breve termine. Il mercato è probabilmente in rotta verso la resistenza di 1.0980. Se rotto, il livello 1.1014 può dunque essere il prossimo obiettivo.

Analisi fondamentale cambio euro dollaro

Il cambio euro dollaro ha rapidamente invertito la tendenza al rialzo e si è spostato in territorio negativo. La coppia inizialmente è salita a 1.0967 dopo il rilascio del sondaggio sulla fiducia dei consumatori in Germania, che ha migliorato le aspettative del mercato ed è arrivato a quota 9.9 nel mese di settembre. Nonostante i recenti incoraggianti sviluppi commerciali, il turbolento movimento politico in corso negli Stati Uniti ha portato ad un’improvvisa inversione di tendenza intragiornaliera, alimentando un sentimento di rischio e sostenendo il relativo status di rifugio sicuro del biglietto verde nei confronti della sua controparte europea. Sullo sfondo di un’inchiesta di impeachment contro il presidente americano Donald Trump, la House Intelligence Committee ha pubblicato l’intera lettera di denuncia del “whistleblower” riguardante le conversazioni di Trump con l’Ucraina e il sentimento inasprito del mercato.

Sul fronte dei dati economici, la pubblicazione finale del PIL statunitense ha mostrato che la crescita economica è stata del 2,0% su base annua nel secondo trimestre del 2019, segnalando così una brusca decelerazione rispetto ai trimestri precedenti, con un tasso di crescita del 3,1%, ma in linea con le stime originali e, quindi, senza che abbia dato alcuno slancio significativo. Altri dati economici di secondo livello rilasciati dagli Stati Uniti giovedì scorso hanno mostrato che le richieste iniziali settimanali di disoccupazione per la settimana terminata il 20 settembre hanno superato quota 213 mila unità. Nel frattempo, la bilancia commerciale delle merci ha mostrato un deficit leggermente inferiore di 72,83 miliardi di dollari per agosto e, infine, in attesa di vendite domestiche è aumentato dell’1,6% in agosto, battendo entrambe le aspettative del mercato.

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