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CAMBIO EUR-USD INGABBIATO IN TRADING RANGE 1,225-1,245, CEDE LO 0,25% DOPO IL PARZIALE RECUPERO DEL BIGLIETTO VERDE
Quarta settimana consecutiva all’ interno dello stretto box di congestione 1,225-1,245 per il cross EUR-USD che arretra dello 0,25% rispetto all’ ottava precedente, facendo registrare una chiusura a quota 1,232, a fronte di un massimo e di un minimo a 5 sedute rispettivamente pari a 1,2477 ed 1,2283.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CROSS EURO-DOLLARO
Le ultime sedute sono state caratterizzate da una lunga serie di dati macro, provenienti soprattutto dagli USA, mentre la settimana europea dal punto di vista delle news macroeconomiche è risultata alquanto avara. I movimenti della coppia di valute più scambiata sul mercato del sono stati dettati anche dalle notizie geopolitiche che hanno riguardato soprattutto la spinosa questione del braccio di ferro USA-Cina sui dazi doganali. Le posizioni degli Stati Uniti si sono un po’ ammorbidite rispetto a qualche giorno fa, dopo che Pechino ha minacciato di ricorrere alla vendita massiccia di asset di debito statunitense, se l’ Amministrazione Trump non farà un passo indietro rivedendo il progetto che prevede 60 miliardi di nuove tasse sulle importazioni degli Stati Uniti provenienti dalla Cina. Trump, secondo la stampa finanziaria punterebbe ad una riduzione dei dazi cinesi sull’ import di auto made in USA, su minori restrizioni per i gruppi finanziari statunitensi in Cina e ad un aumento di semiconduttori costruiti da società americane.
Sul fronte delle notizie polito-monetarie circolate nell’ area Euro, la moneta unica europea ha beneficiato delle affermazioni del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, il quale ha ipotizzato che la banca centrale europea inizi ad alzare i tassi d’ interesse intorno alla prima metà del prossimo anno, auspicando al più presto la fine del programma di Quantitative Easing. Weidmann è indicato come candidato tedesco per sostituire Mario Draghi dopo la scadenza del mandato al timone della BCE. Altri esponenti dell’ istituto centrale europeo, invece, hanno gettato acqua sul fuoco sul tema aumento tassi nell’ Eurozona, poiché i prezzi al consumo “ Core “ stentano ancora a raggiungere il 2% auspicato dal board operativo di Francoforte. L’ istituto europeo di statistica ( Eurostat ) ha reso noto che l’ indice che misura la fiducia al consumo nell’ area Euro, nel mese di Marzo, ha evidenziato una variazione dello 0,1% su base mensile. Variazione negativa, invece, per il dato che rileva il sentiment sulla fiducia economica, sceso, nel mese di Marzo, a 112,6 punti, dai 114,2 punti evidenziati dalla precedente stima mensile. Le attese degli analisti erano per un calo più moderato, a 113,30 punti. In discesa anche il termometro che rileva il clima d’ affari, diminuito ad 1,34 punti, da 1,48 punti della lettura di Febbraio.
Segno “ meno “ anche sulla fiducia industriale di Marzo, in flessione a 6,4 punti, dagli 8 punti di febbraio, mentre quella relativa ai servizi è scivolata a 16,3 punti, dai 17,6 punti della precedente stima mensile.
La settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata molto ricca di dati macro in arrivo dagli USA, che inizialmente ha visto la lettura del Chicago Fed National Activity Index di Febbraio assestarsi a 0,88 punti, in netto miglioramento dai 0,02 punti di Gennaio. Battute le attese degli analisti, che invece non andavano oltre gli 0,15 punti. Il dato, frutto di un’ indagine condotta dalla Federal Reserve di Chicago, sfrutta l’ incrocio di ben 85 diversi indicatori, traendone una media ponderata, che riflette l’ andamento delle condizioni economiche e delle pressioni inflazionistiche.
Variazione negativa per la lettura dell’ indice PMI manifatturiero del distretto di Chicago, diffusa dalla Federal Reserve della suddetta città dello stato del Texas, che nel mese di Marzo ha evidenziato una contrazione a 21,4 punti, dai 37,2 punti della precedente stima mensile. I pronostici degli analisti, invece, erano per una discesa a 33,5 punti.
Delude le attese degli analisti anche il Richmond Fed Index, che lo scorso mese ha fatto registrare una discesa a 15 punti, in frenata dai 28 punti di Febbraio. I pronostici degli analisti per l indice, elaborato dalla Federal Reserve del distretto di Richmond, che include anche Virginia, Maryland, Carolina del Nord e del Sud, Distretto di Columbia e gran parte del West Virginia, erano per un calo più moderato, che non si spingeva sotto i 22 punti.
Segno meno anche per l’indice di fiducia dei consumatori statunitensi del mese di Marzo, che secondo la consueta stima elaborata dal Conference Board ha subito un calo a 127,7 punti, in discesa dai 130 punti di Febbraio. Le attese degli analisti, invece, erano per un ulteriore balzo a 131 punti. Lieve contrazione a 159,9 punti per l’indice delle condizioni attuali, sceso dai 161,2 punti della precedente lettura mensile, mentre l’ indicatore sulle aspettative dei consumatori è diminuito a 106,2 punti da 109,2 punti.
Dollaro in ripresa sull’ Euro dopo che il Dipartimento per il Commercio USA ha rivisto al rialzo il PIL del quarto trimestre, portandolo al 2,9% su base annua, dal +2,5% della stima preliminare. Battuto il consensus medio degli analisti che non si spingeva oltre una crescita del 2,7%.
Continua a peggiorare il deficit della bilancia commerciale a stelle e strisce, che nel mese di Febbraio ha messo in luce un -75,4 miliardi di dollari, contro i -75,3 miliardi della precedente lettura mensile. Le attese degli analisti, invece, erano per un lieve miglioramento a -74,4 miliardi di dollari.
Buone le indicazioni settimanali arrivate dal mercato immobiliare USA. La Mortgage Bankers Association ( MBA ) ha reso noto che il saldo settimanale delle richieste di mutui ipotecari, nell’ ottava terminata il 24 Marzo è balzato del 4,8%. Segno “ più anche per l’ indice S&P Case-Shiller, cresciuto dello 0,8% Gennaio, mentre le attese degli analisti erano per una lettura stabile al +0,7% di Dicembre. L’indice consiste nel termometro che monitora i prezzi delle abitazioni nelle venti aree metropolitane degli Stati Uniti. Il dato su base destagionalizzata ha evidenziato una crescita dello 0,3% su base mensile ed un aumento del 6,4% a livello tendenziale ( consensus +6,2% ).
Il Dipartimento per il Lavoro degli Stati Uniti ha reso noto che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, nella settimana terminata il 24 Marzo, si sono attestate sui minimi dal 1973, scendendo a 215 mila unità, in calo di 12 mila unità, rispetto alle 227 mila unità dell’ ottava precedente. Lettura migliore delle attese degli analisti, che invece avevano indicato una salita a 230 mila unità. Giù anche la media mensile, rilevazione più attendibile in quanto meno volatile rispetto alle singole letture settimanali, è scesa di 500 unità a 224.500 unità. Molto vicino alle attese degli analisti, invece, il numero totale dei richiedenti sussidio, che nella settimana conclusasi il 17 Marzo si è spinto a 1,871 milioni di unità ( consensus ( 1,870 milioni di unità ), in aumento rispetto ad 1,836 milioni di unità della precedente lettura settimanale.
Cross EUR-USD indebolito dalla buona lettura relativa alle spese personali, che secondo le indicazioni diffuse dal Dipartimento per il Commercio, nel mese di Febbraio sono aumentate dello 0,4% su base mensile ( attese +0,2% . In linea con i pronostici, invece, le spese per i consumi personali, stabili sui valori di Gennaio. Quello sulle spese personali è un dato molto seguito dalla FED poiché è strettamente legato ai consumi che a loro volta incidono per il 70% alla formazione del PIL degli USA.
Inaspettato calo per l’ indice PMI manifatturiero di Chicago, che nel mese di Marzo, si è assestato 57,4 punti, in discesa dai 61,9 punti della stima mensile precedente. Il dato atteso dagli analisti, invece, evidenziava un’ ulteriore miglioramento a 62,1 punti. Nulla di preoccupante per l’ indice che monitora l’ attività manifatturiera del distretto di Chicago poiché confermato decisamente sopra la soglia dei 50 punti che indica espansione.
La lunga sfilza di dati macro si è conclusa con dollaro in lieve ripresa e prezzo dell’ oro in calo, dopo che la lettura finale dell’indice che misura il sentiment dei consumatori statunitensi, elaborato dall’ Università del Michigan, ha evidenziato una lieve flessione a 101,4 punti, dai 102 punti della stima preliminare, mentre le attese degli analisti erano per una conferma a 102 punti. Il dato definitivo di Marzo si è comunque rivelato migliore dei 99,7 punti della lettura mensile precedente. Modesto calo anche per il sotto-indice relativo alle condizioni attuali, sceso a 121,2 punti, dai 122,8 punti della stima flash, ma tuttavia in rialzo dai 114,9 punti di Febbraio. Migliore della stima preliminare, invece, l’ indice sulle aspettative, salito a 88,8 punti dagli 88,6 punti della lettura preliminare, ma in calo dai 90 punti della precedente rilevazione mensile.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, nonostante le fisiologiche prese di beneficio, consolida sopra l’ ex resistenza divenuta supporto, in area 1,20, facendo pertanto diminuire le probabilità di assistere ad un ritorno in area 1,16-1,165, supporto di medio periodo di fondamentale importanza. La visione di lungo periodo, invece, ci ha detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).
In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 ha generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al ribasso, quindi, area 1,18 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,16 in un primo momento e successivamente in area 1,14. Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,16.
La fuoriuscita dal range ha gettato le basi per centrare l’ obiettivo primario in area 1,22 e successivamente prendere profitto verso l’ obiettivo finale posto in area 1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo cercano di scaricarsi dall’ ipercomprato. Per il proseguo del rialzo, dopo il salutare pull-back in area 1,22, sarebbe opportuno continuare a consolidare sopra quest’ ultimo livello o mal che vada non cedere sotto area 1,20, poiché le quotazioni potrebbero avvitarsi ulteriormente verso il basso, in area 1,8-1,16.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance settimanale realizzato dal nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX, che ha preso profitto sui 2 obiettivi pronosticati dalla strategia Long Intraday e sul primo target price indicato dalla strategia Short Intraday.
La strategia Long consiglia di aprire posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,236; Target Price individuati in area 1,2389 ed 1,2436; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,2311. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,2436, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,2465 ed 1,2513; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,236 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,2513, per tentare di prendere profitto in area 1,2542 ed 1,259, estesa ad 1,2667; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,2436 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,2009, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,2084 ed 1,213, estesi ad 1,216; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,1935 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
La strategia Short, invece, suggerisce di attivare posizioni al ribasso, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,2311; Target Price attesi in prima battuta a 1,2282 e successivamente a 1,2235; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,236 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,2235 per sfruttare possibili cali in area 1,2206 ed 1,216; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,2311 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,216 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,213 ed 1,2084, estesi ad 1,2009; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,2235 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,2667 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,259 ed 1,2542, estesi a 1,2513; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,2745 in chiusura di candela oraria o daily.
Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,18, fissando il Target Price in area 1,20-1,205. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,165 in chiusura di candela giornaliera.
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