Il cambio EUR/USD sta testando quota 1,0500, minato da una maggiore domanda di beni rifugio per il dollaro USA. Le preoccupazioni per la crescita economica globale, pressata dalle chiusure per i lockdown in Cina e i rialzi dei tassi di interesse delle banche centrali, stanno infatti gravando sul sentimento del rischio. La divergenza politica tra Fed e BCE è un punto caldo nelle discussioni degli analisti.
Ciò premesso, a meno che il cambio non riesca a fornire una chiusura giornaliera oltre la linea di tendenza al ribasso del 31 marzo, intorno a 1,0600, il cross EUR/USD rimane vulnerabile a toccare il minimo annuale del 2017 intorno a 1,0340.
Il membro del consiglio della BCE Frank Elderson ha dichiarato venerdì scorso che “la BCE deve garantire che l’alta inflazione non si radichi nelle aspettative della gente“. Prima di lui, il numero uno della banca centrale tedesca Joachim Nagel ha detto che la finestra per la BCE di assumere misure di politica monetaria si sta lentamente chiudendo. Tuttavia, il capo della banca centrale francese Francois Villeroy de Gala ha dichiarato che è “ragionevole aumentare i tassi in territorio positivo entro la fine dell’anno”.
Quindi, la politica monetaria sta flettendo i muscoli ad entrambe le estremità, ma l’economia dell’area euro non è così forte come quella degli Stati Uniti, che a sua volta mantiene la Fed in vantaggio e rallegra le scommesse per un aumento più rapido dei tassi. Tale scenario sta spingendo i rendimenti del Tesoro USA al nuovo massimo dalla fine del 2018, in aumento di due punti base vicino al 3,15%, alimentando altresì il fatto che l’indice del dollaro USA (DXY) possa toccare il massimo di 20 anni intorno a 104,00 al più tardi.
Altrove, il peggioramento delle condizioni del Covid e le conseguenti severe restrizioni alle attività, a Shanghai hanno spinto il premier cinese Li Keqiang ad avvertire di una situazione occupazionale “complicata e grave”, mentre il Paese ha imposto chiusure a tappeto per contenere i focolai di Covid-19″, per Bloomberg.
A sfidare l’umore è anche la pressione globale sulla Russia, mentre intensifica i combattimenti in Ucraina orientale. Durante il fine settimana, le nazioni del G7 hanno tenuto una call virtuale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e hanno detto che “taglieranno i servizi chiave da cui la Russia dipende, rafforzando l’isolamento della Russia in tutti i settori della sua economia“.
Guardando avanti, un calendario macro leggero per la giornata potrebbe limitare i movimenti a breve termine dei prezzi EUR/USD, mantenendoli verso sud. Tuttavia, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense di mercoledì e il discorso del presidente della BCE Christine Lagarde saranno cruciali per la direzione a breve termine del cambio.
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