Il cambio euro dollaro questa settimana ha perso terreno terminando intorno a 1,1830, dopo non essere riuscito a superare la soglia di 1,1900 a seguito di un tiepido aggiornamento dei dati sull’occupazione statunitense. Il dollaro americano si è poi ripreso fino a giovedì, quando la decisione di politica monetaria della BCE e l’indebolimento dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi hanno avuto il loro peso sul cambio.
Il sentimento del mercato si è deteriorato per tutta la prima metà della settimana, anche se non c’è stato un particolare catalizzatore dietro un tale movimento. Un calendario macroeconomico povero di novità e la diffusione della variante Delta del coronavirus che continua ad alimentare le preoccupazioni sul percorso di uscita dalla difficoltà sanitaria potrebbero essere le ragioni dietro l’umore piuttosto debole degli operatori.
Le decisioni della BCE
Come abbiamo anticipato in apertura di questo breve approfondimento, le cose sono parzialmente cambiate nella giornata di giovedì, quando la Banca centrale europea ha annunciato la sua decisione sulla politica monetaria. Come ampiamente previsto, la banca centrale ha lasciato i tassi invariati, con il tasso di rifinanziamento principale allo 0,00%. La banca centrale ha anche mantenuto il programma di acquisto di obbligazioni di emergenza (PEPP) a 1.850 miliardi di euro almeno fino a marzo 2022, anche se continuerà a un “ritmo moderatamente inferiore”. Inoltre, gli acquisti di APP continueranno al ritmo mensile di 20 miliardi di euro per tutto il tempo necessario.
In ogni caso, vale certamente la pena notare che i responsabili politici della BCE si dichiarano pronti a regolare tutti gli strumenti per garantire che l’inflazione si stabilizzi al loro obiettivo del 2% nel medio termine. Lagarde ha dunque spinto il cambio EUR/USD più in basso nel momento in cui ha osservato che l’alta inflazione dovrebbe essere temporanea e il risultato di colli di bottiglia. Lagarde si è poi detta ottimista sulla ripresa economica, ma ha notato che gli sviluppi pandemici continueranno a fare da apripista.
Sempre giovedì, i rendimenti dei titoli di stato americani sono scesi dopo un’asta di Treasury a 30 anni che ha attirato una domanda superiore alla media. Il rendimento del biglietto del Tesoro USA a 10 anni è sceso all’1,287%, rompendo sotto la soglia critica dell’1,30%, anche se si è stabilizzato intorno a quest’ultimo alla fine della giornata.
Analisi tecnica EUR/USD
Ciò premesso, il cambio EUR/USD sembra essere pronto a riprendere il suo calo nel lungo termine, anche se non sono esclusi possibili rimbalzi di breve termine, che potrebbero far puntare verso quota 1,2000, prima soglia di resistenza. Al ribasso, i livelli di supporto si trovano a 1,1800 e 1,1755.
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