Ne abbiamo parlato in lungo e largo del fenomeno delle ICO truffa,  e sfortunatamente dobbiamo dedicargli un ulteriore approfondimento. Il motivo? Da pochi giorni è accaduta la più grande ICO truffa di tutta la storia delle criptovalute, battendo i record precedenti: stiamo parlando della truffa di Pincoin e Ifan.

Entrambe le ICO sono state portate avanti da una società vietnamita, conosciuta come “Modern Tech”, ed ha coinvolto circa 32.000 investitori. L’ammontare della truffa per il momento è di $658 milioni di dollari, cifra che è stata sottratta probabilmente dalle 7 persone dietro la fondazione della società.

Investire sulle ICO continua ad essere un investimento ad alto rischio e queste due nuove ICO truffa possono confermarlo. Vediamo quindi di capire quali erano gli obiettivi delle fantomatiche criptovalute Pincoin e Ifan, ma anche vedere quali sono i segnali da tenere sott’occhio per capire al volo se ci si sta imbattendo in una truffa o meno.

ICO truffa: Pincoin e Ifan, le nuove truffe dell’anno

Come tutte le ICO che si rivelano truffe vere e proprie, prima o poi il castello di carta dietro i progetti viene svelato in qualche modo. I truffatori ben sanno ciò: è solo questione di tempo prima che gli investitori si accorgano di aver dato i propri soldi a gente poco onesta, con un progetto che non è altro che uno specchietto per le allodole.

Anche i truffatori dietro Pincoin e Ifan si erano accorti che qualcosa non filava più per il verso giusto e che probabilmente a breve gli investitori avrebbero scoperto la truffa dietro queste due ICO. Infatti, già un un mese fa (Febbraio 2018) la compagnia dietro queste due ICO, la Modern Tech, aveva terminato il contratto di affitto degli uffici della sua unica sede in Vietnam, per scomparire così nel nulla.

Ben 32.000 investitori hanno perso il capitale investito in queste due ICO, che alla fine non erano nient’altro che degli schema ponzi. Proprio ad inizio di quest’anno infatti, avevano smesso di pagare gli interessi mensili ai propri investitori. Anziché pagarli con denaro reale, avevano iniziato a pagarlo con gli stessi token delle ICO.

Un fatto che ha portato al crollo del valore di queste due criptovalute: il valore di Ifan è caduto fino a rasentare lo zero, toccando il valore di circa $0,01 dollari. Ma quando gli investitori hanno provato a ritirare il proprio investimento in denaro reale, la società Modern Tech ha impostato il valore del token a ben $5 dollari sulla propria piattaforma: in tal modo i calcoli non potevano tornare e hanno negato il prelievo a tutti gli utenti che ne facevano richiesta.

In Vietnam sembrano aver preso molto seriamente la questione di queste due ICO truffa: perfino il Primo Ministro vietnamita ha rilasciato delle dichiarazioni in merito, vietando alle istituzioni finanziarie in Vietnam di processare transazioni legate alle criptovalute. E proprio in questa settimana, il 13 Aprile il Vietnam ha vietato l’uso delle criptovalute per acquisti su e-commerce.

Tra l’altro, proprio in Vietnam ad Ottobre 2017 hanno dichiarato illegale la compravendita di criptovalute e anche la creazione di ICO, anche se ciò non ha comunque fermato gli investitori che hanno scelto di affidare il proprio capitale alle ICO di Pincoin e Ifan.

Analisi di Pincoin e Ifan: come individuare una ICO truffa

Sempre più gente continua a cascare in truffe come queste appena mostrate. C’è chi risponde come il governo del Vietnam, arrivando a bandire le criptovalute pur di proteggere le fasce più deboli di investitori. C’è invece chi pensa che sia meglio spiegare come funzionano le ICO, mostrando tramite esempi concreti come è possibile riconoscere una ICO truffa da una ICO valida.

Una premessa è d’obbligo: investire sulle ICO rimane comunque un investimento ad alto rischio, a prescindere di quanto informati si può essere su un determinato progetto. Detto ciò, vediamo di analizzare nel dettaglio le ICO di Pincoin e Ifan.

Il nostro consiglio quando si analizzano ICO rimangono sempre gli stessi: indipendentemente dal vostro grado di conoscenza del mondo delle criptovalute, controllate sempre il sito internet dell’ICO su cui volete investire e soprattutto la trasparenza del team di sviluppo dietro il progetto.

Si tratta di due punti controllabili facilmente da tutti, mentre il whitepaper, ovvero il documento ufficiale che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) descrivere anche a livello tecnico il progetto e la tecnologia implementata, potrebbe risultare più difficile da analizzare. Anche se è sempre bene dargli una lettura approfondita.

Però spesso e volentieri quasi tutte le ICO truffa possono essere individuate da una semplice analisi del sito internet del progetto e dalla trasparenza relativa al team di sviluppo. Qui sotto puoi vedere per esempio la Homepage del sito di Pincoin, che la dice molto lunga sulla serietà del progetto.

Una foto di una Lamborghini da quasi mezzo milione di euro vicino ad un testo dove la prima frase recita (tradotta): “La fondazione dietro PIN è un gruppo non-profit…”. Stai già sentendo qualche campanello di allarme vero? Tralasciando l’accostamento “non-profit” con macchine di lusso che già spiega molto su chi sta dietro il progetto, l’utilizzo di immagini che forniscono idee o stereotipi di ricchezza è un cliché dei truffatori.

Proprio perché lo scopo dei truffatori è andare a colpire tutte quelle persone con una scarsa conoscenza finanziaria, che credono sia possibile arricchirsi anche con un solo investimento giusto. E magari raggiungere proprio il grado di ricchezza mostrato nelle immagini (dalla macchina di lusso allo yacht, passando alla villa privata, e così via). Queste immagini non fanno altro che far leva sul nostro senso di avidità.

Ma il sito di Pincoin si spinge ancora più in là, dedicando proprio una sezione del suo sito ai potenziali fantomatici guadagni che un investitore avrebbe potuto avere se avesse investito sulla ICO di Pincoin. Qui sotto puoi vedere i profitti che Pincoin prometteva ai suoi investitori.

Già, hai letto bene: 40%. Pincoin prometteva fino al 40% di guadagni sull’investimento iniziale. E si parla su base mensile. Una cifra che variava a seconda di quanto si investiva, così come a seconda di quante persone si convinceva ad investire su Pincoin (perché per ogni persona portata si guadagnava una commissione: chiaro segnale di schema ponzi).

Se in una qualsiasi ICO trovi una promessa di profitti del genere, non devi nemmeno preoccuparti di andare a leggere il whitepaper o altri documenti tecnici: ti trovi davanti a una truffa bella e buona, sicuramente una schema ponzi. Un ritorno del 40% già su base annuale è un risultato davvero molto ma molto difficile da raggiungere. Su base mensile è categoricamente impossibile! A meno che non si tratti di uno schema ponzi, ovviamente.

Pensa alla tua banca: quando si parla di interessi annuali, sono sempre percentuali striminzite. E anche se chiedi informazioni su prodotti di investimento, anche semplicemente dando un’occhiata ad una brochure promozionale o al sito internet della banca, a stento troverai fondi o prodotti che offrono percentuali superiori al 10% annuale! E sono investimenti comunque classificati ad alto rischio.

Insomma, avere un minimo di conoscenza finanziaria e buon senso, basta e avanza per evitare di cadere nella truffa di Pincoin o in ICO truffa simili. Oltre a porre attenzione al modo di presentare una ICO e alle fantomatiche promesse di potenziali profitti, non fidatevi comunque di “rassicurazioni” basate su tecnologie altrui. Qui sotto c’è proprio un esempio perso dal sito dell’altra ICO truffa, ovvero Ifan.

Ifan afferma di utilizzare la tecnologia Ethereum per la propria criptovaluta, proprio come accade per molte altre criptovalute. E’ ovvio che la tecnologia dietro Ethereum è molto affidabile ed Ethereum stessa è diventata la seconda criptovaluta più scambiata al mondo. Se si pensa ad Ethereum quindi, si pensa ad una criptovaluta sicura e affidabile.

Non quindi ad una truffa. Ed i truffatori fanno proprio leva su ciò: tendono spesso e volentieri a richiamare altre società, prodotti oppure anche organi di informazione (tv, giornali), che di norma tutti noi consideriamo come affidabili. Facendo richiami di questo tipo, crediamo che vi sia un collegamento tra la società/prodotto (in questo caso criptovaluta) dei truffatori a queste altre entità che sappiamo per certo di essere trasparenti.

Questi collegamenti trasferiscono la trasparenza e affidabilità anche alla truffa che ci ritroviamo davanti. Qui sotto per esempio puoi vedere una delle immagini usate sul sito di Ifan, dove per sponsorizzare le future carte prepagate targate Ifan, si è utilizzata un’immagine di carte prepagate MasterCard (ovviamente è una semplice immagine presa da internet).

Ma spesso vengono menzionati anche giornali o trasmissioni TV che hanno parlato del prodotto/servizio dei truffatori. In realtà però tutti quei loghi di giornali, telegiornali, siti e così via, sono solamente dei loghi copiati e incollati e dietro di loro non c’è nessun articolo realmente scritto, oppure nessun servizio del TG mandato in onda.

I truffatori anche in questo caso vogliono mostrare che il loro progetto è vero, che esiste e che i media ne parlano quotidianamente. Ci vogliono portare a pensare che se i media ne parlano, allora il progetto esiste realmente e probabilmente è anche un buon progetto. Ecco perché mostrano svariati loghi e simboli di famose testate giornalistiche o trasmissioni televisive.

Peccato però che sono solo loghi, proprio come nell’esempio dei media che avrebbero parlato del progetto di Pincoin. Qui i truffatori hanno copiato i loghi e poi li hanno semplicemente incollati uno accanto all’altro. Infatti, i loghi non sono nemmeno cliccabili. Pensiamoci un attimo: se abbiamo un nuovo progetto di una criptovaluta, e i media ne parlano bene, non ci converrebbe rimandare all’articolo o al servizio passato al TG, per mostrare agli investitori cosa dicono i media sul nostro progetto? (e quindi dare autorevolezza e affidabilità).

Qui sopra puoi anche notare la dicitura “Prospective Listings” e sotto i loghi di importanti e famosi siti di exchange per criptovalute. Peccato si parli di “prospective listing”, ovvero della possibilità della criptovaluta in questione di essere quotata, in un futuro non specificato, su quelle piattaforme di exchange. Vedi qualcosa di concreto in tutto questo? Assolutamente no. Ecco quindi un altro segnale di ICO truffa: tempi non definiti e il rimanere sempre troppo sul vago.

E attenzione anche alle notizie: una società può sempre rilasciare dei comunicati stampa, che vengono inviati a varie testate online, le quali li pubblicano riportando spesso parola per parola. Ciò non significa che se troviamo un comunicato stampa di una criptovaluta su un sito famoso, allora quel sito famoso sta parlando bene di tale criptovaluta.

Molti siti infatti pubblicano sempre tutti i comunicati stampa inviati. Altri invece, li pubblicano solo dietro il pagamento di una cifra fissa. Ciò significa che magari anche un sito importante può pubblicare il comunicato stampa di una ICO truffa. Ma il testo che leggeremo non è scritto dai redattori del sito, bensì è scritto dagli stessi truffatori della ICO che lo hanno poi inviato (e magari pagato) per la pubblicazione sul sito.

Pincoin truffa e Ifan truffa: il problema della trasparenza

Insomma, abbiamo capito che la prima cosa da fare per capire se una ICO sia affidabile o meno, è sicuramente quella di controllarne il sito. I principali campanelli di allarme possono essere:

  • Il sito è sviluppato male e certe pagine non funzionano (se gli sviluppatori non sono in grado di organizzare un sito, come possono gestire un progetto grande e complesso come quello di una criptovaluta?)
  • Sul sito si fanno promesse di profitti sicuri esorbitanti, o più in generale di profitti assicurati
  • Il sito offre sostanziose commissioni se si fanno entrare altre persone nella ICO
  • Il sito utilizza immagini molto spinte sul tema della ricchezza (macchine di lusso, yacht, ville, belle ragazze, hotel, bella vita in generale, etc…)
  • Troppi richiami ad altre società e tecnologie, senza spiegazioni concrete del proprio progetto
  • Elenco di giornali e trasmissioni senza link che rimandano ai relativi articoli o servizi

Ma il punto fondamentale, oltre a quelli elencati qui sopra, rimane sempre lo stesso: la trasparenza del team di sviluppo dietro il progetto. Dopotutto, sarà proprio a loro che andrete ad affidare il vostro capitale quando investirete su una ICO. Ed è proprio su questo punto che i truffatori fanno maggior fatica a tenere in piedi il loro “teatrino”.

Qui di seguito infatti puoi vedere gli unici “contatti” disponibili sul sito di Pincoin. Non c’è l’indirizzo della sede, non c’è un numero di telefono da poter chiamare, non c’è nemmeno il nome della società dietro il progetto. Le uniche informazioni per contattare gli sviluppatori di Pincoin sono due banali indirizzi email.

Chiunque può creare indirizzi email fittizi: basta comprarsi un dominio e uno spazio di hosting (poche decine di euro al massimo, se si vuole spendere il meno possibile). Inoltre sul sito di Pincoin non vi sono ulteriori informazioni sul team di sviluppo del progetto. Anzi, per essere precisi, c’è un piccolo paragrafo dedicato al team nella sezione FAQ.

Alle domande se si possono conoscere le identità dei fondatori della community di Pincoin e da dove provengono, le risposte sono molto vaghe. viene solo detto che il team di sviluppo e i manager provengono da vari posti come Dubai, Singapore, Hong Kong, Inghilterra. Non solo, il team scrive proprio che la loro identità, come quella dei manager, verrà rivelata “al momento opportuno”. E che, ovviamente, ringraziano in anticipo la “fiducia” (o stupidità, forse?) degli investitori.

Insomma, se anche dopo aver letto ciò una persona decide comunque di affidare i propri soldi a dei completi sconosciuti (e che sconosciuti vogliono rimanere), allora non ci si può poi lamentare di essere caduti in una ICO truffa. Ma anche il sito della criptovaluta Ifan è della stessa linea: qui non è nemmeno presente una sezione FAQ.

Come puoi vedere dall’immagine qui sotto, anche in questo caso nel footer del sito (la parte in basso della pagina) non c’è nessun accenno alla società che dovrebbe trovarsi dietro il progetto di Ifan. Così come non c’è scritto da nessuna parte il loro indirizzo, numero di telefono, ed è assente perfino un indirizzo email a cui scrivere.

Se quindi Pincoin forniva almeno un banale indirizzo email, con la criptovaluta Ifan è tutt’altra storia: nessun contatto sul loro sito (che è solo una pagina, ovvero la homepage) e nemmeno una sezione FAQ. Ciliegina sulla torta è il “documento” legale e la privacy policy di Ifan: un link rimanda ad un documento su Google Docs, uno strumento gratis offerto da google per modificare e creare documenti su internet (se non si sono degnati nemmeno di creare un PDF, figurarsi quanto possono “impegnarsi” per creare una criptovaluta).

Anche le sezioni relative alla roadmap dei progetti di Pincoin e Ifan lasciano molto a desiderare. In teoria, in una roadmap dovrebbe esserci scritto passo per passo qual’è il piano di sviluppo del progetto, dove vengono specificate (a grandi linee) le date di rilascio di nuovi aggiornamenti o nuove funzioni della criptovaluta.

E’ proprio da questo importante documento che si può capire la fattibilità di realizzazione di una ICO: un progetto troppo ambizioso ha rischi sicuramente più elevati rispetto ad un progetto ben calcolato in ogni sua parte. E Pincoin e Ifan, che tipo di roadmap avevano per essere riusciti a convincere circa 30.000 investitori a scegliere i loro progetti?

Beh… qui sotto puoi vedere la roadmap di Ifan. Già, ciò che vedi sono le uniche informazioni relative alla roadmap del progetto: praticamente zero informazioni e solo “belle frasi” messe qui e là, dove non viene minimamente spiegato come il team di sviluppo aveva intenzione di raggiungere tali obiettivi.

E per quanto riguarda Pincoin? Niente di niente: la pagina della loro roadmap dà errore 404, pagina inesistente. Insomma, se questa è la professionalità delle persone che dovrebbero lavorare dietro la creazione di una criptovaluta… viene spontaneo chiedersi come hanno fatto quei 30.000 investitori a decidere di dare i loro soldi a progetti del genere.

Pincoin e Ifan: truffe palesi e investitori sprovveduti?

Come hai potuto vedere dalla nostra analisi di Pincoin e Ifan, per riconoscere delle ICO truffa basta davvero poco. Eppure, questi truffatori sono riusciti a portarsi dietro la bellezza di $650 milioni di dollari: la più grande truffa nel mercato delle ICO di criptovalute.

Che poi vedendole da vicino, queste truffe non erano nemmeno organizzate tanto bene: siti internet fatti male, progetti con pochissimi dettagli, assenza di contatti, promesse di profitti impossibili.  Nonostante ciò Pincoin e Ifan sono riusciti a truffare circa 30.000 investitori.

Queste ICO erano truffe palesi: come hai visto, era evidente di trovarsi davanti a progetti non validi, dove la trasparenza era messa all’ultimo posto come priorità dei fantomatici team di sviluppo dietro i progetti. Investire su queste ICO richiedeva davvero molto ma molto coraggio (o meglio dire “stupidità”).

Se vuoi vedere altri esempi, ti rimandiamo al nostro articolo delle 5 ICO truffa più grandi nella storia delle criptovalute. Una classifica però che dovrà essere aggiornata, dato che Pincoin e Ifan hanno chiaramente battuto le 5 ICO del nostro elenco.

Queste che ti abbiamo mostrato comunque sono ICO molto facili da “sgamare”, dove anche chi non ha grandi conoscenze delle criptovalute può facilmente capire di trovarsi davanti a delle truffe, e non progetti affidabili. Esistono ovviamente ICO che a prima vista sembrano progetti interessanti su cui investire, dove è davvero difficile sapere la verità su chi lavora dietro al progetto.

Cosa fare in questi casi? Cosa fare se dopo aver controllato il sito internet troviamo tutto in regola? Se la roadmap è spiegata in ogni dettaglio, e se viene mostrato anche un team di sviluppo, con tanto di foto e profili social (come Linkedin o Twitter)?

Il buon senso rimane sempre il nostro migliore alleato. Se conosciamo bene l’inglese, prendiamoci anche del tempo per leggere il whitepaper del progetto: dopotutto, si tratta di investire denaro, ed è sempre meglio essere ben informati prima di prendere una decisione.

Poi passiamo alla ricerca di recensioni sulla ICO su internet. Esistono siti appositi che si occupano di classificare le ICO, dove si occupano loro di analizzare a fondo il progetto e il team dietro. Leggiamo opinioni, commenti e pareri di altri investitori. Quindi teniamo sempre d’occhio i forum più importanti, tipo Bitcointalk.org.

Insomma: usiamo il nostro buon senso mentre cerchiamo di informarci il più possibile sulla ICO su cui vogliamo investire. Meglio perdere un paio di giorni o anche una settimana in più se necessario, piuttosto che investire in fretta e furia rischiando poi di incappare in una truffa.

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