IL CROSS EUR-USD RIACCIUFFA AREA 1,14 ALLONTANANDO LA POSSIBILITA’ DI ULTERIORI CALI NEL BREVISSIMO
Andamento settimanale altalenante per la coppia EUR-USD che dopo essere scesa sui valori più bassi ad oltre un mese, scivolando su un minimo intraday a quota 1,1287, è riuscita a rimbalzare con decisione, riportandosi, in chiusura d’ ottava ( 1,1415 ), oltre l’ ex supporto dinamico, rappresentato da quota 1,14. La performance a cinque sedute ha invece rivelato un progresso dello 0,45%.
LE NEWS ED I DATI MACRO PIU’ RILEVANTI PER IL CAMBIO EURO-DOLLARO
Moneta unica europea che ha risentito negativamente delle stime al ribasso della crescita nell’ Eurozona certificate da Fondo Monetario Internazionale ed a “ a mezze parole “ dalla Banca Centrale Europea. La BCE nel corso del consiglio di politica monetaria ha infatti reso noto di essersi adeguata al peggioramento del contesto economico, segnalando che i rischi si sono accentuati, virando al ribasso. Un passo indietro, rispetto al passato, quando l’ istituto centrale di Francoforte si esprimeva indicando rischi bilanciati e inclinati al ribasso.
Il governatore Draghi ha inoltre affermato che la BCE è pronta ad usare gli strumenti adeguati al cambio di scenario. Si continua a parlare sempre più di nuove iniezioni di liquidità attraverso prestiti LTRO. Per quanto riguarda il tema tassi d’ interesse, il consiglio direttivo in una nota diffusa post-meeting ha ribadito che il costo del denaro nell’ area Euro rimarrà fermo sui livelli attuali, almeno fino alla prossima estate o meglio fin quando l’ inflazione non si allineerà sul livello gradito del 2%. Per quanto riguarda i titoli acquistati in ambito QE arrivati alla scadenza, si è detto che i proventi saranno reinvestiti, ma soltanto dopo l’ inizio del rialzo dei tassi.
Come anticipato tra le righe del precedente paragrafo, sulle aspettative di crescita nell’ Eurozona nel 2019 si è abbattuta anche la scure dell’ FMI, che ha tagliato le proprie stime sul PIL , abbassandole all’1,6% dall’1,9% del precedente pronostico rilasciato lo scorso mese di Ottobre.
I timori dell’Organizzazione internazionale guidata da Christine Lagarde e della BCE hanno trovato conferme nei segnali di rallentamento arrivati per le attività manifatturiera e servizi dell’ area Euro, nel mese di Gennaio. Secondo la stima preliminare diffusa da Markit, nel mese in corso, l’ indice PMI manifatturiero è crollato sui minimi degli ultimi 67 mesi, portandosi a 50,5 punti, ovvero in prossimità della soglia dei 50 punti, sotto la quale il comparto entrerebbe in contrazione.
A Dicembre la suddetta lettura si era assestata a 51,4 punti e gli analisti si aspettavano un lieve miglioramento a 51,5 punti. In decisa frenata anche la rilevazione dell’ indice PMI servizi, che sempre nella stima preliminare di Gennaio ha mostrato un calo a 50,8 punti dai 51,2 punti di Dicembre, mentre i pronostici degli analisti puntavano per un rialzo a 51,5 punti. A pesare sulla crescita delle PMI nell’ Eurozona ha principalmente influito la contrazione dei nuovi ordini, scesi sui valori più bassi dal 2013. L’ indice Composito preliminare di Gennaio ( Pmi manifatturiero + Pmi servizi ) ha fatto registrare una contrazione a 50,7 punti dai 51,1 precedenti, deludendo decisamente le indicazioni degli analisti, che invece si aspettavano un rialzo a 51,4 punti.
Poco invariata la lettura dell’ indice Zew dell’ Eurozona, che a Gennaio si è assestato a -20,9 punti, dai -21 punti della precedente rivelazione mensile. Il suddetto indicatore rivela il sentiment sull’ economia, attraverso un’ indagine condotta tra 350 esperti del settore finanziario. L’ indice Zew della cosiddetta “ locomotiva economica d’ Europa, ovvero la Germania si è invece portato a -15 punti, in miglioramento dai -17,5 punti della precedente lettura di Dicembre ( attese -18,4 punti ). Sono invece peggiorate le condizioni attuali, il cui sotto-indice dai 45,3 punti precedenti è sceso a 27,6 punti.
L’ indice che rileva la fiducia dei consumatori nell’ area Euro, secondo quanto reso noto dalla Commissione Europea, nel mese di Gennaio, ha evidenziato un modesto miglioramento ( +0,4 punti ), portandosi a -7,9 punti dai -8,3 punti della precedente rivelazione mensile. I pronostici degli analisti, invece, erano per un miglior risultato, pari a -6,5 punti.
Dalla sponda oltreoceano, invece, l’andamento del cross Eur-Usd ha beneficiato delle affermazioni del segretario per il commercio USA, Wilbur Ross, il quale ha riferito che USA e Cina sono ancora lontane dal raggiungere un accordo sul dazi. Le dichiarazioni di Ross hanno pesato negativamente sul biglietto verde, anche se lo stesso ha fatto sapere che nei prossimi giorni una delegazione del governo di Pechino volerà a Washington per intavolare dei negoziati per prolungare la tregua sancita dalle due superpotenze economiche al recente summit del G20 e che scadrà a Marzo.
Sotto l’ aspetto macro, invece, l’ indice Richmond Fed a Gennaio si è assestato a -2 punti, migliorando dai -8 punti della precedente stima mensile. L’ indicatore rivela l’ andamento del comparto manifatturiero oltre che nell’ omonimo distretto federale anche in Virginia, Maryland, Carolina del Nord e del Sud, nel Distretto di Columbia e gran parte del West Virginia.
Lunga la lista delle letture macro che hanno riguardato il settore immobiliare USA. La Mortgage Bankers Associations ha fatto sapere che la consueta stima settimanale relativa alle nuove richieste di mutui ipotecari, nell’ ottava terminata il 18 Gennaio ha evidenziato un calo del 2,7%, in frenata dopo due rivelazioni settimanali in forte crescita. Flessione per le vendite di case esistenti nel mese di Dicembre, diminuite del 6,4% rispetto al saldo mensile precedente ed assestatesi a 4,99 milioni di unità Deluse le aspettative degli analisti, che invece avevano indicato una contrazione più contenuta, pari a -1,5%.
L’ indice elaborato dalla Federal Housing Finance Agency ha invece rivelato che i prezzi delle case negli States, a Novembre, sono aumentati dello 0,4% su base mensile e del 5,8% su base annua. La suddetta lettura ha mostrato una crescita a 269,2, in aumento da 268,2 di Ottobre ( rivisto da 267,9 della stima flash ).
Cambio Euro-Dollaro giù dopo l’ inaspettato progresso rivelato dall’ indice PMI manifatturiero di Gennaio, che in via preliminare si è portato a 54,9 punti, aumentando rispetto ai 53,8 punti della precedente stima mensile.
Le indicazioni degli analisti, invece, non andavano oltre i 53,5 punti. Da ulteriori dettagli è inoltre emerso che l’ indicatore sulla produzione è balzato a 55,9 punti dai 54,3 punti precedenti; mentre l’ indice che rileva l’ occupazione si è assestato a 54,2 punti dai 52,7 punti di Dicembre. L’ indagine sulle PMI curata da Markit ha inoltre evidenziato che il Purchasing Managers Index relativo al comparto servizi, sempre in via preliminare, nel mese in corso si è portato a 54,2 punti, in lieve flessione dai 54,4 punti di Dicembre. I pronostici del consensus, tuttavia, davano un maggior calo, a 54,1 punti. L’ indice PMI Composite, elaborato mixando la stima Pmi manifatturiera con quella dei servizi, è invece aumentato da 54,4 punti a 54,5 punti.
In marginale flessione, pari a -0,1%, il Leading Index di Gennaio. Rispettate le attese degli sul cosiddetto Indice Principale, elaborato dal Coference Board, anche se la lettura ha rivelato una battuta d’ arresto rispetto al +0,2% di Novembre.
Continua a godere di ottima salute il mercato del lavoro USA, dove la consueta stima settimanale elaborata dal Dipartimento per il Lavoro ha mostrato che nell’ ottava terminata il 19 Gennaio, le nuove richieste di sussidio di disoccupazione si sono assestate a +199 mila unità, in netto calo rispetto alle +212 mila unità del precedente saldo settimanale.
Lettura migliore dei pronostici degli analisti, che invece avevano una stima pari a +218 mila unità. La media mobile mensile, indicatore più affidabile, in quanto meno volatile rispetto alle singole rilevazioni settimanali, si è invece portata a 215 mila unità, in flessione di 5.500 unità rispetto alla precedente ottava. Il totale dei richiedenti indennizzo, al 12 Gennaio, è sceso a 1,713 milioni di unità, in calo di 24 mila unità rispetto a 1,737 milioni di unità della precedente lettura. Battute le indicazioni degli analisti, che invece si aspettavano un minor calo, a 1,730 milioni di unità.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Quadro tecnico di breve-medio periodo ancora impostato al ribasso per la coppia EUR-USD, che ha archiviato il 2018 al di sotto del supporto in area 1,16, indicato nelle precedenti rubriche di analisi tecnica sul Forex. La perdita in chiusura settimanale del suddetto livello ha già causato un nuovo affondo con target sui minimi plurimensili in prossimità di area 1,12.
La coppia EUR-USD dopo essere volata sui massimi a 3 anni, sembra aver perso lo smalto che ha caratterizzato la fine del 2017 ed il primo trimestre 2018. Sul medio-lungo periodo,dopo vari tentativi, la pressione ribassista ha sfondato al ribasso l’ importante supporto in area 1,18, conducendo le quotazioni anche sotto importante supporto in area 1,16, la cui rottura ha a sua volta scatenato un ulteriore ondata di vendite sui minimi da Giugno 2016 in area 1,12.
La visione di lungo periodo, invece, ci aveva detto che le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,06 -1,07, aveva messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,12 aveva in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,16 e successivamente aveva saputo fare ancora meglio volando sopra quota 1,18, ex resistenza di medio-lungo periodo, divenuta supporto.
In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro era tornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,18 aveva generato l’ allungo verso area 1,24-1,25. Dopo il salutare pull-back in area 1,17-1,15 la coppia non ha più avuto la forza di riportasi stabilmente oltre quota 1,18, in chiusura settimanale. Sul brevissimo, il recupero di area 1,14, in chiusura weekly, potrebbe scongiurare il ritorno in area 1,12, la cui eventuale perdita potrebbe essere il preludio ad ulteriori crolli in area 1,10. Lo scenario ribassista sul breve-medio, invece, verrà negato soltanto in caso di ritorno in chiusura settimanale oltre area 1,18.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Discreta la performance settimanale realizzata dal nostro trading system con sottostante la coppia EUR-USD, che ha preso profitto sui due obiettivi indicati dalla strategia Short Intraday.
Lo scenario rialzista consiglia di attivare posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1417 e consiglia di prendere profitto sui primi due target price individuati in area 1,1444 e 1,1487; Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,1374.
Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1487, per cercare di sfruttare possibili allunghi prima in area 1,1514 e successivamente a 1,1558; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1417 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1558, per tentare di prendere profitto in area 1,1601 e 1,1628, estesa ad 1,1673; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1487 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1164, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,119 e 1,1233, estesi ad 1,1304; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto quota 1,112 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, suggerisce di attivare posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,1374; Target Price attesi in prima battuta a 1,1347 e successivamente a 1,1304; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1417 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1304 per sfruttare possibili cali in area 1,1277 e 1,126; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,1374 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Lecito rafforzare le posizioni Short in caso di discesa sotto area 1,126 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,1233 e 1,119, estesi a 1,1164; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1347 in close orario.
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