CROSS EUR-USD CONSOLIDA SOPRA AREA 1,13 NELLA SETTIMANA DELLA FED
Bilancio settimanale sostanzialmente invariato per il rapporto di cambio tra la moneta unica europea ed il biglietto verde ( -0,05% ), che ha terminato l’ ottava a quota 1,1315, in ripiegamento dai massimi a 5 sedute, nonché top ad un mese e mezzo, toccati a quota 1,145. Minimo settimanale a quota 1,1272.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ SENSIBILI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO
Cambio Euro-Dollaro sui massimi delle ultime settimane dopo quanto emerso dalla riunione della banca centrale statunitense, che ha confermato i tassi d’interesse sugli attuali livelli ( 2,25%-2,50% ), ma ha fatto marcia indietro sulle future aspettative dei rialzi. Il FOMC, il braccio operativo della FED ha infatti comunicato che non ci saranno ulteriori manovre al rialzo per il 2019, cancellando le due manovre in calendario, e confermate fino all’ ultimo meeting dello scorso Dicembre. Dai cosiddetti Dot Plot è inoltre emerso che il numero dei membri del FOMC che non indicavano alcuna stretta sui tassi per il 2019, da 2 elementi ( su 17 ) dello scorso trimestre è aumentato ad 11 elementi.
L’ istituto centrale americano ha inoltre tagliato la crescita statunitense per l’anno incorso, abbassando il PIL al 2,1% dal 2,3% della precedente stima. Migliorate le attese, invece, sul tasso di disoccupazione, portato al 3,5% dal 3,7% pronosticato in precedenza. La stima sul tasso d’ inflazione, sempre per il 2019, è stata invece abbassata all’1,9% dall’1,8% del meeting precedente.
La settimana macro nell’ area Euro si è aperta con la variazione mensile positiva della bilancia commerciale destagionalizzata, che a Gennaio ha evidenziato un surplus pari a +17 miliardi di euro, dai +16 miliardi di euro della precedente stima mensile, a sua volta rivista al rialzo da +15,6 miliardi di euro della prima comunicazione. Gli analisti, invece, avevano pronosticato un rallentamento a +15 miliardi di euro.
Euro in momentaneo recupero sul biglietto verde dopo il miglioramento sulle aspettative di crescita dell’ Eurozona misurate dall’ indice ZEW, che nel mese in corso si è assestato a -2,5 punti, risalendo dai -16,6 punti della precedente rivelazione mensile. Il suddetto indicatore viene elaborato dall’ istituto tedesco Zentrum fur Europaische Wirtschaftsforschung intervistando 350 esperti del mercato finanziario, sulle aspettative di crescita per i sei mesi successivi all’ indagine.
La Commissione Europea ha reso noto che la fiducia dei consumatori nella Zona Euro, a Marzo, è migliorata di 0,2 punti, portandosi a -7,2 punti dai -7,1 punti della precedente stima mensile. Le attese degli analisti, invece, davano un risultato pari a -7,1 punti.
Cross Eur-USD sui minimi della settimana dopo la netta frenata della crescita nell’ Eurozona evidenziata a Marzo con la lettura preliminare degli indicatori PMI. Il Purchasing Managers Index, nel mese in corso, si è infatti assestato a 47,6 punti, in calo dai 49,3 punti di Febbraio, facendo registrare il più basso risultato degli ultimi 6 anni. Le attese degli analisti, invece, indicavano un lieve recupero a 49,5 punti. La stima flash dell’ indice PMI del comparto servizi si è invece portata a 52,7 punti, sostanzialmente in linea con la precedente lettura mensile, pari a 52,8 punti. Giù, pertanto, anche il Purchasing Managers Index Composito, sceso a 51,3 punti dai 51,9 punti di Febbraio, mentre le attese erano per un lieve rialzo a 52 punti.
La Banca Centrale Europea ha reso noto che l’avanzo destagionalizzato delle partite correnti, nel mese di Gennaio, è aumentato a 37 miliardi di euro, facendo registrare un incremento più che raddoppiato rispetto ai 16 miliardi di euro di Dicembre.
Negli USA, invece, il Dipartimento per il commercio ha comunicato che gli ordinativi di beni durevoli, secondo la stima finale di Gennaio, hanno fatto registrare un incremento dello 0,3%, rallentando rispetto al +0,4% della prima comunicazione, che corrispondeva anche alle attese degli analisti. Filtrato dagli ordini del settore trasporti, la suddetta lettura ha invece evidenziato una contrazione dello 0,2%, mentre stima preliminare e le indicazioni degli analisti avevano indicato una flessione dello 0,2%. Gli ordini di fabbrica, sempre a Gennaio hanno mostrato un aumento dello 0,1% su base mensile, dando seguito al rialzo registrato il mese precedente. Deluse le attese degli analisti, che invece avevano ipotizzato un aumento dello 0,3%.
La fiducia dei costruttori di case negli USA, secondo la stima della National Home Builders Association , a Gennaio, ha evidenziato un risultato in linea con la precedente lettura mensile, assestandosi a 62 punti. Le attese degli analisti, invece, indicavano un incremento a 63 punti. la Mortgage Bankers Association ha invece rivelato che il saldo delle nuove richieste di mutui ipotecari, al 15 Marzo, ha rivelato un aumento dell’1,65%, confermando il trend al rialzo evidenziato dalla precedente stima, pari a +2,3%.
Bilancio molto positivo per le vendite di case esistenti negli Stati Uniti, che a Febbraio ha rivelato una crescita dell’11,8% sul mese precedente, quando la lettura evidenziò una contrazione dell’1,4%. Le stime degli analisti, invece, mostravano un incremento più modesto e che non andava oltre il +3,2%.
Il saldo relativo alle nuove richieste di indennità di disoccupazione, nell’ ottava conclusasi il 16 Marzo, secondo il consueto rapporto diffuso dal Dipartimento per il Lavoro, si è assestato a +221 mila unità, evidenziando un calo di 9 mila unità, rispetto al risultato della scorsa settimana ( rivisto da +229 mila unità della stima flash. Le indicazioni degli analisti, invece, davano un risultato pari a +225 mila unità. Il totale delle richieste di disoccupazione, al 9 Marzo, ha invece rivelato un calo a 1,750 milioni di unità, da 1,770 milioni di unità della precedente stima settimanale. Il consensu degli analisti, invece, aveva indicato un minor calo, a 1,770 milioni di unità.
Crescita nettamente superiore alle attese per il cosiddetto Philly Fed Index, che nel mese corrente si è assestato a 13,7 punti dai -4,7 punti di Febbraio. Battuti i pronostici degli analisti, che invece avevano indicato un incremento limitato a 4,8 punti. L’indice elaborato dalla Fed di Philadelphia rileva le condizioni economiche generali e lo stato di salute delle imprese. Il risultato è il frutto di una valutazione in cui i partecipanti sono chiamati a dare una propria valutazione sulla situazione sul comparto manifatturiero, evidenziando i cambiamenti rispetto al mese precedente, rilasciando inoltre una previsione per i sei mesi successivi. Un valore di indice oltre la soglia dello zero è sinonimo di espansione, mentre una lettura inferiore a tale soglia è indica contrazione.
Lieve incremento mensile, pari a +0,2%, per il cosiddetto Superindice statunitense. Il Leading Indicator, nel mese di Febbraio ha infatti evidenziato un dello 0,2%, assestandosi a 111,5 punti. Le aspettative degli analisti, invece, erano per un aumento dello 0,1%. Il Conference Board Rivista ha inoltre rivisto al rialzo la stima finale di Gennaio, corretta a zero, da -0,1% della lettura preliminare.
Le scorte all’ingrosso statunitensi hanno fatto registrare un aumento dell’1,2%,dopo il +1,1% della precedente rivelazione mensile, mentre gli analisti avevano indicato un incremento limitato a +0,1%.
Segna il passo la crescita negli USA rilevata tramite gli indicatori PMI curati da Markit. Il Purchasing Managers Index del settore manifatturiero, nella lettura preliminare di Marzo, è sceso a 52,5 punti, in calo rispetto ai 53 punti di Febbraio, assestandosi sotto i 53,5 punti del consensus. Il PMI servizi, sempre nella lettura flash di Marzo, ha invece evidenziato una flessione a 54,8 punti, rallentando dai 56 punti della precedente lettura mensile. Deluse le attese degli analisti, che invece indicavano un risultato pari 55,5 punti. In flessione anche il Purchasing Managers Index Composite, assestatosi a 54,3 punti dai 55,5 punti di Febbraio.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che staziona ancora al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili sotto area 1,12.
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo, dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.
La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto. In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, la discesa sotto area 1,14, in chiusura weekly, ha già causato un affondo sotto area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Buona la performance realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto su 3 target price pronosticati dalla strategia Long: 2 nella versione Intraday ed 1 nella versione Over; nonché sul primo obiettivo della strategia Short Intraday.
Lo scenario rialzista suggerisce di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1345 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1371 e 1,1414; Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1301. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1414, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1441 e successivamente a 1,1484; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1345 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1484, per tentare di prendere profitto in area 1,1512 e 1,1555, estesa a quota 1,16; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1414 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,105, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,1093 e 1,1135, estesi ad 1,1198; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,09 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, consiglia di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1301; Target Price attesi in prima battuta a 1,1274 e successivamente a 1,1232; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1345 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1232 per sfruttare possibili cali in area 1,1198 e 1,116; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1315 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,116 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1135 e 1,1093, estesi a 1,105; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1232 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di allunghi in area 1,16 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1555 e 1,1512, estesi a quota 1,1484; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,1672 in chiusura di candela oraria o daily.
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