La corsa all’oro del 2025: perché le banche centrali stanno facendo incetta di lingotti?

Il mercato dell’oro sta vivendo un momento straordinario, con prezzi che sfiorano i 3000 dollari l’oncia e una domanda senza precedenti.

Il metallo prezioso si conferma come rifugio sicuro in un periodo di crescente instabilità globale, attirando l’attenzione di investitori e istituzioni finanziarie di tutto il mondo.

Il potere dell’oro in un mondo di incertezze

Le tensioni geopolitiche e commerciali tra Stati Uniti e Cina hanno innescato una corsa all’oro senza precedenti. L’imposizione di dazi del 10% sulle importazioni cinesi da parte dell’amministrazione Trump ha creato onde d’urto nei mercati globali, spingendo gli investitori verso asset più sicuri. La situazione si è ulteriormente complicata con le dichiarazioni della Casa Bianca riguardo la questione palestinese, aggiungendo ulteriore instabilità allo scenario internazionale.

Gli esperti del settore, come Charu Chanana di Saxo Capital Markets, sottolineano come il metallo prezioso stia beneficiando di un contesto caratterizzato da crescenti tensioni internazionali. Il valore dell’oro riflette la necessità degli investitori di proteggere i propri capitali in un ambiente di mercato sempre più volatile.

L’impatto delle strategie delle banche centrali

Il World Gold Council ha registrato un record nelle transazioni globali di lingotti nel 2024, raggiungendo 4.974 tonnellate, superando il precedente record di 4.899 tonnellate del 2023. Le banche centrali hanno mantenuto un ritmo di acquisto superiore alle 1000 tonnellate per il terzo anno consecutivo, dimostrando un interesse costante per il metallo prezioso.

I principali acquirenti includono:

• La Banca Nazionale di Polonia ha guidato gli acquisti con 90 tonnellate di oro aggiunte alle proprie riserve, una mossa strategica che riflette la crescente importanza del metallo prezioso nelle politiche monetarie nazionali e la ricerca di stabilità finanziaria in un contesto internazionale incerto.
• La Banca Centrale di Turchia ha seguito con 75 tonnellate, confermando il trend di diversificazione delle riserve valutarie in risposta alle pressioni economiche globali.
• La Reserve Bank of India si è posizionata al terzo posto, dimostrando l’interesse crescente delle economie emergenti per l’oro come strumento di stabilità finanziaria.

Prospettive di prezzo e fattori di crescita

Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP), prevede il superamento della soglia dei 3.000 dollari l’oncia entro il 2025. Un fattore determinante di questa previsione è legato alle sanzioni imposte alle riserve della banca centrale russa, che hanno rappresentato un momento di svolta nelle strategie di riserva delle banche centrali globali.

La decisione di aumentare le riserve auree è diventata una priorità per molti paesi, specialmente per quelli che potrebbero trovarsi in disaccordo con le politiche occidentali. Il rischio di confisca degli asset ha spinto molte nazioni a riconsiderare la composizione delle proprie riserve, privilegiando l’oro come strumento di protezione.

Il ruolo dell’inflazione e dei mercati obbligazionari

Il processo disinflazionistico post-2022 ha mostrato segni di rallentamento, con indicatori che suggeriscono una ripresa della pressione inflazionistica in Europa e Stati Uniti. Il fenomeno potrebbe intensificarsi nella seconda metà del 2025, creando condizioni favorevoli per ulteriori apprezzamenti dell’oro.

I rendimenti obbligazionari a lungo termine stanno giocando un ruolo significativo nel sostenere i prezzi dell’oro. La relazione tra oro e tassi di interesse reali ha subito una trasformazione dal 2022, con l’aumento dei premi a termine sui mercati obbligazionari che riflette una maggiore percezione del rischio da parte degli investitori.

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