L’oro rallenta: finalmente l’occasione per entrare a prezzi più bassi?

Bisogna essere realisti: per mesi su mesi l’oro è stato un asset poco accessibile a causa dei prezzi eccessivamente alti. Molti trader sono rimasti alla finestra in attesa dell’arrivo di un ritracciamento dei valori che potesse dare la possibilità di entrare su valutazioni più accessibili. La loro attesa potrebbe ora essere stata premiata perchè finalmente il rally dell’oro si è preso una pausa dai massimi. Anzi a volerla dire tutta, il prezzo dell’oro è andato a picco.

Ma cosa è un ribasso se non l’occasione tanto attese per aprire un trade?

Oro in calo dopo il rally: focus sui dati occupazionali USA

Nella sessione di oggi i prezzi dell’oro hanno registrato un calo di un punto percentuale dopo un rally di tre giorni. La flessione è stata causata dalle prese di profitto degli investitori. I mercati sono ora focalizzati sui dati sull’occupazione negli Stati Uniti, attesi per venerdì. Questi market mover potranno consentire ai trader avere indicazioni sulla possibile politica FED sui tassi di interesse. Il ritreacciamento dell’oro è avvenuto mentre, di giorno in giorno, crescono le preoccupazioni sulle tensioni commerciali globali.

Venendo ai numeri, l’oro spot è sceso dello 0,9 per cento in area 2984 dollari l’oncia. Il ribasso è avvenuto un guadagno di oltre 10 per cento da inizio anno (lo scorso 24 febbraio il gold raggiungeva un picco massimo a 2.956,15 dollari l’oncia).

Secondo Lukman Otunuga, analista senior di FXTM, “l’oro sembra essere soggetto a prese di profitto mentre gli investitori monitorano attentamente gli sviluppi sui dazi. I prezzi si muovono verso i 2.900 dollari in attesa del rapporto sui posti di lavoro non agricoli.”

In questo contesto sono le tensioni commerciali globali a restare al centro dell’attenzione dopo che gli Stati Uniti hanno imposto martedì tariffe del 25 per cento sulle importazioni da Messico e Canada, oltre a nuovi dazi sui beni cinesi.

La dinamica in atto sembrerebbe lasciar intendere che il ribasso dell’oro sia in realtà una pausa di riflessione in un contesto generale che resta comunque costruttivo per il gold.

Se così dovesse essere allora il calo sarebbe davvero il momento tanto atteso da quei trader che, fino ai giorni scorsi, proprio non se la sono sentita di entrare a prezzi così alti come quelli di allora.

Ricordiamo che per investire sull’oro non è necessario comprare lingotti o monete. Se l’obiettivo è speculativo si può operare con strumenti derivati come i CFD che consentono di andare lunghi (long trading) e corti (short trading) a seconda della prospettiva.

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Prospettive tecniche per l’oro

Nella sua analisi Otunuga ha messo l’accento sul fatto che se non dovessero emergere nuovi catalizzatori di mercato, non sarebbe inverosimile vedere il prezzo dell’oro su livelli ancora più bassi. Dal punto di vista tecnico, lo sfondamento al ribasso dei 2.900 dollari l’oncia potrebbe anche aprire la strada ad una ulteriore discesa verso 2.880 dollari.

Come accennato in precedenza, il focus ora si sposta sul rapporto sui posti di lavoro non agricoli negli Stati Uniti, che secondo gli economisti intervistati da Reuters dovrebbe mostrare un incremento di 160.000 posti di lavoro per febbraio.

Volendo trarre le dovute conclusioni, il calo dell’oro sembra riflettere una fase di prese di profitto in attesa dei dati macro in arrivo dagli Usa domani. Tuttavia, le tensioni commerciali globali sempre più forti e la politica monetaria della Federal Reserve continueranno a influenzare i mercati dei metalli preziosi andando a condizionare anche le strategie di medio termine degli investitori.

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