CROSS EUR-USD RESPINTO DA FORTE OSTACOLO TECNICO IN AREA 1,174-1,175

Finale d ottava opaco per il cambio EUR-USD, che dopo essersi mantenuto per gran parte della settimana in territorio positivo ha chiuso la seduta di Venerdì 31 Agosto, in calo dello 0,55%, a quota 1,1603. Cross Euro-Dollaro che sotto l’ aspetto tecnico ha sicuramente pagato dazio dopo la mancata rottura della resistenza individuata in area 1,174-1,175, a fronte di un massimo a cinque sedute che si è spinto fino a quota 1,1735. Il bilancio a cinque sedute ha invece evidenziato una lieve flessione, pari a -0,15%.

LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EUR-USD

Il dato macro più importante rilasciato nell’ Eurozona ha indubbiamente riguardato la lettura dei prezzi al consumo del mese di Agosto, che in via preliminare, secondo quanto reso noto dall’ ISTAT hanno fatto registrare un balzo del 2%.

La rilevazione ha tuttavia lievemente deluso le aspettative degli analisti, che invece avevano pronosticato una conferma del dato mensile precedente, pari a +2,1%. La cosiddetta inflazione “ Core “, che non prende in considerazione i prezzi di energia, cibo, alcool e tabacchi, ha invece evidenziato un aumento dell’1%, anche in questo caso inferiore sia alle attese degli analisti che al dato di Luglio, in entrambi i casi pari a+2,1%.

Invariato il tasso di disoccupazione registrato nell’ area Euro a Luglio, rimasto fermo all’ 8,2%, in linea con quanto stimato dagli analisti.

Segno meno per l’ indicatore che rileva la Fiducia dei Consumatori dell’ Eurozona, che nella lettura finale di Agosto ha subito un calo pari a -1,9 punti ( come da attese e da stima flash ), confermando la frenata del mese di Luglio ( -0,5 punti ). L’ indice che stima la Fiducia degli Investitori UE, ad Agosto, ha invece inaspettatamente evidenziato un progresso di 8,1 punti, portandosi a 99,5punti.

La lettura positiva dello State Street Investor Confidence Index riferito all’ area UE contrasta il calo di 7,4 punti, a 94,3 punti evidenziato dal suddetto indice, calcolato a livello globale
Negli USA settimana macro ricca di molti spunti, che ha avuto inizio con la frenata registrata dall’ indice della Fed di Chicago, un indicatore che testa il polso all’ attività economica nella città dell’ Illinois, ma che ha una importanza anche in ambito nazionale. La lettura del CFNAI, frutto di un mix di 85 diversi indicatori economici, nel mese di Luglio, ha evidenziato un calo a 0,13 punti, in decisa flessione dai 0,48 punti della precedente stima mensile. I risultati del suddetto indice servono inoltre a misurare la portata delle pressioni inflazionistiche. Una lettura superiore allozero indica espansione, mentre una rivelazione negativa è sinonimo di contrazione.

Segnali di rallentamento sono inoltre emersi dalla stima dell’ indice manifatturiero elaborato dalla Fed di Dallas, che ad Agosto si è portato a 30,9 punti, in calo dai 32,5 punti di Luglio e dai 36,5 punti del mese di Giugno. Le indicazioni degli analisti invece davano un valore pari a 30 punti.

Il Conference Board ha invece fatto sapere che la fiducia dei consumatori statunitensi, ad Agosto, si è assestata a 133,4 punti, in salita dai 127,9 punti di Luglio, balzando sui massimi da Ottobre 2000. Battute le aspettative degli analisti, che invece avevano indicato una contrazione a 116,5 punti. In crescita anche la stima sulla situazione attuale, in progresso a 172,2 punti dai 166,1 punti della precedente rivelazione mensile. Il dato sulle aspettative dei consumatori ha invece evidenziato un aumento a 107,6 punti dai 102,4 punti della precedente lettura.

In controtendenza, invece, la flessione mensile evidenziata dalla fiducia dei consumatori americani curata dall’ Università del Michigan, che ad Agosto, è scesa a quota 96,2 punti, rallentando dai 97,9 punti di Luglio. Lettura, nonostante tutto, migliore di quanto indicato dagli analisti, che invece si aspettavano un calo più marcato, a 95,5 punti. Il sotto-indice che rileva la situazione attuale ha invece mostrato un calo a 110,3 punti dai 114,4 punti della precedente lettura mensile; mentre le aspettative future sono diminuite a 87,1 punti.

Il Richmond Fed Index del mese di Agosto ha invece mostrato un aumento 24 punti contro i 17 punti pronosticati dagli analisti ed i 20 punti della rilevazione del meseprecedente. Il suddetto indicatore testa lo stato di salute del settore manifatturiero all’ interno del territorio che comprende Virginia, Maryland, Carolina del Nord e del Sud, Distretto di Columbia e gran parte del West Virginia.

Aumenta il rosso della bilancia merci statunitense, che secondo la stima del Dipartimento per il Commercio, nel mese di Luglio, si è portata a -72,2 miliardi di dollari, dai -67,9 miliardi di dollari di Giugno. Gli analisti, invece, avevano indicato una variazione negativa più contenuta, pari a -68,6 miliardi di dollari.

Le scorte all’ ingrosso statunitensi, secondo la stima preliminare di Luglio, hanno evidenziato una crescita dello 0,7% su base mensile, in miglioramento rispetto +0,1% di Giugno ed il +0,2% indicato dagli analisti.

Nuova battuta d’ arresto per il saldo delle nuove richieste di mutui ipotecari, che secondo la consueta lettura diffusa dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nella settimana che si è conclusa il 24 Agosto è sceso dell’1,7%, in calo dopo il +4,2% dell’ ottava precedente.

Dalla lettura dell’ indice S&P Case Shiller è emerso che a Giugno i prezzi delle case negli USA sono aumentati dello 0,1% tendenziale ( attese +0,2% ), mentre su base destagionalizzata, l’ incremento annuo è stato pari a +6,3% ( consensus +6,5% ) e dello 0,5% su base mensile.

Dal report rilasciato dal Dipartimento per il Commercio è emerso che la crescita USA nel secondo trimestre è stata pari a +4,2%. Per il PIL della prima economia mondiale si è trattata della miglior performance dal terzo trimestre 2014. Lettura che ha battuto la prima stima, che indicava una crescita al 4,1%, nonché i pronostici degli analisti che invece avevano indicato una revisione al ribasso, al 4%. Netto anche l’ aumento rispetto ai primi tre mesi dell’ anno, quando il PIL fece segnare +2,2%. La crescita calcolata sui primi sei mesi dell’anno è stata pari a +3,2%, a dispetto di +3,1% atteso. Il +3% annuo indicato dal governo Trump, mantenendo questo trend risulta più che mai sostenibile.

Il reddito personale negli USA, nel mese di Luglio, è aumento dello 0,3% su base mensile. Deluse le aspettative del mercato, invece, attendeva una crescita dello 0,4%, al pari della rilevazione del mese di Giugno.

Lettura in crescita anche per la spesa dei consumatori statunitensi, che sempre nel mese di Luglio, ha evidenziato un rialzo dello 0,4% su base mensile, così come accadde il mese precedente. Alla luce della rivelazione di Luglio, la spesa per i consumi, che concorre per il 70% nella formazione del PIL USA, anticipa una crescita sostenuta anche per il trimestre in corso. Dalle singole voci è emerso che il maggior aumento ha riguardato la spesa per ristoranti, alberghi e medicinali prescritti. In salita, sui massimi degli ultimi sei anni, l’ indice PCE (Personal Consumption expenditures price index) elaborato dalla Federal Reserve, che a Luglio, ha mostrato un progresso dello 0,1% su base mensile e del 2,3% su base annua. Il dato “ Core “, filtrato delle categorie più volativi, ha messo a segno un rialzo dello 0,2% su base mensile e del 2% su base annua, assestandosi sui valori più elevati da Marzo 2012.

Salgono lievemente le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, che nella settimana terminata il 25 Agosto si sono portate a 213 mila unità, in linea con le 212 mila unità stimate dagli analisti, ma al disopra delle 210 mila unità della precedente ottava. La media delle ultime quattro settimane, indicatore più preciso rispetto alle singole rilevazioni settimanali si è invece assestata a 212.250 unità, in calo di 1.500 unità rispetto alle 213.750 unità della precedente stima. In calo il totale delle richieste di indennizzo, che al 18 Agosto sono scese a 1,708 milioni di unità, da a 1,728 milioni di unità della precedente lettura. Gli analisti, invece avevano indicato un minor calo a 1,725 milioni di unità.

Rivelazione mensile in calo per l’ indice PMI di Chicago, che nel mese di Agosto si è assestato a 63,6 punti, dai 65,5 punti di Luglio. Il dato rappresenta la sintesi delle indicazioni dei direttori agli acquisti delle maggiori aziende del comparto industriale di Chicago, e le indicazioni degli analisti davano un calo più marcato, a 63 punti.

VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO

Ancora massima allerta per il cross Euro-Dollaro, che come anticipato nelle precedenti rubriche di Analisi Tecnica si è portato sui valori più bassi degli ultimi 13 mesi, mettendo a rischio il quadro tecnico di medio periodo. La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la seconda parte del 2017 ed i primi tre mesi del 2018.

Dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Luglio 2017 in area 1,13.

La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto.

In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo si sono scaricati dall’ ipercomprato e tendono all’ ipervenduto. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. La perdita del sostegno individuato in area 1,14 , in chiusura weekly avrebbe potuto compromettere in negativo il quadro grafico di medio-lungo periodo, favorendo ulteriori ribassi, con target in area 1,12. Scenario ribassista negato sul breve, soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18

STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO

Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto sui target price pronosticati dalla strategia Long Intraday e sul primo obiettivo della strategia Long Over; nonché sul primo target price indicato dalla strategia Short Intraday.

La strategia rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria maggiore di 1,1641; Target Price individuati in area 1,1668 e 1,1713; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1596. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1713, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,174 e successivamente a 1,1785; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1644 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1785, per tentare di prendere profitto in area 1,1813 e 1,1841, estesa ad 1,1915; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1713 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1339, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1383 e 1,1427, estesi ad 1,1497; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,127 in chiusura di candela oraria o giornaliera.

La strategia ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si registri una chiusura oraria minore di 1,1596; Target Price attesi in prima battuta a 1,1569 e successivamente a 1,1525; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1641 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1525 per sfruttare possibili cali in area 1,1497 e 1,1454; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1603 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1454 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1427 e 1,1383, estesi ad 1,1339; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1525 in close orario.

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