I fondi pensione sono strumenti che hanno la finalità di garantire al cittadino una pensione previdenziale integrativa rispetto a quella pubblica obbligatoria.
Il sistema pensionistico italiano è infatti diviso in tre tipologie:
- Previdenza pubblica obbligatoria;
- Previdenza complementare, che si può dividere a sua volta in fondi chiusi, aperti o piani pensionistici individuali, quest’ultimi detti comunemente PIP, che rientrano nei fondi aperti;
- Risparmio previdenziale, ossia le polizze vita.
I fondi pensione rientrano dunque nella seconda categoria e sono chiaramente facoltativi. Obbligatoria è infatti solo la previdenza pubblica.
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La previdenza complementare è una sorta di assicurazione, dato che è indicata per chi vuole mantenere un adeguato tenore di vita nel momento in cui va in pensione. Investire sui fondi pensione significa anche adottare una strategia di diversificazione degli investimenti.
In questo articolo vedremo come funzionano le varie tipologie di fondi pensione e soprattutto spiegheremo chi vi può accedere.
Indice
Fondi a prestazione definita e fondi a contribuzione definita
I fondi pensione si dividono innanzitutto in due categorie: i fondi a prestazione definita e i fondi a contribuzione definita. Cosa significano queste locuzioni e cosa stanno ad indicare?
- Fondi a prestazione definita: in questa categoria di fondi pensione l’entità della prestazione pensionistica complementare è di solito preventivamente determinata con riferimento a quella della previdenza pubblica obbligatoria. L’importo del contributo può conseguentemente variare nel tempo in modo tale da poter assicurare l’erogazione della prestazione prefissata. Questa categoria di fondi pensione è dedicata solo ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti, mentre non è disponibile per i lavoratori dipendenti.
- Fondi a contribuzione definita: per questa categoria di fondi pensione l’entità della contribuzione è fissa, mentre non è certa la prestazione finale. Infatti l’importo totale della prestazione pensionistica complementare è funzione dell’ammontare complessivo dei contributi versati e dai relativi risultati della gestione finanziaria. A questa tipologia di fondi pensione vi possono aderire tutti i lavoratori, ovvero sia i dipendenti, gli autonomi e i liberi professionisti.
Fondi pensione chiusi
Passiamo ora alle altre tipologie dei fondi pensione: ossia le differenze fra i fondi chiusi, fondi aperti e piani pensionistici individuali (PIP). In questo paragrafo affronteremo i fondi pensione chiusi.
I fondi pensione chiusi sono dedicati ai lavoratori che hanno caratteristiche omogenee, come per esempio appartenenti allo stesso territorio o alla medesima professione.
Sono definiti anche fondi pensione negoziali perché nascono dalla contrattazione e la loro costituzione può essere prevista da:
- Contratti e accordi collettivi nazionali;
- regolamenti di enti o aziende;
- accordi fra lavoratori autonomi e tra liberi professionisti;
- regioni;
- accordi fra soci lavoratori di cooperative di produzione e lavoro;
- accordi fra soggetti destinatari del D.lgs 103/1996, che aveva come argomento la tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione.
I fondi chiusi possono essere sia in regime di prestazione definita sia in quello di contribuzione definita. Nel caso in cui si perdano i requisiti per l’appartenenza alla categoria professionale, il soggetto può riscattare parzialmente o totalmente la propria posizione.
Fondi pensione aperti
I fondi pensione aperti sono dedicati a tutti quei lavoratori che non possono aderire a un fondo chiuso o hanno perso i requisiti per la partecipazione in quest’ultimo.
Si può aderire in un fondo aperto sia su base collettiva, ovvero con accordi plurimi o aziendali costituiti all’interno dell’impresa, sia su base individuale, che vedremo in seguito.
I fondi pensione aperti sono costituiti direttamente da un intermediario, che possono essere le assicurazioni, le banche o le SGR, ovvero le società di gestione del risparmio.
Il patrimonio del fondo aperto è però separato dall’intermediario che l’ha costituito e non può essere utilizzato per altri fini se non per il pagamento delle posizioni previdenziali. Ciò è a chiara tutela di chi aderisce al fondo aperto.
In fondi aperti possono avere solo un regime di contribuzione definita e non di prestazione definita.
Il fondo aperto è costituito da tre parti, che andremo ad elencare di seguito:
- Responsabile del fondo: ha il compito di assicurare terzietà, trasparenza e garanzia nei confronti degli iscritti al fondo.
- Organismo di sorveglianza: è costituito da almeno 2 membri. Esso ha il compito di rappresentare gli interessi degli aderenti e di verificare che la gestione complessiva del fondo pensione avvenga nell’esclusivo interesse degli stessi.
- Banca depositaria: ha il compito di custodire gli strumenti finanziari e le disponibilità liquide di un fondo pensione aperto. La banca depositaria accerta anche la legittimità delle operazioni di emissione e rimborso delle quote del fondo pensione, nonché la destinazione dei redditi del fondo. Accerta inoltre la correttezza del calcolo del valore delle quote del fondo o, su incarico della SGR, provvede essa stessa a tale calcolo. Infine esegue le istruzioni della società di gestione del risparmio se non contrarie alla legge, al regolamento o alle prescrizioni degli organi di vigilanza.
PIP: piano individuale pensionistico
I piani individuali pensionistici (PIP) sono fondi pensione aperti, dal momento che tutti possono accedervi e sono una forma di previdenza complementare, ma presentano alcune differenze con i generici fondi aperti.
Infatti il PIP è una forma di investimento individuale e non collettiva. Grazie a questa caratteristica chi sottoscrive un PIP può interrompere il pagamento quando vuole e riprenderlo in un secondo momento senza subire penalizzazioni.
Come abbiamo già annunciato tutti possono aderire ai PIP, anche i disoccupati, gli studenti e gli inoccupati. Soprattutto possono sottoscrivere un piano individuale pensionistico anche coloro che non hanno aperto una posizione nella previdenza pubblica.
I rendimenti e i costi dei PIP variano a seconda delle compagnia assicurativa con cui si intende stipulare questa tipologia di fondi pensione.
Le prestazioni del PIP si ottengono al raggiungimento degli stessi limiti di età previsti dalla previdenza pubblica. A differenza di quest’ultima però chi aderisce a un PIP può prelevare del denaro anticipatamente, qualora si dovessero verificare alcune condizioni:
- Si può ritirare anticipatamente il 75% per spese sanitarie destinate al coniuge o ai figli.
- Si può prelevare fino al 75% dopo 8 anni dall’apertura del PIP in caso di acquisto della prima casa per sé o per i propri figli.
- Prelievo del 30% dopo 8 anni dall’apertura del PIP per qualsiasi evenienza. Ciò è valido anche per i fondi pensione chiusi e aperti.
- Riscatto del 50% della posizione totale nel caso in cui il soggetto smetta di lavorare e si trovi in uno stato di non occupazione per un periodo che varia dai 12 mesi ai 48 mesi.
- Si può riscattare l’intera posizione maturata in caso di invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità lavorativa a meno del 33% oppure in caso di inoccupazione per un periodo superiore ai 48 mesi.
Tassazione Fondi pensione
I fondi pensione hanno alcune agevolazioni in termini di tassazione. Innanzitutto ogni anno i rendimenti generati dalla gestione sono tassati del 20% e non del 26% come accade per gli altri strumenti di investimento.
La tassazione nel momento dell’erogazione della pensione integrativa è pari al 15% (aliquota fissa), a differenza delle normali aliquote IRPEF che vanno dal 23% al 43%.
Se si possiede un fondo pensione da più di 15 anni si possono ottenere ulteriori sconti dello 0,30% l’anno e si può arrivare quindi fino a un’aliquota fissa del 9% (sconto massimo del 6% dal 15% originario).
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