Se conosci il mercato del criptovalute oppure ti sei appena affacciato su questo nuovo “mondo” ricco di opportunità di investimento, avrai sicuramente già sentito parlare delle ICO, ovvero delle Inital Coin Offering.

Si tratta di un fenomeno che ha preso il sopravvento negli ultimi anni: nel 2017 i progetti lanciati tramite ICO sono stati in grado di raccogliere 40 volte più capitale rispetto a quello raccolto nel 2016, per una cifra equivalente a $6 miliardi di dollari (di cui il 37% è stato raccolto da solo 20 ICO).

Le ICO riescono quindi ad attrarre moltissimi investitori, soprattutto privati, da tutto il mondo. E come in ogni business in forte crescita, sfortunatamente i truffatori riescono sempre a trovare uno spazio per dar vita alle loro truffe.

Le ICO sono truffe o opportunità di investimento?

Le ICO sono un mezzo di crowfunding basato sulle criptovalute e serve alle startup per raccogliere fondi per progetti nati intorno alla tecnologia della Blockchain e il mondo delle criptovalute. Sono molto simili alle IPO, ovvero le Initial Public Offering, dove una società decide di quotarsi in borsa e gli investitori possono comprarne le azioni in anticipo.

Ma nel caso delle ICO, gli investitori investono sul progetto soprattutto tramite criptovalute. Progetto che è ancora in fase di formazione, e che diventerà realtà man mano che la startup dietro una ICO continua a raccogliere fondi (e investirli nel progetto).

Dato che si investe con criptovalute, chiunque può partecipare: non vi sono restrizioni di nessun tipo, dato che basta pagare in Bitcoin o Ethereum (anche se a volte si può investire anche tramite denaro reale). E cosa si ottiene in cambio del proprio investimento?

Semplice: dei token della nuova criptovaluta che nascerà con il progetto dietro la ICO. Il vantaggio è chiaro: puoi quindi comprare in anticipo una nuova criptovaluta prima che venga immessa sul mercato, e ad un prezzo irrisorio rispetto al potenziale prezzo di quando verrà introdotta sui mercati.

La possibilità di fare enormi guadagni c’è: basti pensare a Ethereum, oggi una delle più famose criptovalute, nata tramite una ICO. Chi aveva investito a quei tempi, ha visto il suo investimento aumentare di oltre il 10.000%! E’ possibile quindi che il valore della criptovaluta comprata tramite ICO aumenti di 100, anche 1000 volte, quando viene immessa nel mercato.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Perché i vantaggi delle ICO ci sono anche per chiunque decida di lanciarne una, truffatori inclusi. In questo campo non vi sono regolazioni o leggi da rispettare, e non vi è nessun ente che controlla lo svolgimento delle ICO.

Basti sapere che è possibile lanciare una ICO senza nemmeno dovere esporsi pubblicamente. In altre parole, il dubbio dietro le persone che lavorano ad un progetto lanciato tramite ICO spesso e volentieri rimane sempre, almeno nei progetti meno trasparenti.

Il fatto che si svolga tutto tramite internet, e che i pagamenti avvengano tramite criptovalute, garantisce un forte livello di anonimato a chiunque decida di creare una ICO. Ed insieme all’assenza di regole e controllori, è un altro grande vantaggio per qualsiasi truffatore che vuole inserirsi nel mercato delle criptovalute.

Ma i vantaggi per i truffatori non finiscono qui: specialmente il mondo delle ICO, come quello delle criptovalute in generale, è pieno di investitori che conoscono molto poco di come funziona una criptovaluta.

Sono tantissimi infatti gli appassionati di criptovalute che investono in ICO e sempre più persone si affacciano sul mercato delle criptovalute. Significa che molte persone hanno una conoscenza pari a zero in questo ambito, altre invece una conoscenza in fase di formazione. Ma sono veramente pochi quelli che comprendono a pieno le criptovalute e come funzionano.

Ciò si rivela probabilmente il più grande vantaggio per i truffatori, perché risulta davvero semplice ingannare “i nuovi arrivati”. Se non ci credi, dai un’occhiata al paragrafo successivo dove ti mostreremo le più grandi 5 ICO truffa della storia delle criptovalute.

Esempi di ICO truffe: le più grandi 5 ICO scam della storia delle criptovalute

Le ICO possono essere ottime opportunità di investimento ma è sempre bene fare i propri “compiti a casa” e ricercare a fondo il progetto sul quale si ha intenzione di investire. Altrimenti si rischia di cadere una truffa, come ti mostreremo nei seguenti esempi.

Ma informarsi prima di investire può tornare utile anche per evitare ICO che non portano da nessuna parte. Se infatti esistono le ICO truffe come quelle mostrate di seguito, esistono anche quelle che, nonostante l’onestà e trasparenza del progetto e di chi ci lavora, alla fine si concludono in un nulla di fatto. Insomma, l’unico modo per evitare di investire male il proprio denaro rimane sempre uno: informarsi.

PlexCoin – $15 milioni di dollari

Plexcoin è stata la ICO truffa più grande della storia delle criptovalute, che sarebbe diventata realtà se non fosse stato per l’intervento delle autorità e di quel sistema finanziario rispetto a cui le criptovalute vogliono porsi come un’alternativa.

Il suo fondatore, Dominic Lacroix, era riuscito a raggranellare circa $15 milioni di dollari tramite PlexCoin, una criptovaluta che veniva spacciata come “rivoluzionaria”. Peccato che Lacroix prometteva un ritorno sull’investimento pari al 1354% del capitale investito: una cifra impossibile da raggiungere per chiunque, motivo per il quale degli investitori lo hanno segnalato alla SEC americana per truffa ai danni di investitori americani e canadesi.

Dopo le indagini, la SEC (ente di controllo dei mercati finanziari USA) ha scoperto che Lacroix aveva nascosto il suo passato di truffatore ed inoltre affermava di avere dalla sua parte gruppi “di esperti” che appoggiavano il progetto di Plexcoin e assicuravano la sua affidabilità, quando invece queste persone neanche esistevano.

La ICO di Plexcoin è avvenuta ad Agosto 2017, ma già a dicembre 2017 Lacroix è stato arrestato ed è tutt’ora in galera. La società dietro Plexcoin è stata multata per una cifra pari a $100.000, mentre tutti i $15 milioni di dollari raccolti tramite la ICO di Plexcoin sono stati bloccati ed è ancora incerto il destino di questi soldi, tenuti in dei portafogli virtuali creati dallo stesso Lacroix.

Solo $810.000 dollari sono stati restituiti, perché si trovavano ancora nelle mani di Stripe, società che si occupa di gestire pagamenti online. Poco o nulla si sa dei restanti soldi e se riusciranno a tornare nelle mani degli investitori. Così come deve ancora tenersi il processo contro Lacroix.

Ma nonostante il fondatore di Plexcoin sia in galera, la società sembra andare avanti per la sua strada e prova a raccogliere i cocci: il sito di Plexcoin è ancora attivo, così come la loro pagina FB dove vengono postati sporadici aggiornamenti sempre pieni di scuse. Anche se ormai il tranello è stato scoperto e tutti sanno che Plexcoin è una truffa.

Benebit – $2,7 – $4 milioni di dollari

La criptovaluta Benebit aveva tutte le carte in regola per sembra un progetto serio e affidabile. Il team dietro Benebit diceva di voler creare un unico sistema di fidelizzazione per clienti: una sola piattaforma per unificare sistemi differenti.

Se l’idea sembrava buona, anche la forma lo era: Benebit aveva un sito ben fatto, un whitepaper (ovvero la documentazione) scritto con una logica dietro e molto plausibile, una chat sempre aggiornata su Telegram con oltre 9000 membri e un budget di marketing di circa mezzo milione di dollari (o così dicevano).

Sarà stato il design accattivante del sito di Benebit, sarà stato il capitale investito sul marketing in modo corretto e sensato, oppure le promozioni per la prevendita della criptovaluta tramite la ICO, ma rimane il fatto che Benebit è riuscita ad affermarsi in breve tempo come una delle ICO più promettenti sul mercato delle criptovalute.

Peccato che dopo poco tempo la situazione prese una brutta piega: si scoprì che le foto usate per rappresentare i componenti del team dietro Benebit erano dei falsi. Più precisamente, erano state rubate da un album scolastico di una scuola inglese. E alla fine si scopri che tutti i membri del team non esistevano in realtà, ma avevano profili finti.

Infatti contemporaneamente a ciò, parte del personale assunto da parte di Benebit per gestire la grande community che si stava creando dietro la criptovaluta, scoprì che i dettagli del passaporto di alcuni membri del team che gli erano stati forniti per dei pagamenti, erano in realtà falsificati.

E fu così che i truffatori, ormai scoperti da tutti, decisero di scomparire con il bottino: il sito di Benebit, così come tutta la documentazione collegata alla criptovaluta, ma anche gli account sui social, furono eliminati dal web il più rapidamente possibile.

Tutt’oggi non si sa chi siano i truffatori dietro la ICO truffa di Benebit, ma di certo c’è che sono scappati con un bottino che va dai 2,7 milioni ai 4 milioni di dollari, lasciando tutti coloro che avevano investito sul progetto senza nessuna traccia da poter seguire.

Opair e Ebitz – $2,9 milioni di dollari

Due criptovalute differenti, due truffe simili portate avanti dalla stessa persona: “Wasserman” è il nome che usava sul forum di Bitcointalk (il principale forum per criptovalute, e anche il più affidabile e visitato al mondo), ma nient’altro si sa sul conto di questo truffatore.

Tutto è iniziato con Opair, una criptovaluta che prometteva di voler creare un sistema decentralizzato di carte di debito (ovvero le classiche carte Bancomat), nel quale si sarebbe usata la propria criptovaluta per spostare denaro.

Nel 2016 ci fu l’ICO di Opair che raccolse 190 Bitcoin, ma subito dopo si scoprì che Opair non era nient’altro che una truffa. Infatti, i profili Linkedin dei membri del team dietro Opair erano falsi, peccato che ormai era troppo tardi: il truffatore chiuse il sito e scomparì nel nulla.

O così almeno si pensava, perché a novembre 2016 fu lanciata l’ICO di Ebitz, portata avanti sempre dallo stesso truffatore. Il team dietro Ebitz diceva di essere un gruppo di whitehat hacker, ovvero hacker “etici” e con buone intenzioni che stavano progettando una criptovaluta simile a Zcash (quindi fortemente improntata sull’anonimato), ma con delle importanti differenze.

Fortunatamente, solo dopo 2 giorni dal lancio della ICO si scoprì che era una truffa e che dietro vi era la stessa persona della ICO truffa di Opair. Proprio sul forum di Bitcointalk, degli utenti fecero notare che i server che gestivano le email di Ebitz erano collegati al dominio di Opair (il cui sito era ormai stato rimosso da tempo).

Così anche il sito di Ebitz scomparì frettolosamente, non prima però di aver raccolto circa 200 Bitcoin tramite la ICO. Anche se in molti pensano che buona parte di quei 200 Bitcoin investiti sono stati messi dallo stesso truffatore, per dare l’impressione che si trattasse di un progetto valido dove già molte altre persone avevano investito.

REcoin e DRC – $300.000 dollari

Sia REcoin, sia DRC a prima vista sembravano progetti molto ambiziosi: in entrambi i casi si voleva creare delle criptovalute con dietro degli asset reali. Nel caso di REcoin si parlava di “Real Estate”, quindi di investimenti immobiliari. Nel caso di DRC, si parlava di diamanti.

Il fondatore di entrambe le criptovalute, Maksim Zaslavskiy, assicurava a tutti gli investitori che entrambe le startup erano pronte a buttarsi nel mercato, avendo un team ricco di talenti, tutte le carte legali in regola, e già possedendo degli accordi con importanti investitori internazionali.

Ma anche in questo caso si tratta di una truffa bella e buona. Ed è stata sempre la SEC americana a scovare il truffatore, scoprendo che Zaslavskiy aveva mentito sulle proprie startup e che entrambi i progetti non erano in realtà collegati alla blockchain.

Ciò significava che le ICO di REcoin e DRC non erano collegate alle criptovalute, quindi non si trattava di vere ICO, bensì di una raccolta di fondi per acquistare asset reali (immobili e diamanti). Fattore che cambiava la posizione delle due ICO e che ha portato il suo fondatore dritto dritto in carcere.

Fortunatamente la somma che Zaslavskiy è riuscito a rubare è molto contenuta: circa $300.000 dollari, che molto probabilmente verranno restituiti agli investitori che hanno messo capitale nei due progetti.

PonziCoin – $250.000 dollari

Probabilmente già sai che cos’è uno schema ponzi e che in pratica si tratta di una truffa in tutto e per tutto. Però siamo sicuri che non conosci la criptovaluta PonziCoin e la divertente (non per chi ha investito) storia che c’è dietro questa a dir poco particolare criptovaluta.

Lo schema ponzi è un tipo di truffa dove i pochi che guadagnano sono solo coloro che si “buttano” nella truffa fin dall’inizio. Questo tipo di truffa infatti richiede di fare un investimento, per il quale si otterrà un rendimento (spesso molto alto) su base mensile, e si richiede sempre di cercare nuovi investitori.

Il motivo? Semplice: i rendimenti mensili vengono pagati dal truffatore tramite i soldi investiti. Perciò c’è bisogno sempre di nuove persone che decidano di investire sul fantomatico progetto dietro uno schema ponzi, altrimenti il truffatore non sarebbe in grado di pagare i rendimenti ai suoi investitori.

E in tutti gli schemi ponzi la fine è sempre la stessa: il truffatore (o truffatori) ad un certo punto scapperà con tutti i soldi in suo possesso. La stragrande maggioranza degli investitori perderà quindi quasi tutto il proprio denaro, e solo pochi eletti guadagneranno qualcosa.

Si tratta dei primissimi investitori (o i primissimi truffati, a seconda del punto di vista), perché queste persone essendosi unite allo schema fin dall’inizio, avranno probabilmente guadagnato abbastanza rendimenti mensili da superare la cifra investiti inizialmente.

Lo schema ponzi è una delle truffe più conosciute al mondo, eppure continua spesso a mietere vittime anno dopo anno. Ma come è possibile che una criptovaluta con proprio il nome di una truffa, ovvero il PonziCoin, sia riuscita a truffare davvero qualcuno?

A dire il vero, PonziCoin ha colpito due volte: una nel 2014, un’altra più recente a fine 2017. La prima truffa della criptovaluta PonziCoin è riuscita a portarsi a casa $7000 dollari in criptovalute: una cifra che oggi vale circa $2 milioni di dollari.

Come se il nome PonziCoin, e il fatto che già in passato sia risultata essere una truffa, la criptovaluta PonziCoin è tornata sul mercato delle criptovalute proprio a fine 2017. Anche se questa volta la situazione era molto differente.

La seconda criptovaluta PonziCoin era nata da uno scherzo: usando lo stesso sito internet della prima criptovaluta, lo sviluppatore dietro questa nuova PonziCoin ha messo in chiaro fin dall’inizio che si trattava di una truffa.

Vi era infatti scritto a chiare lettere ovunque sul sito di PonziCoin che si trattava di una truffa, e che chiunque avesse investito non avrebbe praticamente mai ottenuto un guadagno reale, perché PonziCoin era una truffa basata sullo schema ponzi.

Ogni pagina del sito era scritta in tono sarcastico e in tal modo che sembrasse una truffa in tutto e per tutto: il potenziale investitore (o meglio dire pollo) veniva anche avvertito prima di confermare il suo investimento che avrebbe perso il suo capitale, come puoi vedere dal messaggio che la piattaforma mostrava ai suoi utenti per farli tornare sui loro passi (immagine qui sotto).

Eppure, nonostante tutti gli avvertimenti messi sul sito, c’è qualcuno che ha deciso di investire lo stesso. Anzi, in molti hanno investito: il totale è pari a circa $250.000 dollari.

Una cifra così alta che nemmeno lo sviluppatore dietro questo nuovo PonziCoin si aspettava: infatti poche settimane dopo aver visto che gli investimenti non cessavano di arrivare, ha deciso di chiudere il sito lasciando solo una pagina di avvertimento, dove spiega che si trattava di uno scherzo (come più volte scritto sul sito) e che comunque non toccherà mai il capitale depositato dagli utenti.

Stando da quanto dice, gli utenti che avevano investito hanno avuto l’opportunità di ritirare il proprio capitale (sempre se si tratta della verità, si intende). E conclude ricordando agli utenti di stare sempre attenti quando si tratta di investire su criptovalute tramite ICO, un mercato pieno di insidie soprattutto per i meno informati.

ICO truffa: come riconoscerne una

Insomma, come hai potuto vedere le ICO possono nascondere molte insidie e rivelarsi anche delle vere e proprie truffe. Alcune sono facilmente evitabili con il buon senso (come la truffa dei PonziCoin), altre invece sono più difficili da individuare.

Come si può quindi capire se una ICO è una truffa oppure se è una valida su cui conviene investire? La prima cosa da fare è visitare il sito internet della ICO su cui si vuole investire: sembra un sito affidabile, facile da visitare, ben progettato, che descrive bene la criptovaluta e il progetto dietro?

Dopotutto, se il sito è fatto male, vi sono link non funzionanti o sembra poco professionale, bisogna farsi due domande: se gli sviluppatori dietro il progetto non dedicano sufficiente tempo per creare una cosa semplice come un sito internet… come li possiamo considerare persone affidabili per un progetto molto più complesso di un sito, come la creazione di una criptovaluta?

Il secondo passo da compiere è capire quanto trasparente è il progetto e il team che ci sta lavorando. Controlla sempre quindi la pagina di presentazione, ma non fermarti solo a leggere i curriculum delle persone presentate.

Controlla se vi sono collegamenti ai profili social, come Linkedin, per i membri del team. Scoprire che nessun membro del team di sviluppo abbia un collegamento ad un profilo social è un segno negativo. Se invece tutti i membri, o almeno la stragrande maggioranza, hanno dei profili social attivi (e non creati da poco tempo), questo è un segno positivo (controllate sempre Linkedin: è il social network dei professionisti).

Passo successivo è quello di controllare le foto dei singoli componenti. Ciò perché esistono molti siti internet dove è possibile comprare immagini di stock  e quindi un potenziale truffatore potrebbe comprare la foto di vari modelli vestiti da imprenditori, businessman, informatici, segretarie, e così via, e spacciarli per persone vere creando profili social falsi.

Usa quindi google immagini come primo tentativo: se trovi la foto di un membro del team su altri siti, e nonostante sia la stessa persona sull’altro sito vi è scritto che si tratta di qualcun altro (o che fa un altro lavoro), questo è un altro segnale di allarme.

Se invece i primi due step di verifica risultano positivi e sembra tutto in regola, è tempo di fare approfondite ricerche su google. Cerca recensioni e opinioni riguardo al progetto su cui vuoi investire, soprattutto su:

  • Forum di criptovalute, soprattutto Bitcointalk.org che è il più famoso e più affidabile
  • Reddit, il portale più famoso al mondo per discutere di qualsiasi cosa (ottavo sito più visitato al mondo, giusto per capire l’affidabilità)
  • Siti specializzati di recensioni di ICO o legati alle tematiche delle criptovalute

Bisogna comunque porre attenzione: spesso un truffatore può tranquillamente comprarsi una recensione positiva su un sito, quindi è bene leggere siti diversi e leggere quindi opinioni diverse.

E stai attento anche ai forum: sfortunatamente esiste anche il fenomeno della compravendita di account affidabili sui forum. In tal modo un truffatore può comprare un account presente su un forum da molto tempo e con una buona nomea, con il solo scopo di appoggiare e parlare bene del proprio progetto, invogliando altri utenti ad investire.

Inoltre sui forum è possibile crearsi infiniti account gratuitamente: non fidarti quindi di account con pochissimi post (meno di 10) e che sono registrati da poco. Chiediti: perché uno sconosciuto deve registrarsi su un forum solo per scrivere un post in cui magari elogia una certa criptovaluta senza poi scrivere altro da nessun’altra parte? Probabile che sia il truffatore che sta tirando acqua al suo mulino.

Un ultimo passo da compiere è quello di controllare siti specializzati nel dare un rating alle ICO. Questi siti valutano con attenzione le ICO lanciate, e possono mostrare tutti i pro e contro, oltre all’affidabilità del progetto e del team di sviluppo. Se l’ICO a cui siete interessati ha un brutto voto oppure non è presente, è un cattivo segnale.

Questi sono i principali passi da compiere quando si è intenzionati ad investire sulle ICO di nuove criptovalute: facendo ciò il rischio di incappare in una ICO truffa calerà drasticamente. Ma è bene ricordare che il rischio rimane.

Possiamo solo consigliarti di:

  • Rimanere sempre informato sul progetto su cui hai intenzione di investire tramite diverse fonti (siti e forum)
  • Iniziare investendo cifre contenute, si deve comunque sempre trattare di cifre che puoi permetterti di perdere e che non alterino la tua tranquillità finanziaria
  • Diversificare il proprio investimento: se hai un capitale X da investire su ICO, non sceglierne solo una, ma suddividilo in più ICO (a seconda di quanti soldi hai a disposizione)

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