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CROSS EUR-USD DEBOLE: PERICOLOSA DISCESA SU SUPPORTO IN AREA 1,13
Il cambio Euro-Dollaro dopo una nuova sortita oltre area 1,14 è stato respinto verso il basso, facendo segnare una chiusura di ottava a quota 1,1306, in lieve recupero dal minimo a 5 sedute toccato a quota 1,1268, ma pericolosamente in bilico sul sostegno di brevissimo che passa in area 1,13.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CROSS EUR-USD
Moneta unica in difficoltà dopo che la Banca Centrale Europea ha tagliatole stime di crescita della zona euro, rivedendo lievemente al ribasso anche le attese sull’ inflazione. L’ istituto centrale con sede a Francoforte, alla luce dell’indebolimento del trend dell’ economia, rispetto alla precedenti proiezioni dello scorso settembre, ha portato le proprie attese sulla crescita nel 2019 all’1,7% dal precedente 1,8%. Per quanto riguarda l’inflazione, invece, le aspettative per il prossimo anno sono state tagliate all’1,6% dal precedente 1,7%, nonostante la revisione al rialzo della stima per il 2018, portata all’1,8%.
Le correzioni al ribasso per il prossimo per il 2019 si sono rese necessarie principalmente a causa dei possibili conflitti commerciali a livello globale. La BCE, per bocca del proprio governatore, Mario Draghi ha inoltre reso noto che i proventi dei bond in scadenza acquistati nell’ ambito del Quantitative Easing verranno reinvestiti per sostenere il mercato del debito da eventuali minacce. Draghi ha precisato che tale decisione è stata presa all’ unanimità e che se cene sarà la necessità l’arma del QE sarà sempre pronta per essere usata. Il presidente della BCE ha inoltre fatto sapere, rispondendo a qualche domanda sollevata dai giornalisti presenti in conferenza stampa, che in seno al board operativo si è discusso anche di possibili aste Tltro, ovvero iniezione di liquidità al sistema bancario, con tassi molto bassi, per finire nell’economia reale attraverso prestiti ad imprese e famiglie.
Cambio Euro-Dollaro altalenante per tutta la settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle, con il tema sulla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina a tener banco per gran parte delle ultime sedute. Le due superpotenze economiche si sono impegnate a mantenere la tregua di 90 giorni decisa all’ ultimo G20, con il governo cinese che ha deciso di rimuovere il 40% di tasse imposto sulle importazioni di auto dagli USA, mantenendo il 15%, e con l’ amministrazione Trump che ha promesso di non attuare nuovi dazi su ulteriori 200 miliardi di prodotti importati dalla Cina. Si è inoltre appreso del rilascio, dopo il pagamento di una cauzione di 10 milioni di dollari, della vicepresidente del colosso dell’ High Tech, Huawei, arrestata in Canada su mandato USA.
Continua a scendere la fiducia degli investitori nell’ Eurozona, con l’ indice Sentix di Dicembre in calo di 0,3 punti, in deciso affondo dagli 8,8 punti di Novembre. Nettamente deluse le indicazioni degli analisti, che invece avevano pronosticato un lieve calo a 8,4 punti. Per il suddetto indicatore di fiducia, quello del mese in corso è stato il valore più basso toccato da Dicembre 2014.
Lieve miglioramento, invece, per le aspettative di crescita economica misurate attraverso l’ indice Zew nel mese di Dicembre. Il consueto report mensile elaborato dall’ istituto tedesco Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, su un campione di 350 esperti, ha infatti rivelato un valore pari a -21 punti dai -22 punti di Novembre. La lettura dell’ indicatore Zew relativa alla prima economia dell’ Eurozona, ovvero quella della Germania, pertanto di importante rilevanza, ha invece mostrato un miglioramento ancor più ampio, portandosi a-17,5 punti dai -24,1 punti del mese precedente, mentre gli analisti si aspettavano un ulteriore calo a -25 punti.
Cross EUR-USD indebolito dalla nuova battuta d’ arresto dell’ attività manifatturiera e servizi nell’ area Euro, rilevata attraverso il Purchasing Managers Index. La stima preliminare del PMI, relativa al comparto manifattura nel mese in corso, elaborata da Markit, ha infatti evidenziato una contrazione a 51,4 punti ( livello più basso degli ultimi 34 mesi ), in discesa dai 51,8 punti di Novembre, mentre gli analisti avevano pronosticato un lieve aumento a 51,9 punti. La stima preliminare del PMI servizi, ha invece registrato un crollo sui minimi degli ultimi 49 mesi, assestandosi a 51,4 punti dai 53,4 punti del mese precedente. Deluse anche le attese del mercato, che invece si aspettavano un calo a 53,5 punti.
Negli USA la settimana macro si è aperta con la debole lettura dell’ indice grezzo dei prezzi alla produzione del mese di Novembre, che seppur in aumento dello 0,1% ha fatto registrare un netto rallentamento rispetto la +0,6% di Ottobre. La rivelazione su base annua ha invece evidenziato un aumento del 2,5%, ma in frenata rispetto al +2,9% della precedente stima mensile. La lettura “ Core “, al netto dei prezzi di beni alimentari ed energetici ha invece messo in luce un aumento dello 0,3% su base mensile ed una crescita del 2,7% su base annua. Battute le attese degli analisti, che invece indicavano, rispettivamente, aumenti dello 0,1% e del 2,5%.
Cross EUR-USD in lieve ripresa dopo che la lettura in chiaroscuro fatta registrare dall’ inflazione USA a Novembre potrebbe abbassare le aspettative di rialzo dei tassi nella prima parte del 2019. Importante sarà capire l’ orientamento della FED in occasione del meeting che si terrà nel corso di questa ottava. L’ indice dei prezzi al consumo statunitense, a Novembre, ha fatto registrare una variazione nulla rispetto al mese precedente, quando invece si ebbe una crescita dello 0,3%. La rivelazione del CPI su base annua ha invece mostrato una crescita del 2,2%, frenando rispetto al +2,5% di Ottobre. Il dato “ Core “, privo dei prezzi delle componenti più volatili quali alimentari ed energetici ha invece messo in luce un progresso dello 0,2% su base mensile e del 2,2% su base annua.
Segnali incoraggianti sono arrivati dal settore immobiliare a stelle e strisce, dove il saldo delle richieste di mutui ipotecari negli USA, secondo il consueto report elaborato dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nella settimana terminata il 7 Dicembre, ha evidenziato una crescita dell’1,6%, dando seguito al rialzo rispetto del2% della precedente stima settimanale.
Netto miglioramento per il saldo settimanale relativo alle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, che nell’ottava terminata l’ 8 Dicembre si è assestato a 206 mila unità, in decisa discesa r dalle 233 mila unità della precedente stima settimanale. Le attese degli analisti, invece, erano per un calo più modesto, a 226 mila unità. La media mobile mensile, indicatore più stabile rispetto alle singole letture settimanali, in quanto meno volatile, si è invece portata 224.750 unità, in flessione di 3.750 unità rispetto alla stima della precedente settimana. Le richieste continuative di sussidio, all’1 Dicembre, invece, sono cresciute a 1,661 milioni di unità da 1,631 milioni della precedente stima. Gli analisti, invece, avevano indicato un minor aumento a 1,649 milioni di unità.
Segnali di rallentamento per la crescita statunitense sono arrivati con le deludenti letture preliminari di PMI relative al mese di Dicembre, diffuse da Markit. Il Purchasing Managers Index manifatturiero, nel mese in corso, ha infatti evidenziato una netta battuta d’arresto, scendendo a 53,9 punti dai 55,3 punti della precedente stima mensile, deludendo i pronostici degli analisti, che invece si aspettavano una frenata più contenuta, a 55 punti. In deciso calo anche il PMI servizi, che sempre a Dicembre, ha mostrato un calo a 53,4 punti dai 54,7 punti di Novembre. Debole lettura anche per l’ indice PMI Composito, assestatosi a 53,6 punti dai 54,7 punti del mese precedente.
Bilancio mensile sottotono anche per le vendite al dettaglio di Novembre, che secondo quanto reso noto dal Dipartimento per il Commercio USA sono cresciute dello 0,2%, ma in decisa frenata rispetto al +1,1% del mese precedente ( corretto da +0,8% della stima flash ).
In netta ripresa la produzione industriale USA, che a Novembre, dopo il calo dello 0,2% evidenziato il mese precedente, ha fatto registrare un rialzo dello 0,6% su base mensile. Battute le attese degli analisti, che invece si aspettavano un aumento limitato a +0,3%. La Federal Reserve ha inoltre comunicato che la produzione industriale è cresciuta del 3,9% su base annua. La capacità degli impianti è aumentata di 0,4 punti al 78,5%, mentre le attese per una percentuale pari al 78,6%. Nel periodo pre-crisi, invece, la percentuale di utilizzo degli impianti si assestata stabilmente oltre l’80%. Da ulteriori dettagli è inoltre emerso che la produzione nel settore minerario è aumentata dell’ 1,7%, mentre quella relativa al settore utility è cresciuta del 3,3%. L’attività manifatturiera dopo cinque aumenti mensili consecutivi è rimasta stabile sui valori precedenti.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Come indicato nel corso delle precedenti sessioni di analisi tecnica sul cross EUR-USD, la perdita dell’ importante supporto che passa in area 1,16, ha nuovamente compromesso il quadro tecnico della coppia di valute più scambiata sul mercato del Forex. La chiusura settimanale sotto tale livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la seconda parte del 2017 ed i primi tre mesi del 2018. Dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.
La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto.
In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Al momento gli oscillatori di breve-medio periodo si sono scaricati dall’ ipercomprato e tendono all’ ipervenduto.
Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, soltanto il recupero di area 1,14 , in chiusura weekly, scongiurare il ritorno in area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha centrato il primo obiettivo della strategia Long Intrday, nonché i tre target della strategia Short: 2 nella versione intraday ed 1 nella versione Over.
Lo scenario rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,134 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1366 e 1,141; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1296.
Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,141, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1437 e successivamente a 1,148; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,134 in chiusura di candela oraria.
Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,148, per tentare di prendere profitto in area 1,1507 e 1,1551, estesa ad 1,1595; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,141 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1045, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1087 e 1,113, estesi ad 1,1199; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,0977 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1296; Target Price attesi in prima battuta a 1,1269 e successivamente a 1,1226; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,134 in chiusura di candela oraria.
Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1226 per sfruttare possibili cali in area 1,12 e 1,1156; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,127 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1156 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,113 e 1,1087, estesi ad 1,1045; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1226 in close orario.
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