Quella appena trascorsa è stata una settimana piuttosto positiva per il biglietto verde, con il cambio EUR/USD che è calato a 1,1951, terminando l’ultima sessione della settimana a 1,2000. La corsa verso i nuovi minimi del 2021 è stata innescata dal persistente ottimismo su un nuovo e ampio pacchetto di stimolo degli Stati Uniti di 1,9 trilioni di dollari, con i democratici che hanno agito per far passare il progetto di legge del presidente degli Stati Uniti Joe Biden senza il sostegno dei repubblicani. Vale la pena notare che nonostante tale mossa Biden e i senatori repubblicani sono impegnati in negoziati per trovare un terreno comune.

La maggior parte della forza del dollaro è venuta dall’aumento dei rendimenti del Tesoro USA, che mantengono il loro slancio positivo nonostante i tiepidi dati sull’occupazione. Il rendimento del biglietto di riferimento del Tesoro a 10 anni ha raggiunto l’1,188%, il più alto da marzo 2020, e ora si aggira intorno all’1,16%.

Dal canto so, l’euro ha trovato un po’ di domanda prima della chiusura settimanale, in mezzo a un deludente rapporto sui salari non agricoli dagli Stati Uniti, ma l’avanzata è stata intesa dagli analisti quale frutto parziale delle prese di profitto.

I dati sono stati tiepidi anche in Europa. Le vendite al dettaglio tedesche sono scese del 9,6% a dicembre, molto peggio del previsto, mentre gli ordinativi industriali nello stesso mese sono risultati a -1,9%, fallendo anch’essi le aspettative. L’UE ha pubblicato la stima preliminare del suo PIL del quarto trimestre, che ha chiuso a -0,7%, meglio del previsto ma molto al di sotto del precedente progresso del 12,5%.

I dati relativi alla crescita non hanno impressionato su entrambe le sponde dell’Atlantico. Markit ha pubblicato le versioni finali dei suoi PMI di gennaio, rivedendo al rialzo la produzione manifatturiera e dei servizi.

Sul fronte della pandemia, ci sono state diverse notizie positive questa settimana. Lancet ha ad esempio pubblicato i dati del vaccino russo sviluppato da Gamaleya, mostrando un’efficacia superiore al 91%. AstraZeneca ha annunciato che il suo prodotto è più del 70% efficace se la seconda dose viene applicata dodici settimane dopo la prima. Infine, Johnson and Johnson ha fatto domanda alla FDA per l’uso di emergenza del suo vaccino one-shot, che si crede essere circa il 66% di efficacia nella prevenzione dei contagi. Nonostante i ritardi di consegna nell’Unione, l’aumento della gamma di strumenti destinati a combattere il virus ha portato un po’ di fiducia.

La prossima settimana sarà molto più leggera in termini di dati macroeconomici, dato che la maggior parte delle uscite in programma tende a non avere impatto sui prezzi. Mercoledì è il giorno in cui la Germania e gli Stati Uniti pubblicheranno gli aggiornamenti sull’inflazione di gennaio.  Venerdì, gli Stati Uniti rilasceranno un altro dato di primo livello, la stima preliminare dell’indice Michigan Consumer Sentiment di febbraio.

Passando poi all’analisi tecnica EUR/USD, gli orsi non si sono certamente arresi, ma è anche vero che la strada a lungo termine verso un declino più forte è piuttosto lunga. Gli indicatori tecnici hanno recuperato dai loro minimi settimanali, ma non hanno abbastanza slancio rialzista per suggerire una nuova spinta poderosa.

Dunque, i tori potrebbero avere maggiori possibilità solo se il cambio fosse in grado di recuperare sopra quota 1,2060. La resistenza successiva sarebbe quella posta a 1,2100, seguita dalla zona di prezzo 1,2170/80. Al di sotto del minimo settimanale di 1,1885, c’è spazio fino a 1,1600.

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