Il cambio euro dollaro sta scambiando ai nuovi minimi mensili intorno al livello di 1,2100, manifestando peraltro un maggiore potenziale ribassista. Gli investitori hanno letto i dati rivisti al rialzo sull’inflazione statunitense, che ha raggiunto il 5% annuo a maggio, accelerando a quello che è il ritmo più veloce dal 2008. La Federal Reserve degli Stati Uniti terrà una riunione di politica monetaria la prossima settimana, e la valutazione dell’inflazione record sarebbe fondamentale per la direzione del dollaro.
Peraltro, si tenga anche conto che i volumi sul Forex sono ai minimi da oltre un anno. Dopo aver raggiunto il picco nel marzo 2020, quando la pandemia ha preso piede sui mercati globali, l’attenzione è stata posta sul ritorno alla crescita economica. Più di un anno dopo, l’ottimismo è evidentemente tornato, e ci sono segni di crescita robusta tra le economie sviluppate, anche se la ripresa non è certo uniforme. Sebbene i vaccini contro il COVID-19 abbiano portato un po’ di sollievo, inoltre, è evidente che la pandemia è tutt’altro che finita, tra rischi di nuovi ceppi e ritardi nell’immunizzazione.
A ciò si aggiunga che, sostanzialmente, ci sta volendo troppo tempo. L’OMS aveva inizialmente stimato 18 mesi alla fine della pandemia. A questo punto, il mondo è in una transizione verso la normalità, con l’emisfero settentrionale meglio conformato per completare il processo nella seconda metà dell’anno.
L’ottimismo generale tende a sostenere la domanda di asset ad alto rendimento a scapito del biglietto verde. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti sembrano essere un passo avanti rispetto alle loro controparti nel ritorno a una sorta di normalità. Questo particolare blocco sarà rotto solo dalle banche centrali. La prima a ridimensionare il sostegno finanziario sarà quella che darà una spinta alla sua valuta locale.
Il ruolo delle banche centrali
In questo scenario, la Banca centrale europea ha annunciato la sua ultima decisione sulla politica monetaria giovedì, e come ampiamente previsto, i policy maker europei hanno lasciato i tassi e i programmi di assistenza invariati. Il presidente Christine Lagarde è stata assolutamente cauta sui rischi persistenti e ha detto che la politica monetaria ultra-allentata rimarrà in vigore per evitare picchi nei costi di prestito che potrebbero ritardare la ripresa. Allo stesso tempo, la banca centrale ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita e inflazione per quest’anno e i prossimi.
Per quanto concerne l’altra parte dell’Atlantico, la Federal Reserve americana annuncerà la sua decisione di politica monetaria solo il 16 giugno. Le previsioni ci dicono che il board dovrebbe votare per mantenere la sua attuale politica invariata, nonostante il forte aumento dei prezzi al consumo. I funzionari della Fed hanno ripetuto che l’inflazione da riscaldamento sarebbe probabilmente transitoria in mezzo alla ripresa della domanda e ai ritardi della catena di approvvigionamento. Le cose potrebbero però cambiare nei prossimi mesi.
Il calendario dei dati macro
Passando poi al calendario dei dati macro, i dati tedeschi pubblicati negli ultimi giorni sono stati misti. I Paesi sviluppati sembra tuttavia essere sulla via della ripresa, ma non ancora conquistata al 100%. La produzione industriale in Germania si è ad esempio contratta dell’1% mensile in aprile, mentre gli ordini di fabbrica sono scesi dello 0,2%, anche se le letture annuali hanno battuto le aspettative. Il sondaggio ZEW ha mostrato che il sentimento economico è sceso a 79,8 punti in giugno, mentre la bilancia commerciale destagionalizzata ha registrato un surplus di 15,9 miliardi di euro.
A livello aggregato, nell’UE, il Sentix Investor Confidence di giugno è pari a 28,1 punti, mentre il prodotto interno lordo del primo trimestre è stato rivisto al rialzo a -0,3% trimestrale, entrambi meglio del previsto. Gli Stati Uniti hanno pubblicato la bilancia commerciale di aprile, che ha registrato un deficit di 68,9 miliardi di dollari, meglio del previsto. Le richieste di disoccupazione per la settimana terminata il 4 giugno sono arrivate a 376K, migliorando dal precedente 428K ma sopra le aspettative. Venerdì, il paese ha rilasciato la stima preliminare del Michigan Consumer Sentiment Index di giugno, che è migliorato più del previsto, raggiungendo 86,4.
Analisi tecnica euro dollaro
Per quanto concerne l’analisi tecnica del cambio euro dollaro, vediamo come i venditori si siano raggruppati intorno a 1,2200, dove si trova la media mobile giornaliera a 20. Una rottura sotto la soglia di 1,2100 dovrebbe aprire la porta per testare la soglia psicologica di 1,2000 entro la prossima settimana. Una scivolata sotto quest’ultima potrebbe essere innescata da una Federal Reserve “falco”, con il prossimo possibile obiettivo ribassista a 1,1940. Sopra 1,2200, invece, il cambio ha il suo prossimo livello di resistenza a 1,2245, in rotta verso la zona di prezzo di 1,2300.
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