Il CET1 è un indicatore molto importante per chi intende investire nelle banche o nelle azioni delle banche italiane ed estere in borsa. Infatti durante le trimestrali il CET1 è uno degli indicatori che ha maggiore visibilità perché indica lo stato di solidità della banca stessa, fattore certamente non di secondo conto per un investitore.
Vediamo in questo articolo cos’è il CET1, come si calcola e dove è possibile trovarlo per ciascuna banca quotata in borsa.
Indice
CET1: cos’è questo indicatore e come si calcola?
Iniziamo col dire che CET1 è un acronimo che sta per Common Equity Tier 1 e come abbiamo già annunciato è un indicatore che mostra la solidità di una banca. Questo parametro viene utilizzato non solo dagli investitori per capire o meno se ci si può fidare di quell’istituto di credito, ma viene adottato anche da enti istituzionali, come per esempio la BCE (Banca Centrale Europea) e l’ABE (Autorità bancaria europea).
Quest’ultimi utilizzano il CET1 nel momento degli stress test proprio per comprendere la robustezza dell’istituto bancario in caso di condizioni economiche non ottimali.
Il calcolo del CET1 è puramente matematico. Per prima cosa è necessario partire dal Tier 1, il quale è composto da:
- utili non distribuiti al netto dell’avviamento;
- riserve al netto dell’avviamento;
- azioni ordinarie;
- azioni privilegiate.
Il Tier 1 va quindi rapportato con le attività ponderate per il rischio, come i crediti deteriorati e più in generale le sofferenze di una banca.
Dove trovare il Common Equity Tier 1 e come considerarlo
Il Common Equity Tier 1 si può trovare molto facilmente per quanto riguarda le banche quotate in borsa, esso è infatti presente all’interno dei rapporti di bilancio delle banche, in particolare nei dati economici, insieme quindi ad altri indicatori.
Come va considerato? Banalmente più il CET1 è alto più la banca è solida, più è basso più la banca ha un’esposizione al rischio più elevata.
La BCE considera tendenzialmente sufficiente un CET1 superiore all’8%, ma ogni anno la Banca Centrale Europea invia un CET1 da rispettare per ogni singola banca. Dunque alcune banche potrebbero averlo più elevato per essere considerate robuste.
Se una banca dovesse avere un Common Equity Tier 1 sotto il livello imposto dalla BCE, essa dovrebbe procedere con l’aumento patrimoniale, altrimenti si potrebbe ricorrere al Bail-in.
Per saperne di più sul Bail-in leggi il nostro approfondimento qui >>> Cos’è il bail-in e cosa significa
Il Common Equity Tier 1 è sufficiente?
La risposta a questa domanda non può che essere negativa, da solo il CET1 non può essere un indicatore sufficiente per capire se l’investimento in quella determinata banca può essere positivo o meno. Nonostante il Common Equity Tier 1 sia molto utile per comprendere se una banca è solida o meno, è consigliabile valutare più voci del report economico della stessa banca.
Per esempio può essere una buona idea aggiornarsi sulle notizie di una banca attraverso i siti di informazione finanziaria, controllare la redditività e la qualità degli impieghi.
L’investimento in una banca non è così diverso da quello su altre società se il vostro scopo è quello di ottenere un profitto dall’aumento del valore delle azioni o dallo staccamento dei dividendi. Dunque controllare il bilancio di esercizio, la vision e la redditività non è assolutamente un’attività secondaria.
Investire nelle azioni bancarie con i CFD
Il CET1 abbiamo detto che è un indicatore molto utile se volete investire sulle azioni bancarie, ma abbiamo ricordato come da solo non sia sufficiente. È importante quindi calcolare altri fattori sia inerenti all’analisi fondamentale che all’analisi tecnica.
Come investire nelle azioni bancarie? Tendenzialmente le vie sono due: l’acquisto diretto tramite il vostro istituto bancario o attraverso i derivati.
Fra i derivati grande popolarità stanno avendo i CFD, i Contracts For Difference, che replicano l’andamento del sottostante (nel nostro caso le azioni di una banca) e permettono al trader di avere un guadagno o una perdita a seconda dei movimenti dei prezzi delle azioni.
Posizionandovi long otterrete guadagni se il prezzo sale a seconda della quantità di denaro investita, della leva finanziaria utilizzata, dello spread applicato e in caso di presenza di commissioni. Se invece il prezzo scende la vostra operazione sarà in perdita.
Posizionandovi short il discorso sarà lo stesso, ma a direzione invertita. Ovvero guadagnerete se il prezzo dovesse scendere e perderete denaro qualora il prezzo delle azioni della banca dovesse salire.
I CFD sono uno strumento molto complesso e pericoloso se utilizzato senza attenzione, raccomandiamo quindi di comprenderne prima il suo utilizzo attraverso un conto demo offerto dai migliori broker online da noi recensiti. In questa maniera gratuitamente potrete capire se il trading CFD fa per voi o meno!
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