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CAMBIO EUR-USD CEDE SUPPORTO DI BREVISSIMO IN AREA 1,14 CON RITORNO ACQUISTI SU DOLLAR INDEX
Settimana all’ insegna delle vendite perla coppia Euro-Dollaro, giù di quasi lo 0,85% rispetto alla precedente chiusura d’ ottava. Gli scambi di Venerdì 18 Gennaio sono terminati a quota 1,1371 ( -0,22% ). La perdita del supporto di brevissimo, individuato in area 1,14, potrebbe dar luogo ad ulteriori affondi anche nel corso delle prossime sedute.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ RILEVANTI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO
Cross EUR-USD che sui titoli di coda dell’ ottava appena andata in archivio ha risentito negativamente della ripresa del biglietto verde, ritornato ad essere acquistato nei confronti delle principali valute, dopo l’ apertura della Cina ad azzerare il proprio avanzo commerciale nei confronti degli USA, entro un periodo di 5 anni.
L’ ottava macro in Europa si è aperta con la lettura in calo del Leading Indicator OCSE dell’ Eurozona, relativo al mese di Novembre, assestatosi a 99,36 punti dai 99,49 punti della precedente stima mensile. Il suddetto indicatore, elaborato dall’ organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, rileva le future tendenze sull’ economia, coprendo un periodo che va dai 6 ai 9 mesi. La frenata che ha coinvolto l’ area Euro è stata principalmente causata dal calo fatto registrare dal Leading Indicator in Italia e Francia, in discesa, rispettivamente a 99,4 e 99,2 punti.
Eurostat ha reso noto che la produzione industriale nell’ Eurozona, a Novembre, ha subito una contrazione dell’1,7% rispetto al bilancio mensile precedente. Lettura peggiore delle attese degli analisti, che invece indicavano un calo dell’1,5%. La stima del mese di Ottobre è stata corretta al ribasso, a +0,1% da +0,2% della prima comunicazione. Su base annua, invece, la produzione industriale ha rivelato un calo più accentuato, pari a -3,3% da +1,2% di Ottobre, facendo peggio del consensus medio degli analisti, che invece prevedeva un calo dell’ 1,2%.
Secondo l’ indagine condotta dall’ istituto di statistica europeo, a Novembre, il surplus commerciale dell’ Eurozona nei confronti del resto del mondo si è ridotto a +19 miliardi di euro, rallentando rispetto ai +23,4 miliardi di euro dello stesso periodo del 2017. Dai dettagli rilasciati da Eurostat si è inoltre appreso che le importazioni sono aumentate del 4,7%, mentre le esportazioni sono cresciute ad un minor ritmo, pari a+1,9%. Su base destagionalizzata è invece emerso un surplus pari + 15,1 miliardi di euro da +13,5 di Ottobre, con export in calo dell’1% ed import in flessione dell’1,9%. Nei primi 11 mesi dello scorso anno è inoltre progredito l’ avanzo commerciale dell’ intera UE nei confronti di USA e Cina. Si è invece allargato il disavanzo della UE nei confronti dei suoi principali fornitori energetici, quali Russia e Norvegia.
Cambio Euro-Dollaro rallentato dalla frenata dell’ inflazione nell’ Eurozona emersa a Dicembre, assestatasi all’1,6% su base annua, da +1,9% di Novembre. L’ indicatore dell’ inflazione “ Core “, ovvero al netto delle componenti più soggette a volatilità, quali energia, alimenti e tabacchi, ha invece rivelato un aumento mensile dello 0,5% e +1% su base annua.
Dal consueto report elaborato dalla BCE con cadenza mensile si è invece appreso che l’ avanzo destagionalizzato delle partite correnti nell’ area Euro, a Novembre, si è contratto a 20 miliardi di euro, dai 27 miliardi di euro della stima di Ottobre.
La stima a 12 mesi, a Novembre, ha invece rivelato un avanzo pari a 3,1% del PIL dell’ intero blocco, in flessione rispetto al precedente 3,2%. Le stime per il 2019 sono invece per un avanzo in flessione al 2,7% del PIL, ed ulteriormente in calo al 2,5% entro il 2021.
Dollaro in parziale recupero sull’ Euro in seguito alla diffusione del dato relativo all’ indice dei prezzi alla produzione, che nel mese di Dicembre ha mostrato un calo dello 0,2% rispetto a Novembre. Gli analisti, invece, si aspettavano un calo più contenuto, pari a-0,1%. La lettura dei prezzi alla produzione su base annua ha invece evidenziato un progresso del 2,5%, come da consensus degli analisti. Il Dipartimento per il Commercio degli USA ha inoltre fatto sapere che la suddetta stima, al netto delle componenti più volatili, come beni alimentari e beni legati all’ energia, è rimasta stabile sui valori del mese precedente, mentre gli analisti si aspettavano una crescita su base mensile, pari a +0,2%. Su base annua invece, sono state centrate le attese degli analisti, grazie ad un aumento del 2,8%.
Pessima lettura per l’ Empire State Index, elaborato dalla Fed di New York, che nel mese in corso, ha evidenziato un netto rallentamento, scendendo a 3,90 punti dai 10,9 punti di Dicembre. Gli analisti, invece, si aspettavano un minor calo, a 10,75 punti. Quella appena evidenziata è stata la peggior lettura da Maggio 2017. L’ Empire State Index rileva l’ andamento del settore della manifattura nello stato newyorkese. Una rilevazione sopra la soglia dello zero indica che il comparto è in espansione, mentre una lettura inferiore a zero è sinonimo di contrazione. Decisa frenata anche per i nuovi ordini, scesi a 3,5 punti dai 13,4 punti del mese precedente. Il sotto-voce relativa ai prezzi d’ acquisto, invece, ha subito una contrazione a 35,9 punti dai 39,7 punti di Dicembre, mentre il sotto-indice che monitora gli impieghi si è contratto a 7,4 punti da 17,5 punti.
Forte balzo per l’ indicatore che misura l’andamento del comparto manifatturiero nel distretto federale di Philadelphia. Il cosiddetto indice Philly Fed nel mese di Gennaio si è portato a 17 punti, in decisa ascesa rispetto ai 9,1 punti di Dicembre ( corretti dai 9,4 punti della stima flash ), mentre le indicazioni degli analisti non superavano i 9,5 punti. La rilevazione del Philadelphia Fed Index viene elaborata dalla locale sede della Federal Reserve, raccogliendo le indicazioni degli intervistati che comprendono: la valutazione attuale, i cambiamenti rispetto alla stima precedente e le aspettative per i successivi sei mesi. Un risultato superiore alla soglia dello zero è sinonimo di espansione, mentre una lettura inferiore allo zero indica contrazione.
Sono scese più del previsto le nuove richieste di sussidio di disoccupazione, che nell’ ottava terminata il 12 Gennaio hanno evidenziato una contrazione di 3 mila unità, assestandosi a 213 mila unità, dalle 216 mila unità della precedente settimana. Battuti i pronostici degli analisti, che invece avevano indicato un aumento a 220 mila unità. Il Dipartimento per il Lavoro ha inoltre reso noto che la media mobile mensile, termometro meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali, si è portata a 220.750 unità, in calo di mille unità rispetto alla stima dell’ ottava precedente. Le richieste continuative di sussidio, al 5 Gennaio, invece, sono aumentate a 1,737 milioni di unità ( consensus 1,734 milioni di unità ), in ascesa rispetto a 1,719 milioni di unità ( riviste al ribasso da 1,722 milioni di unità della prima lettura ).
In ulteriore calo l’ indice dei prezzi all’ importazione, che secondo la stima diffusa dal Ministero per il Commercio USA, a Dicembre, è sceso dell’1%, rallentando tuttavia la contrazione rispetto al -1,6% di Novembre. Gli analisti, invece, si aspettavano un maggior calo, pari a-1,3%.
Ancora in miglioramento l’ andamento del settore immobiliare USA nel brevissimo periodo. Secondo la consueta stima diffusa dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), le nuove richieste di mutui immobiliari, nella settimana terminata il 12 Gennaio, sono aumentati del 13,5%, confermando il piccolo trend di crescita, dopo il +23,5% della precedente ottava.
Buone indicazioni sono arrivate anche per l’ indice NAHB ( National Association of Home Builder ), ovvero l’ indicatore che misura la fiducia dei costruttori edili negliUSA, che a Gennaio è salito a 58 punti dai 56 punti di Dicembre.
Segno “ più “ per la produzione industriale di Dicembre, in progresso dello 0,3% su base mensile, ma, tuttavia in marginale rallentamento rispetto al +0,4% di Novembre ( corretto da +0,6% ). La stima indicata dagli analisti, invece, non andava oltre il +0,2%.
In decisa frenata l’indice della fiducia dei consumatori elaborato dall’ Università del Michigan, che nel mese in corso ha rivelato un risultato pari a 90,7 punti, in netto calo dai 98,3 punti della precedente rilevazione mensile. I pronostici degli analisti, invece, davano un minor calo, a p6,8 punti.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che ha archiviato il 2018 al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo,dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.
La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, soltanto il recupero di area 1,14, in chiusura weekly, potrebbe scongiurare il ritorno in area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Discreta la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto sui due obiettivi indicati dalla strategia Short Intraday.
La strategia Long consiglia di attivare posizioni rialziste nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1405 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1432 e 1,1475; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1362.
Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1475, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1502 e successivamente a 1,1546; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1405 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1546, per tentare di prendere profitto in area 1,1573 e 1,1617, estesa ad 1,1661; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1548 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,111, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1153 e 1,1195, estesi ad 1,1248; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,106 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
La strategia Short, invece, suggerisce di attivare posizioni al ribasso, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1362; Target Price attesi in prima battuta a 1,1335 e successivamente a 1,1291; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1405 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1291 per sfruttare possibili cali in area 1,1248 e 1,1222; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1362 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,1222 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1195 e 1,1153, estesi a 1,111; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1291 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,1661 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1617 e 1,1573, estesi a 1,1546; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,1705 in chiusura di candela oraria o daily.
Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento.
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