Indice
- 0.1 CROSS EUR-USD SCIVOLA SUI MINIMI A DUE MESI E MEZZO DOPO AVVIO TAPERING ANNUNCIATO DALLA BCE E BALZO DEL PIL USA DEL TERZO TRIMESTRE.
- 0.2 LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER IL CROSS EUR-USD
- 1 STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
- 2 VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
CROSS EUR-USD SCIVOLA SUI MINIMI A DUE MESI E MEZZO DOPO AVVIO TAPERING ANNUNCIATO DALLA BCE E BALZO DEL PIL USA DEL TERZO TRIMESTRE.
Settimana al cardiopalma sul mercato del FOREX, con un’ ottava che ha visto due appuntamenti con cinque stellette, per quanto riguarda il grado di importanza in un mercato così complesso ed altamente volatile come lo è quello delle valute.
Nel giro di 24 ore, infatti, la coppia Euro-Dollaro ha subito forti oscillazioni a margine della riunione della Banca Centrale Europea e della diffusione del dato relativo al PIL statunitense del terzo trimestre dell’ anno. In un brevissimo lasso di tempo, quindi, il cross Eur-USD è passato da un massimo a quota 1,1838 ad un minimo a quota 1,1557, facendo registrare un’oscillazione di quasi 3 figure.
La settimana per la moneta unica europea in rapporto con il biglietto verde si è conclusa con un calo dell’ 1,5% rispetto al close dell’ ottava precedente, con l’ultimo passaggio di mano avvenuto a quota 1,1608.
LE NOTIZIE ED I DATI MACRO PIU’ IMPORTANTI PER IL CROSS EUR-USD
L’ appuntamento con la Banca Centrale Europea ha visto l’ euro cedere terreno, dopo che il board operativo dell’ istituto centrale con sede a Francoforte ha comunicato la decisione di voler estendere il programma di Quantitative Easing di ulteriori 9 mesi oltre la scadenza di fine Dicembre 2017, quindi fino al 30 Settembre 2018.
La ricalibratura annunciata dal governatore Draghi prevede acquisti di asset ad un ritmo di 30 miliardi di euro mensili, a partire dal prossimo mese di Gennaio, quindi ad un ritmo minore dagli attuali 60 miliardi di euro mensili. Draghi ha inoltre affermato che il programma potrà essere ulteriormente prorogato o aumentato nel caso in cui si renda necessario farlo. Sono invece rimasti invariati sugli attuali livelli i tassi d’ interesse, che rimarranno fermi fino alla conclusione del QE, a detta di Draghi, per perseguire l’ obiettivo di raggiungere un livello di inflazione al 2%.
Euro che si è ulteriormente indebolito sul dollaro dopo che il Bureau of Economic Analysis ha reso noto che il Prodotto Interno Lordo statunitense, nel terzo trimestre dell’ anno, è cresciuto del 3% annualizzato, mentre il consensus degli analisti era per un valore pari a +2,5%.
La lettura è stata inferiore a quella del trimestre precedente, quando il PIL si era attestato al 3,1%. Si è tuttavia trattata di una lettura migliore delle attese degli analisti, che invece avevano indicato una crescita più modesta, a loro modo di vedere compromessa dai tanti uragani che si sono abbattuti sul territorio statunitense nel periodo Luglio-Settembre. In aumento anche il dato sull’ indice dei prezzi del PIL, cresciuto del 2,1%, contro il +1% della precedente rilevazione ed oltre il +1,8% pronosticato dagli analisti.
La spesa reale dei consumatori, invece, è migliorata del 2,4%; oltre il 2,2% pronosticato dagli analisti, ma inferiore al 3,3% evidenziato nel trimestre precedente.
Dollaro premiato nei confronti delle principali valute mondiali anche dalle indiscrezioni che pronosticano John Taylor come prossimo governatore della Federal Reserve. Taylor è tra i più convinti sostenitori della necessità di portare al più presto i tassi di interesse all’ 1,25%
La sfilza di dati macro arrivati da oltreoceano ha visto in primis la lettura dell’ indice Fed Chicago, relativo all’ attività nazionale CFNAI, che nel mese di Settembre ha messo in luce un aumento a +0,17 punti dai -0,31 punti di Agosto ( attese -0,10 punti ). Il CFNAI (Chicago Fed National Activity Index ) prende forma da una combinazione di 85 indicatori che rispecchiano l’ andamento dell’ attività economica negli USA.
Deciso incremento anche per le stime preliminari degli indici PMI manifatturiero e servizi del mese di Ottobre. Il purchasing manager index del settore manifattura, nel periodo in questione, ha fatto registrare un aumento a 54,5 punti dai 53,1 punti della precedente lettura, battendo i pronostici degli analisti che invece non si spingevano oltre i 53,4 punti. Il PMI servizi, invece, ha evidenziato un aumento a 55,9 punti, rispetto ai 55,3 punti del mese di Settembre ( attese 55,2 punti ).
Lettura in calo, invece, per l’ Indice Richmond Fed, indicatore utilizzato per misurare l’ attività manifatturiera del distretto di Richmond, diminuito a 12 punti nel mese di Ottobre, dai 19 punti della lettura del mese di Settembre ed al di sotto dei 17 punti indicati dagli analisti. Valori sopra lo zero indicano espansione del settore, valori negativi, invece, sono sinonimi di contrazione.
Settimana ricca di dati macro anche sul fronte immobiliare. La prima lettura ha riguardato le vendite di nuove case nel mese di Settembre, aumentate al ritmo più veloce dell’ ultimo decennio. Le vendite di nuove case secondo quanto reso noto dal dipartimento del Commercio Usa sono state aumentate di 667.000 unità ( +17% ), su base annua. Aumento del 18,9%, invece, del dato su base mensile, quindi, rispetto alla rilevazione del mese di Agosto. Battuti i pronostici degli analisti, che invece si aspettavano un dato pari a 555.000 unità. Sono invece rimaste invariate le vendite in corso di abitazioni, che nel mese di Settembre hanno evidenziato un calo del 2,8%, mentre le attese erano per un aumento di mezzo punto percentuale. Le nuove richieste di mutui ipotecari negli Stati Uniti, secondo quanto fatto sapere dalla Mortgage Bankers Association ( MBA ), nell’ottava terminata il 21 Ottobre, hanno fatto registrare un calo del 4,6% dal +3,6% della precedente rilevazione settimanale.
Gli ordini di beni durevoli statunitensi, nel mese di Ottobre hanno fatto registrare un aumento del 2,2% rispetto al +2% della precedente lettura, mentre le attese erano per una lettura preliminare all’1%.
Il Dipartimento per il Commercio ha inoltre diffuso il dato relativo alle scorte all’ ingrosso, che nel mese di Settembre sono aumentate dello 0,3% su base mensile, ma al di sotto dello 0,4% atteso dagli analisti. Lettura, tuttavia inferiore alla rilevazione del mese precedente, quando il dato evidenziò una crescita dello 0,8%.
Lettura che invece non ha prodotto particolari movimenti sul cross EUR-USD, invece, quella resa nota dal Dipartimento per il Lavoro USA, che come consuetudine settimanale, ha reso noto il dato relativo alle nuove richieste di sussidio di disoccupazione. Nella settimana che si è conclusa il21 Ottobre il numero dei richiedenti sussidio è salito a 233 mila unità dalle 223 mila unità dell’ ottava precedente, mentre i pronostici degli analisti erano per una lettura di poco superiore, pari a 235 mila unità. In calo, invece, la media mobile mensile, attestatasi 239.500 unità, in discesa di 9.000 unità rispetto settimana precedente. La media a quattro settimane consiste in un indicatore più preciso per misurare l’andamento del mercato del lavoro, poiché viene meno la volatilità tipica dei singoli dati settimanali. Le richieste di sussidio di disoccupazione continue nell’ ottava terminata il 14 Ottobre si sono attestate a 1,893 milioni di unità, in leggera crescita rispetto alle previsioni degli analisti ( 1,890 milioni ) ma inferiori rispetto alla rilevazione della settimana precedente, pari a 1,896 milioni di unità.
In Europa, invece, la tornata di dati macro più sensibili per il cambio Euro-Dollaro si è aperta con la diffusione del dato relativo alla diffusione della fiducia dei consumatori dell’ Eurozona. Secondo lo studio condotto falla Commissione Europea, la fiducia dei consumatori ad Ottobre è migliorata, evidenziando -1 punto da -1,2 punti del mese di Settembre, oltre le attese degli analisti che invece avevano pronosticato una lettura pari a-1,1.
È invece aumentato di mezzo punto, invece, il Purchasing Managers Index manifatturiero europeo, salito nel mese di Ottobre a 58,6 punti, in via preliminare, dai 58,1 punti della lettura di Settembre, mentre le attese degli analisti erano per una contrazione a 57,6 punti. Lettura in calo, invece, per il PMI servizi, sceso secondo la stima Flash a 54,9 punti dai 55,8 punti del mese precedente, scendendo anche al di sotto dei 55,6 punti pronosticati dal consensus
Euro in momentanea ripresa sul dollaro dopo che il dato sull’ indice IFO tedesco, che misura la fiducia degli imprenditori in Germania, ha evidenziato nel mese di Ottobre, un rialzo a 116,7 punti, in netto aumento rispetto ai 115,3 punti della lettura di Settembre e al di sopra dei 115,2 punti pronosticati dagli analisti.
STRATEGIA SETTIMANALE DI TRADING SUL CAMBIO EURO-DOLLARO
Ottimo bilancio settimanale per il nostro Trading System attivo sul mercato del FOREX che ha preso profitto su tutti i target price pronosticati dalla strategia Short ( 7 su 7 ), quindi sia nella versione intraday che over.
Lo scenario rialzista consiglia l’ apertura di posizioni Long nel caso in cui si registri una chiusura oraria maggiore di 1,1673; Target Price individuati in area 1,17 ed 1,1745, Stop Loss in caso di chiusura oraria minore di 1,16. Mantenere la posizione rialzista nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria o giornaliera maggiore di 1,1745, per cercare di sfruttare possibili allunghi in area 1,1772 ed 1,1817; Stop Loss in caso di ritorno sotto 1,1673 in chiusura di candela oraria. Ed ancora, Long sulla forza, in caso di close orario maggiore di 1,1817, per tentare di prendere profitto in area 1,1845 ed 1,189, estesa ad 1,1936; stop loss nel caso in cui si verifichi un ritorno sotto 1,1882 in chiusura di candela giornaliera. Suggeriti Long Speculativi in caso di discesa in area 1,1343, per cogliere eventuali rimbalzi in area 1,143 ed 1,1457, estesa a 1,1501; Stop Loss in caso di ulteriori discese sotto 1,128 in chiusura di candela oraria o giornaliera.
Lo scenario ribassista, invece, consiglia l’ apertura di posizioni Short, nel caso in cui si assista ad una chiusura oraria minore di 1,16; Target Price attesi in prima battuta a 1,1572 e successivamente a 1,1528; Stop Loss in caso di ritorno oltre 1,1673 in chiusura di candela oraria. Mantenere la posizione ribassista in caso di chiusura oraria minore di 1,1528 per sfruttare possibili cali in area 1,1501 ed 1,1457; fissare uno Stop Loss, con l’ intento di evitare eventuali perdite, in caso di ritorno sopra 1,16 in chiusura di candela oraria o giornaliera. Previsti ulteriori Short in caso di discesa sotto area 1,1457 in chiusura oraria o giornaliera, per cavalcare eventuali affondi in area 1,143 ed 1,1386, estesi a 1,1343; stop loss nel caso in cui si assista ad ritorno oltre quota 1,1528 in close orario. Consigliati Short Speculativi in caso di ulteriori rialzi in area 1,201 per cercare di sfruttare possibili pull-back in area 1,1936 ed 1,189; Stop Loss nel caso in cui il rialzo si spinga oltre 1,2084 in chiusura di candela oraria o daily.
Entreremo nuovamente Long Multiday in caso di pull-back di area a 1,14 – 1,145, fissando il Target Price in area 1,16 -1,165. Stop Loss da applicare rigorosamente in caso di perdita di area 1,125 in chiusura di candela giornaliera.
VISIONE CAMBIO EURO – DOLLARO SUL BREVE PERIODO
Il quadro tecnico del cross EUR-USD nel breve-medio periodo con la perdita di area 1,17 sembra essersi deteriorato. Dal punto di vista tecnico, infatti, le quotazioni del cross EUR/USD dopo essere scivolate sotto i supporti di medio-lungo , in area 1,067 -1,07, hanno messo in atto un poderoso rialzo che, dopo aver superato la forte resistenza in area 1,08 hanno in un primo momento rotto i vecchi massimi di breve-medio periodo in area 1,12 e successivamente hanno saputo fare ancora meglio volando sugli attuali massimi ad oltre 30 mesi, abbondantemente sopra quota 1,18 ( resistenza di medio-lungo periodo ).
In virtù dei rialzi appena descritti, il quadro grafico del cambio Euro – Dollaro è ritornato a farsi nuovamente interessante nel medio-lungo periodo, in quanto la riconquista di area 1,12 ha generato l’ allungo verso area 1,16-1,18. Al ribasso, quindi, area 1,14 diventa il supporto fondamentale per la pista rialzista appena evidenziata, la cui rottura potrebbe attivare nuove discese in area 1,12 in un primo momento e successivamente in area 1,10. Dando un rapido sguardo al quadro grafico del cross EUR/USD è facile notare come le quotazioni siano state compresse per oltre 2 anni dentro l’ ampia congestione 1,05 -1,15. La fuoriuscita dal range sembrava aver gettato le basi per ulteriori rialzi con obiettivi in area 1,22.
Fino a pochissimo tempo fa, comprare sui minimi ( 1,05 ) e vendere sui massimi ( 1,15 ) aveva un senso, ed in più occasioni aveva dato ottimi frutti. Adesso, essendo stata rotta al rialzo la parte alta della congestione, per le operazioni contro-trend si consiglia di operare con estrema cautela, in quanto la corsa della moneta unica europea sul medio-lungo periodo dopo aver raggiunto e superato area 1,20, resistenza di lungo periodo, potrebbe essere proiettata verso l’ostacolo successivo posto a quota 1,22 estesa ad area 1,24. Tesi che potrebbe essere stata avvalorata dal pull-back, con tenuta, in area 1,165-1,16, effettuato per scaricare gli oscillatori di breve dall’ ipercomprato. Una chiusura settimanale sotto il forte supporto appena evidenziato potrebbe aprire le porte ad ulteriori discese con target finale in area 1,14-1,13.
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