EUR/USD annulla completamente i guadagni intraday dopo aver rivisitato il massimo mensile vicino a 1,0530 e scende verso quota 1,0460 nella prima parte della sessione nordamericana di lunedì.

La coppia valutaria principale cede guadagni significativi poiché il dollaro USA (USD) si rafforza, con gli investitori che guardano oltre i deboli dati preliminari sull’indice PMI S&P Global degli Stati Uniti relativi a febbraio.
Punti principali:
- EUR/USD scivola da 1,0530 a circa 1,0460
- Indice del dollaro (DXY) risale vicino a 106,40 dopo un minimo di 11 settimane
- PMI composito USA scende a 50,4, minimo da settembre 2023
- Settore servizi USA in contrazione a 49,7; manifatturiero sale a 51,6
- Probabilità taglio tassi Fed a giugno sale al 63,5%
- Timori di rallentamento globale supportano il dollaro USA
L’indice del dollaro USA (DXY), che misura il valore del biglietto verde rispetto a sei valute principali, rimbalza verso quota 106,40 dopo aver toccato in precedenza un nuovo minimo delle ultime 11 settimane attorno a 106,10.
Il rapporto PMI di S&P Global pubblicato venerdì ha mostrato che l’attività complessiva del settore privato statunitense è cresciuta a un ritmo più lento. L’indice PMI composito, che valuta l’attività nel settore manifatturiero e dei servizi, è sceso a 50,4, il livello più basso da settembre 2023.
Un notevole calo delle attività nel settore dei servizi ha determinato un significativo rallentamento nei dati complessivi sull’attività aziendale.
Sorprendentemente, il PMI dei servizi è sceso a 49,7 rispetto al 52,9 di gennaio a causa dell’incertezza politica, in particolare riguardo ai tagli della spesa federale e ai possibili impatti delle politiche sulle prospettive di crescita economica e inflazione. Contrariamente alla contrazione del settore servizi, il PMI manifatturiero si è espanso più rapidamente del previsto, salendo a 51,6.
I deboli dati PMI USA hanno determinato un significativo aumento delle aspettative accomodanti nei confronti della Federal Reserve (Fed). La probabilità che la Fed tagli i tassi di interesse nella riunione di giugno è salita al 63,5%, rispetto al quasi 50% di una settimana fa.
Nel frattempo, i timori di un rallentamento globale dovuto all’agenda tariffaria del presidente statunitense Donald Trump hanno sostenuto il dollaro USA. Trump ha minacciato l’introduzione di tariffe reciproche su legname e prodotti forestali, semiconduttori, prodotti farmaceutici e automobili.
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Analisi tecnica: EUR/USD arretra da quota 1,0530
EUR/USD si ritira dal massimo intraday di 1,0530 verso quota 1,0480 nelle prime ore della sessione nordamericana di lunedì. La media mobile esponenziale (EMA) a 50 giorni continua a offrire supporto alla coppia valutaria principale intorno a 1,0437.
L’indice di forza relativa (RSI) a 14 giorni oscilla intorno al livello di 60,00. Un momentum rialzista si attiverebbe se l’RSI (14) si mantenesse stabilmente sopra tale livello.
Al ribasso, il minimo del 10 febbraio a quota 1,0285 fungerà da principale zona di supporto per la coppia. Al contrario, il massimo del 6 dicembre a 1,0630 rappresenterà la barriera chiave per i rialzisti sull’euro.
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